𝓣𝓱𝓮 𝓖𝓱𝓸𝓼𝓽 𝓸𝓯 𝓒𝓱𝓻𝓲𝓼𝓽𝓶𝓪𝓼 𝓟𝓻𝓮𝓼𝓮𝓷𝓽

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Apro gli occhi e sbadiglio a fondo, sgranchendomi le braccia

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Apro gli occhi e sbadiglio a fondo, sgranchendomi le braccia.

«Ciao Draco.»

Sobbalzo e scatto a sedere.

«Astoria

Lei mi sorride, quel sorriso luminoso che mi ha colpito subito quella notte di due anni fa e per poco non dimentico che la sua presenza nella mia camera da letto è del tutto fuori luogo.
Lei è una donna sposata e io non sono quel tipo di uomo! Che diavolo ci fa nella mia stanza? Al Manor in generale? Che accidenti ho fatto ieri sera?

«Cosa ci fai qui?» chiedo confuso, stendendo un braccio per cercare la mia bacchetta e appellare degli abiti, ma poi realizzo che, come nel risveglio precedente, anche questa volta sono già vestito.

Strano.

«Crabbe non ti ha detto che stavo arrivando?»

Apro la bocca e la richiudo subito dopo.

Sta parlando di quell'assurdo sogno che ho fatto la scorsa notte?

«Non capisco», dico, chiedendomi se non debba stare al gioco. «Mi ha parlato di un altro fantasma.»

Lei sorride mestamente. «Già, eccomi qui.»

«Ma tu sei viva!», obietto, corrugando la fronte. «Come puoi essere un fantasma?»

Astoria non risponde e tutto a un tratto noto la semitrasparenza della sua figura.

«Oh», sussurro spiazzato e dispiaciuto.

«Sono morta questa notte, Draco» mi informa sottovoce, dopo una breve pausa di silenzio drammatico. «Giusto in tempo per essere qui per te.»

D'accordo, questo è solo un sogno, ma non fa che diventare più cupo e assurdo minuto dopo minuto.

Perché non riesco a svegliarmi?

«Non ho mai rinunciato all'idea di aiutarti», aggiunge ancora. «Non ho mai smesso di credere in te. Se riesco nella mia missione stanotte, avrò fatto un'ultima cosa buona prima di lasciare questo mondo.»

«Non puoi essere morta», mormoro con voce spezzata. «Non sei appena diventata madre?»

Astoria sorride triste. «Temo che la gravidanza abbia accelerato l'azione di una brutta maledizione del sangue che mi affliggeva» mi racconta. «Pare non ti sia andata poi così male, rinunciando a me. Avremmo avuto solo due anni insieme e forse ti avrei lasciato un vuoto più grande di quello che sarei riuscita a colmare standoti a fianco per un tempo così breve.»

Non riesco a guardarla in faccia. «Mi dispiace», è tutto ciò che lascia la mia bocca. La tristezza mi attanaglia lo stomaco e la gola.

«Altre persone racconteranno di me a mio figlio», risponde, rassegnata. «Spero che sapere come ho condotto gli anni finali della mia vita, lo porti sulla giusta strada.»

A Christmas Carol | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora