4. Lo shock termico che raggela ogni cosa

826 44 39
                                    

Nei capitoli precedenti: Sybil è una dei sopravvissuti all'Apertura del Sistema. Dopo il ritorno di Zelda, accetta di mettersi a disposizione della Fazione alleata affinché l'ascesa al potere dei Novi venga fronteggiata. Il piano della Resistenza è quello di raggiungere l'Europa, dove la maggior parte dei superstiti si sono rifugiati. Al suo fianco non rimangono che alcuni dei vecchi studenti della Villa e il suo nuovo amico, Wolfgang Lusverg, con cui Sybil condivide giù di quello che riesce a immaginare. A Berlino, nel frattempo, è stata avviata la sperimentazione più ambiziosa del ventunesimo secolo, il cui esito rimane ad oggi sconosciuto...


4. Lo shock termico che raggela ogni cosa

 Lo shock termico che raggela ogni cosa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

SYBIL - Maggio 2023

Shock termico: si tratta di uno stato di sollecitazione interna ad un materiale causato da forti variazioni termiche. Se queste risultano particolarmente brusche, possono causare in elementi fragili la loro definitiva rottura. Nell'essere umano, si parla di stress – o shock – termico per indicare un rapido abbassamento della temperatura corporea che interrompe le funzioni vitali e distrugge i tessuti organici, conducendo l'individuo alla morte.


Finisco spiaccicata contro il portello anteriore del velivolo. Arrivata a questo punto, segnalare la mia presenza con un leggero colpetto delle nocche non rappresenta altro che un'inutile cortesia, ma per qualche oscura ragione non riesco ancora ad impedirmi di bussare. È più un'abitudine, credo, che un vero e proprio segno di rispetto. Non mi aspetto che qualche membro dell'equipaggio ficchi il naso oltre la cabina di pilotaggio per invitarmi ad entrare, ma con un po' di fortuna vorranno accertarsi dell'origine di tutto questo baccano.

- Mmh, - grugnisco, strizzando gli occhi per combattere la nausea.

Stiamo sorvolando l'Oceano Atlantico, in mezzo a venti che scivolano sulle ali del nostro aereo a centinaia di miglia orarie. Il numero totale è di cinquantasette passeggeri, tutti assegnati ad un Boeing progettato per il trasporto di merci e generi alimentari, dove gli unici posti a sedere sono disposti parallelamente alle pareti ricurve della fusoliera. Hartshorne ha insistito che la nostra traversata si svolgesse con la protezione delle nubi e delle perturbazioni metereologiche, anche a costo di doverci dichiarare dispersi in mezzo alla tempesta, ma di tanto in tanto le sferzate di corrente che scuotono il nostro guscio di alluminio raggiungono una tale intensità da farmi perdere l'equilibrio.

Indietreggio con il palmo della mano premuto sul rigonfiamento di un bernoccolo, e d'un tratto l'ennesima turbolenza che attraversa l'aria mi spedisce al tappeto.

Stiamo per precipitare, mi ripeto. Stiamo decisamente per precipitare. È impossibile convincermi che qualche banale principio dell'aerodinamica vieti a questo ammasso di materiali pesanti di sfracellarsi in mezzo al mare. Non con questo tempo da lupi, non quando ce ne stiamo sospesi a trentamila piedi d'altezza da almeno sei ore.

Entropy - Il Sistema ApertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora