5. It's admiring

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Raggiungemmo il giardino del palazzo qualche minuto dopo.

Arrivati al grande portone che delimitava l'uscita, Namjoon inserì la chiave, spalancando in seguito il cancello, permettendoci così di uscire.

Una volta imboccata la strada verso la città, un dubbio mi costrinse a rallentare e fermare infine il mio percorso.

"Posso uscire di casa, vero? N-no, voglio dire... Sono il principe, avrei bisogno di una guardia o almeno-" il grigio interruppe l'afflusso di insensati ragionamenti che mi ero vergognato di esprimere ad alta voce.

"Jin" mi voltai in sua direzione, i capelli grigiastri svolazzavano al vento come i fiori di un soffione. "Ti proteggo io" affermò con sicurezza prima di affiancarmi.

Proseguimmo illesi sino a ritrovare il centro città a poca distanza dal castello.

Vari passanti s'agguravano per le strade, strabordante di gente.

Una città vampira non aveva nulla di diverso da una di appartenenza ai mortali; era semplicemente più triste e cupa.
Molto più triste e cupa.

"Era da un po che non mettevo piede fuori dal castello" ammisi, guardandomi attorno. Una bottega di profumi si parò dinnanzi a noi, poi una tessile dove sfarzosi abiti ed eleganti smoking occupavano la scena dalle vetrine.

"Non è salutare restare segregato costantemente nella sua stanza" mormorò, sporgendosi verso di me.

"Non è salutare?" chiesi scettico. C'era davvero qualcosa non salutare per noi vampiri? Affatto.

"Dico mentalmente. Non è affatto salutare per la tua mente" annuii in accordo.

"Quindi... Tu vieni spesso in città?" chiesi, osservando il suo profilo. "Ogni tanto" fece spallucce, mantenendo lo sguardo sulla strada.

"Per... uhm, divertirti?" trattenni il fiato.
"Per divertirmi, certo" mormorò incerto, puntando l'attenzione in mia direzione.

Puntai lo sguardo sull'asfalto, proseguendo dritto, assorto nei miei pensieri.
Lasciai un sospiro subito dopo, stringendo le mani in due pugni e chiudendomi con maggiore fermezza nel mio cappotto.

E si lamentava tanto di Jeongguk...

"C'è qualcosa che ti preoccupa?" chiese, costringendomi a lasciar perdere quei pensieri contrastanti che io stesso non riuscivo a spiegare ed elaborare.

"Mh? Nulla... M-mi chiedo perché Seojoon fosse tanto intenzionato a chiudere i confini..." inventai.

"Onestamente, farei anche io lo stesso. Ma non ho alcuna intenzione di litigare ancora con Jeongguk" a quella rivelazione, corrucciai la fronte.

"Tu no? Dopo tutto quello che è successo due anni fa, davvero vuoi lasciare i confini illimitati e permettere che ciò accada di nuovo?" domandò, sgranando gli occhi.

"Invece sono stati limitati i confini. Ora sono accessibili a chi è fornito di documento e permesso dal governo" affermai. "Di che parli?".

"Pensi davvero che persone malsane ed egoista come Wooshik, siano tanto spaventati dal disobbedire al regolamento?" domandò. All'udire quel nome, potei sentire i brividi scorrere lungo il mio corpo.

"Basta solo che uno di quei tanti pazzi in giro per la città tiri fuori il coraggio di andare contro alla legge e decida di fare strage di mortali. A quel punto saremo a punto e capo" spiegò.

Mi persi più del dovuto nel ragionarci... Non era così sbagliata quella possibilità, anzi pensandoci ero anche io ero parecchio timoroso al riguardo.

Rather Die [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora