CAPITOLO 2

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Kylie restò di spalle per qualche secondo dopo aver interrotto la comunicazione per darsi il tempo di riprendersi. Aveva le mani sudate e comunque avvertiva un brivido gelato lungo la schiena... reazione non insolita dopo aver parlato con sua madre.

Non aveva alcuna idea del perché... Forse era più il tono della voce della madre più che le parole che le rivolgeva, pensò lei. Tutto quello che Kylie sapeva era solo che dopo aver parlato cinque minuti on lei si sentiva ancora una bambina di cinque anni, invece che una donna adulta con un figlio piccolo.

Ma la questione non era tutta lì. Sua sorella Amber sarebbe stata presente a Natale e anzi, come l'aveva appena informata sua madre, era già arrivata, avendo più saggiamente optato per un sicuro viaggio con il treno. La programmata vacanza sulla neve era sfumata perché suo marito si era slogato una caviglia al corso di golf e, quindi, non poteva sciare.

Amber era la sua gemella dagli abiti firmati, dalla folgorante carriera e con un matrimonio decisamente adeguato. Tutte cose, come sua madre non mancava mai di rammentarle, che Kylie non era e non aveva... Cose che non sarebbe mai stata e non avrebbe mai avuto.

Lei comprava i vestiti al mercato e il suo lavoro di arredatrice d'interni le consentiva di pagare affitto, bollette e poco altro. Per quanto riguardava il matrimonio, lei aveva Adrian al posto del marito che sua madre avrebbe auspicato.

Ed era meglio di qualsiasi compagno avrebbe potuto avere, meritevole di tutti gli sforzi di quegli ultimi tre anni e mezzo, rifletté Kylie con lo stesso senso di protezione che aveva provato il primo momento in cui le avevano messo il piccolo fra le braccia.

Amber poteva tenersi il suo ricco stile di vita e il suo matrimonio adeguato... Lei preferiva di gran lunga avere Adrian.

"Stavo giusto per preparare la cena quando siete arrivati..." sentì la voce roca di Hagen Bergendahl alle sue spalle.

Kylie si girò, spingendo ogni pensiero su Amber e i suoi genitori in un angolo della sua mente. Avrebbe avuto tutto il tempo di pensare a loro il giorno dopo. O addirittura quello seguente, rifletté amaramente dando una rapida occhiata fuori dalla finestra alla neve che cadeva ancora più copiosamente.

In quel momento, il suo problema più pressante era essere ospite nel cottage di Hagen Bergendahl... un'ospite indesiderata, se il suo intuito non la ingannava.

E chi poteva biasimarlo per questo?

Kylie non si era presentata nel migliore dei modi. Praticamente gli era entrata in casa con la macchina! Quel poveretto doveva essersi domandato cosa diavolo stesse accadendo. Lei scoppiò improvvisamente a ridere, senza sapere perché. Più cercava di controllarsi, più rideva.

"Mi... scusi..." gli si rivolse scuotendo il capo. "Io... è solo che... non riesco... a credere di essere davvero andata a... sbattere contro il muro del suo cottage."

Stava ridendo così tanto che le lacrime le rigavano le guance.

"Cos'è successo alla mia mamma? Perché sta piangendo?"

Adrian la guardò preoccupato.

"Non lo so," rispose Hagen Bergendahl con tono molto cupo, avvicinandosi piano a Kylie. "Vuoi calmarti?" sbottò lui. "Stai spaventando tuo figlio."

Il piccolo Adrian sembrava più stupito che spaventato e quindi era più probabile che lei stesse spaventando l'uomo, piuttosto che il bambino. Hagen Bergendahl infatti la stava fissando con espressione incerta, come se non sapesse se scuoterla o schiaffeggiarla.

RITROVARSI A NATALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora