"William Turner" il chiamato in causa si voltò alle proprie spalle e il tentativo di ribattere per correggere il nome fallì nell'istante in cui si ritrovò improvvisamente tra le mani l'elsa di una spada appena lanciatale dalla neoarrivata e che raccolse al volo senza danni per fortuna più che per agilità "Io e te siamo due perfetti soci in affari" commentò Marianne, non nascondendo un sorriso compiaciuto sulle labbra carnose, appoggiandosi ad una trave di legno, spostando il peso su di una gamba.
Di nuovo l'intenzione del ragazzo di controbattere venne impedita dalla comparsa della vecchia ciurma di Jack Sparrow.
"E così tu saresti il figlio di Will, giusto?" domandò mastro Gibbs studiando il giovane dall'alto in basso, non potendo non notare l'incredibile, e quasi commovente, somiglianza con i genitori "Conobbi tua madre quando era solo che una bambina... anche tuo padre era solo un ragazzino quando... ok, è meglio parlarne... dopo" sorrise appena, bloccandosi poi nell'istante in cui notò di avere addosso le occhiate perplesse dei presenti, compreso il suo interlocutore.
"Si, sono d'accordo con lei, mastro Gibbs" intervenne prontamente Marianne, staccandosi dalla trave ed avvicinandosi "Non vi abbiamo pagato per una passeggiata lungo il vialetto dei ricordi, ma per evitare che i nostri amici soldati britannici rompano il collo ad una dolce fanciulla"
"E ad un pirata da quattro soldi" aggiunse con finta ironia Henry "Bene, c'è un'ultima cosa da fare, e la farò io stesso: recuperare Jack Sparrow"
"Potrei sempre andare io: è risaputo che la persuasione femminile è molto più efficace, William" Henry raccolse tutto l'autocontrollo di cui era capace per non esplodere di fronte a quell'errore che iniziò a sembrargli fatto appositamente per irritarlo o chissà che altro motivo... "Oh, ehm, chiedo perdono, Henry" dichiarò la quindicenne in finto tono confuso che nascondeva un sorrisetto beffardo.
"Vado io" aggiunse in tono autoritario il giovane Turner "Tu hai già fatto abbastanza, mi pare. Non muoverti di qui, chiaro...? Cavolo" sbraitò dopo un brevissimo silenzio, dopodiché si allontanò, voltandosi diverse volte verso la ragazzina che ancora gli lanciava un sorriso a cui non riusciva a dare un'interpretazione "Non hai nemmeno un cognome"
Il sole caldo della giornata aveva ceduto il posto ad una notte resa ancora più tetra da un fitto strato di nuvoloni neri che impiegarono pochi secondi ad abbattere una pioggia torrenziale sull'isola di Saint Martin.
Henry si era allontanato ormai da ore e la ciurma attendeva sempre più sfastidiata il ritorno del ragazzo con notizie fresche, ma non poteva più farlo sotto le palme, per cui furono costretti a cercare un luogo più riparato; non potevano nemmeno starsene lì senza mangiare o bere, per cui Marianne si offrì generosamente di andare a trafugare qualcosa da mettere nello stomaco.
In realtà, l'intenzione principale della ragazzina era quella di scoprire che direzione stava prendendo il loro accordo con Henry: nonostante lui le avesse offerto aiuto per salvare Carina, non si fidava completamente di lui, dopotutto chi gli impediva di metterli tutti nel sacco? Poteva essere questo il motivo del suo ritardo; oppure era talmente incapace da farsi catturare dai soldati e rinchiudere in cella a marcire.
Per non farsi beccare lei stessa e per riportare qualcosa alla ciurma, Marianne si fermò un piccolo pub; non appena mise il primo piede all'interno del locale, l'odore del rum le invase subito le narici fino ad arrivarle in gola, ma senza darle fastidio.
Preferì non togliersi il cappuccio, piuttosto si strinse nel mantello che aveva preso in prestito per mantenere una certa discrezione: non le piaceva essere adocchiata da quei tipi rozzi.
Avvicinandosi al bancone, appeso ad una parete notò un manifesto semi stropicciato raffigurante Jack Sparrow e la taglia che pendeva sulla testa: le cifre delle ricompensa era stata aumentata talmente tante volte da trasformarsi in tutto il denaro del mondo.
Era un tipo proprio odiato quel pirata...
Marianne scosse lievemente la testa e prese posto su di uno sgabello, alzò lo sguardo ed ingoiando ordinò quello che le serviva, continuando ad osservare il manifesto; per tutta risposta ottenne un commento tutt'altro che gentile da parte del barista che davanti alla sua ordinazione si era fermato dal mettere in ordine i bicchieri e le aveva rivolto un'occhiata scrutatoria.
Per un attimo credette di aver sentito male.
"Dimmi un po', piccola: il latte lo bevi ancora dalla mamma o direttamente dalla mucca?" il commento scatenò una scia di risatine dei presenti più vicini, Marianne ricambiò lentamente lo sguardo dell'uomo per niente intimorita, ma prima che potesse aprire bocca o fare altro, la sua attenzione venne attirata da qualcuno che si sedette improvvisamente alla sua destra.
Sia il barista che lei spostarono lo sguardo sul nuovo arrivato ricoperto di fango dalla testa ai piedi, che fece la richiesta che la gente che entrava lì era solita fare.
"Potrei gentilmente avere qualche cosa da bere? Sono un po' a secco"
STAI LEGGENDO
Pirati dei Caraibi: Vita da pirata
FanfictionSequel di "Pirati dei Caraibi: Il segreto dell'isola fantasma" (Eventi basati su: La vendetta di Salazar). Riavuta la Perla nera, per il capitan Jack Sparrow e Rain Barbossa le prospettive piratesche e di vita apparivano ben più che rosee; ma così...