𝓙𝓾𝓼𝓽 𝓐𝓷𝓸𝓽𝓱𝓮𝓻 𝓒𝓱𝓻𝓲𝓼𝓽𝓶𝓪𝓼 𝓔𝓿𝓮

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24 dicembre 2000

La guerra nel mondo magico è finita ormai da due anni e mezzo, ma nella mia testa imperversa più violenta che mai. Un'incessante lotta contro i miei demoni che sembra non giungere mai a una conclusione. 
Combattere una minaccia esterna è quasi facile in confronto ad affrontare una battaglia interiore. Lotti, pianifichi, agisci, comprendi chi colpire e quando... ma come si sconfigge qualcosa che è dentro di te? Qualcosa che è così radicato in te da non lasciarti scampo?
È facile per i demoni interiori sopraffarti quando sei solo nella tua testa per tutto il tempo.

Potrei uscire dal Manor, direte voi, distrarmi.
Non è tra le mie opzioni.
È impossibile distrarsi all'esterno quando si è oggetto di continue occhiatacce di disgusto e sussurri di disprezzo.
Credetemi, ci ho provato.
Una sola volta, certo, ma mi è bastata per il resto della mia vita.

Non è solo per via del dolore da sopportare nel vedere la mia reputazione distrutta, o il rimpianto dei tempi in cui il mio nome era rispettato nella società magica, no; a sopraffarmi è soprattutto la vergogna di chi ha capito di aver sbagliato e nel più vile dei modi. Di chi sa di non poter tornare indietro e approfittare almeno dell'ultima occasione di fare la cosa giusta per fare ammenda per i propri errori.

La verità è che non ho mai pensato che un giorno avrei messo in discussione tutto, né tanto meno che sarei arrivato a comprendere che gli ideali con cui sono stato cresciuto sono errati; non ho mai riflettuto sulla possibilità che mio padre fosse nel torto, per cui ho agito di conseguenza ed ho capito di aver sbagliato quando ormai era troppo tardi.

La guerra avrà iniziato tutto il mio percorso, avrà innescato ciò che mi ha portato ad avere una profonda e sconvolgente epifania, ma è stato il mio anno di isolamento dopo il processo a ribaltare completamente la situazione; quando hai così tanto tempo per riflettere, analizzare e rivivere i tuoi errori, inevitabilmente, arrivi a riconoscerli. Hai tutto il tempo di pentirti e di tormentarti con i sensi di colpa, solo che quando sei un inguaribile codardo come me, non hai modo di uscire da questo circolo vizioso. Non troverò mai il coraggio di chiedere perdono a chi di dovere, come non sono stato in grado di ringraziare Potter per aver testimoniato a mio favore durante l'udienza finale del mio processo; mi ha salvato la vita tre volte, quando non mi doveva assolutamente niente, e io non ho avuto neanche la decenza di ringraziarlo per questo.

Alcuni di voi scambieranno la mia codardia per orgoglio, ma so perfettamente che non lo è. Non c'è orgoglio nella mancanza di riconoscenza per la gentilezza ricevuta da parte di qualcuno che per tutta la vita non hai fatto altro che ferire.
È solo codardia e vergogna.
Chi lo ha il coraggio di guardarlo negli occhi, con la consapevolezza della portata dei miei errori? Del peso che le mie azioni hanno avuto? Del dolore che ho provocato?
Un Grifondoro a caso potrebbe farlo, ma io... io sono quanto di più lontano possibile da ciò.

Però ho imparato le lezioni che potevo imparare da quella serie di terribili eventi e se crogiolarmi nei sensi di colpa, negli incubi delle cose orribili a cui ho assistito durante la guerra, se essere solo è la mia punizione, quella che il Wizengamot mi ha risparmiato di scontare ad Azkaban, la accetterò senza protestare.
Me lo merito il dolore e merito persino la triste solitudine a cui sono stato condannato, ne sono consapevole.

A Christmas Carol | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora