Capitolo 12 - Crollo

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"Dov'è Christian?" Chiese Mattia a Raimondo.

"Alcuni servitori lo hanno visto partire all'alba. Uno dei suoi collaboratori è passato di qui e subito dopo sono corsi via"

"Ha lasciato detto qualcosa? Tornerà per pranzo?"

"No, ha detto che sarebbe rientrato molto tardi. Andava alle miniere fuori Città del Capo"

"Oh no!" Mattia pareva piuttosto scosso.

"Cosa succede... ti senti poco bene?"

"No, è che questa notte ho fatto un brutto sogno. Ho paura per lui. Ho una brutta sensazione, come se gli dovesse accadere qualcosa di terribile"

"Ma no, non succederà nulla. Era solo un sogno"

Mattia non ne era affatto convinto. Si voltò di spalle per nascondere le lacrime di angoscia che avevano cominciato a scorrergli sul viso e corse in camera della bambina.

Esmeralda stava dormendo.

Si avvicinò lentamente al suo lettino per non svegliarla e mentre la guardava le sussurrava parole dolci.

"Piccola... tesoro" Lacrime silenziose gli bagnavano ancora il viso.

Pian piano le accarezzò con un dito le manine paffute, poi il pancino e i capelli.

"Non accadrà niente di brutto, vero? Christian sta bene. Niente e nessuno ce lo porterà via. Tornerà da noi"

Cercava di convincersene, ma il senso di inquietudine non voleva abbandonarlo.

"Ormai lui è tutto per me. Se gli accadesse qualcosa, sarei perduto"


Mattia trascorse l'intera giornata in preda all'angoscia.

Il terrore che aveva provato nel sogno non lo abbandonava. Non riuscì nemmeno a mangiare.

Seguì la bambina per tutto il giorno, accontentando ogni suo piccolo capriccio.

"Mi racconti una favola? Quella che mi racconta sempre Christian"

"Quale favola?"

"Quella del nobile e dello stalliere. Il nobile perde tutta la sua fortuna, ma lo stalliere lo salva dalla povertà e poi trovano una bambina, che si chiama proprio come me"

A Mattia quella storia suonò vagamente familiare.

"Non conosco questa storia, ma è ora di andare a dormire per te. Domani sera me la racconterai tu"

"Ma dov'è Christian?"

"Tesoro, è al lavoro" le rispose con voce tremante.

"Quando torna? Di solito è qui quando vado a dormire"

"Ora è molto impegnato"

"E tornerà domani?" continuò a insistere la bambina.

"Forse sì" avrebbe voluto rassicurarla, ma non ne era affatto sicuro "Adesso vai a dormire"

"No, non mi va. Non ho sonno"

"Verrò con te e aspetterò che ti addormenti"


Quando Mattia stava per andare nella sua stanza per tentare di riposare, sentì un rumore di voci concitate provenire dal piano di sotto. In preda a un terribile mal di testa e di pessimo umore si diresse nell'atrio, da dove sembravano provenire le voci.

Trovò Raimondo che parlava con alcuni uomini e sembravano preoccupati.

"Cosa succede qui? Dov'è Christian?"

Nessuno sembrava volergli rispondere. Si guardavano l'un l'altro preoccupati.

Così si rivolse direttamente a Raimondo "Parla, che cosa sta succedendo?"

"Christian risulta disperso... c'è stato un crollo alla miniera e... non si sa se sia ancora vivo"

Mattia cadde a terra, privo di sensi.

***

Passarono due giorni in cui Mattia alternava momenti di lucidità a momenti in cui delirava.

Christian era diventato tutto il suo mondo e l'idea che potesse averlo perso per sempre lo faceva impazzire.

Tutti nella casa erano preoccupati per lui.

La notte seguente Mattia passò ore davanti alla finestra della sua stanza.

Non riusciva a dormire. Forse non ci sarebbe più riuscito. Eppure, sarebbe stata la cosa migliore.

Per dimenticare. Per non pensare.

Christian dove sei? Non puoi essere morto. Sento che sei ancora vivo. Lo sento. Torna da me.

I palmi delle sue mani premevano contro la finestra e così il suo corpo dimagrito, con le spalle ricurve, piegate dal peso dell'insostenibile dolore.

Non riusciva ad avvertire più nulla, se non straziante dolore. Aveva solo un pulsante desiderio di morire.


La fine e il  principio |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora