Chapter thirteen

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«Dammi la mano, Belle.» sussurra mentre usciamo, con tutti i paparazzi alle calcagna.
Flash e domande ci invadono la vista, e vorrei dire, non sono abituata a ste cazzo di cose!
Mi sento veramente strana, credo che le parole che ha detto Harry al Coming out siano false, solo per rendere il tutto più credibile.
Non so, sono più fragile quando sto con lui, e non è un bene.
Dovrei imparare a tenergli testa per sapere cosa ne voglio fare della mia vita, per vedere se voglio continuare a fare l'attrice con la dignità a terra, oppure recuperare la mia vita e tutto il resto che ho perso accettando questo contratto.
"Belle, stai bene?" Harry mi distrae dai miei pensieri, e gliene sono grata.
"Mh." borbotto, devo farmi avanti e chiedergli spiegazioni sulle due parole che hanno messo casino nella mia testa.
Arriviamo in macchina, e Karl ci apre la portiera. Gli sorrido e salgo, staccando la mano fredda da quella calda di Harry.
Porgo il mio sguardo sul finestrino, facendo di tutti pur di evitare Harry.
"Belle, sicura di stare bene?" chiede con un tono di voce preoccupato.
"No cazzo! Ho bisogno di metter ordine in questa cazzo di testa! Spiegami.. Lo pensi davvero quello che hai detto prima?" urlo esternando tutti i miei dubbi e pensieri.

Lui mi guarda leggermente accigliato e sorpreso dal mio improvviso sfogo.
"Annabelle, ne parliamo a casa." dice tranquillamente, ricomponendosi.
Mi giro di nuovo, continuando ad osservare fuori e aspettando questo tanto atteso ritorno a casa.
* * *

Harry's pov

Arrivati a casa, lei corre verso l'entrata sbattendo la porta.
Non capisco, fino a stamattina ci coccolavamo, ed ora sta sbattendo tutto. È abbastanza lunatica questa ragazza.
Entro e lei si precipita in camera, credo che non ci sia la sua amica, sennò non metterebbe su tutta questa scenata.
È abbastanza infantile come cosa, e sinceramente non so come rispondere.
Io non la amo, no. Almeno non ancora. Ma non posso dirle così.

"Harry! Ora siamo a casa, rispondimi e facciamola finita." grida esasperata facendo passare le dita tra i capelli.

"Annabelle, no. Non ti amo." dico beffegiando. Lei assume un'espressione di stupore in viso, e sinceramente mi dispiace tanto, ma ormai è fatta.
Non so perché le ho detto così, ma non tutto va sempre rose e fiori.
"A-ah, quindi le coccole e tutto.." pensa a voce alta, tirandosi leggermente le punte dei capelli.
"Parte del contratto, Belle." dico non rendendomene conto e prima che possa dire ogni cosa in mia difesa, lei mi precede "Fuori. Vai." indica la porta mentre lacrime le cadono invano per le guance.
Esco abbassando la testa e non sapendo cosa fare.
La cosa più giusta che posso fare per ora è chiamare l'unica persona che mi possa accontentare.
Prendo il cellulare e digito il numero, tre squilli. "Samantha, Aspettami, arrivo."
"Okay, piccolo Harold." risponde con voce ammiccante.

* * *
Belle's pov

Oggi faccio il turno di pomeriggio, rientro al lavoro dopo tanto tempo.
Dopo aver messo i tacchi di Jimmy Choo e il vestito di Guess, ovviamente presi dal lavoro, mi affretto a guardarmi allo specchio.
Ho gli occhi gonfi dal pianto, quindi decido di truccarmi.
Finisco e mi affretto ad andare alla ENYI.
È tanto tempo che non vengo qui, e sinceramente mi manca un po' l'ambiente, Andrew mi ha telefonato l'altro giorno dicendomi che mi avevano assegnato un nuovo ufficio, ma me lo ero veramente scordata con tutte le cose successe con Harry.
"Bentornata Belle!" mi accoglie dolcemente Drew, al quale sorrido calorosamente.
"Allora, dove è il mio nuovo ufficio?" chiedo sorridendo, e cercando di mascherare la tristezza.
Non ho idea di dove si trovi ora Harry e sinceramente sono preoccupata, ma lui non lo è stato quando mi ha sbeffeggiato in faccia i suoi veri sentimenti al di fuori del contratto.
"Seguimi." sfila Drew con la sua solita cravatta rosa, sul lungo corridoio.
Apre una porta che nascondeva un ufficio bellissimo e grandissimo, con la vista di tutta New York.
Mi copro la bocca dallo stupore e salto addosso ad Andrew.
"È stupendo! È stupendo!" urlo in preda all'eccitazione.
Tossisce teatralmente facendomi rendere conto di essere risultata alquanto ridicola.
"E ora vorrei tornare a lavorare. " dice con il suo finto accento francese.
Sorrido e lo saluto, sedendomi sulla grande sedia girevole di pelle.
È stupendo e non posso essere più felice.
All'improvviso mi squilla l'iPhone segnalandomi un nuovo messaggio.
Sorrido inconsciamente pensando alla prima persona, lui.
'Scusa Belle, scusa.'
Dice il messaggio, mi allarmo subito pensando al peggio.
Mi ritrovo ad aspettare una risposta alla chiamata e appena sento la sua voce roca, parlo.
"Dove sei Harry?"
"Scusa Belle." ride e si sente una voce femminile di sottofondo.
Deduco che è ubriaco marcio.
"E per cosa? Harry, dimmi, sei ubriaco?" chiedo.
"Belle, scusami." dice con voce rotta, e la sua voce mi porta a capire che stia piangendo.
"Harry, calmo. Dimmi dove sei che ti vengo a prendere." dico recuperando la mia borsetta di Prada.
"Belle, scusami, sono andato a letto con Samantha." dice piangendo.
La borsetta mi cade di mano, e così anche il mio cuore.

Better than words »H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora