Non poteva crederci. Nel giro di poche ore quel servo, quel pezzente, era riuscito a demolire tutte le sue certezze. Certo, suo padre gli aveva detto che la loro situazione finanziaria attualmente non fosse rosea, ma credeva che ci fosse ancora una speranza, che le cose si sarebbero ancora potute sistemare.
Invece erano irrimediabilmente in rovina! Niente e nessuno avrebbero potuto salvarli dal fallimento, dalla povertà, dal disonore e, soprattutto, dal ripudio dell'alta società.
Pensò a tutto ciò a cui era abituato e a cui avrebbe dovuto rinunciare.
E poi, quale destino sarebbe toccato a suo padre? Sarebbe finito in carcere? Oppure sarebbe riuscito a cavarsela, contando sull'aiuto di vecchi amici? Se solo avessero potuto scomparire nel nulla e ricominciare tutto daccapo. No, non voleva. Non riusciva nemmeno a pensarci. Non lo avrebbero mai fatto!
Si sentiva sconfitto. Si era accasciato su una poltrona, chinando il capo di lato, con le mani sul volto a massaggiarsi le tempie.
Christian lo osservò. Era così piccolo, ma cresciuto dall'ultima volta che l'aveva visto.
Poteva intuire la sua sofferenza. Avrebbe voluto stringerlo a sé e consolarlo, ma il suo orgoglio glielo impediva. Questo era il suo momento, che aveva sognato da una vita intera, programmato negli ultimi anni.
Sarebbe stato un nuovo inizio. Lo avrebbe portato a vivere con lui e voleva che fosse suo.
Mattia smise di massaggiarsi le tempie. Alzò la testa e lo guardò.
Christian si immerse nell'azzurro mare di quegli occhi e istintivamente si toccò il petto, dove, al riparo da occhi indiscreti, teneva custodito il rosario che Mattia aveva perso quella notte, quando lo aveva baciato.
"E sia, verrò via con te" disse piatto.
Lui aveva accettato.
Mattia corse in camera sua, dove si rinchiuse velocemente.
L'aveva praticamente comprato! Ma una soluzione c'era: sarebbe sempre potuto scappare.
No, proprio non poteva farlo! La salvezza della sua famiglia dipendeva da lui e non poteva tirarsi indietro.
Insomma, forse non sarebbe stato poi così brutto. A quanto sembrava Christian era riuscito a diventare ricco ed era intenzionato a portarlo con sé. Avrebbe potuto ancora vivere nell'agiatezza a cui era abituato.
E, anche se ancora non riusciva ad ammetterlo completamente a sé stesso, gli era mancato quando improvvisamente se ne era andato, senza nemmeno salutarlo. In fondo Christian lo aveva sempre rispettato, non gli avrebbe fatto del male. Cominciava ad essere curioso di sapere dove avrebbero vissuto e come sarebbe stato. Era quasi eccitato all'idea, ma non gliel'avrebbe dato a vedere.
La mattina dopo si svegliò con delle profonde occhiaie. Strani sogni lo avevano tormentato per tutta la notte. E non proprio spiacevoli, a dire la verità.
Decise di sistemarsi e di vestirsi con i suoi abiti migliori. Quel giorno doveva apparire perfetto! Sereno agli occhi di suo padre, orgoglioso agli occhi di Christian. Non voleva che gioisse per la disperazione della sua famiglia o, peggio ancora, percepisse che non era davvero così infastidito nel dovere partire con lui.
Andò nella sala da pranzo e trovò Raimondo che stava raccogliendo alcuni oggetti di sua appartenenza.
"Raimondo, cosa stai facendo?"
"Tuo padre non te lo ha detto?"
"Cosa doveva dirmi?" Insomma, e ora cosa altro era successo?
"Christian ha deciso che partirete oggi stesso. Lui vuole tornare al più presto alla sua tenuta, per tenere sotto controllo i suoi affari"
Mattia rimase leggermente sconvolto a quella notizia. Non si aspettava che sarebbe successo tutto così in fretta.
"Ma..."
"A quanto pare queste sono le condizioni, ma non ti preoccupare. Io verrò con te"
Christian si presentò puntuale verso mezzogiorno, con alcuni dei suoi servitori.
Diede immediatamente disposizione di prendere i bagagli di Mattia, mentre lui lo osservava dalla porta.
Il tono, il modo in cui parlava ai suoi sottoposti. Era autoritario, ma non sprezzante.
Mattia salutò tutte le persone a cui era più legato in quella casa, che non aveva mai lasciato prima.
Era sempre stata tutta la sua vita. Ora sarebbe stato di Christian.
Christian assisteva alla scena, apparentemente imperturbabile. Vederlo sconvolto lo faceva stare male, ma non poteva farsi vedere vulnerabile.
Il padre di Mattia gli si avvicinò per stringergli la mano.
"Stai portando via con te il mio bene più prezioso. Mi raccomando, abbi cura di lui"
"Lo farò"
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La fine e il principio |Zenzonelli|
FanfictionMattia è un nobile e ricco, mentre Christian il suo povero stalliere, ma il corso degli eventi cambierà le cose. Riadattamento di una vecchia storia dal titolo "Indomabili", non mia.