Kylie notò il modo in cui Hagen stava fissando Adrian e capì di dover intervenire.
"Credo che qualcuno ti abbia messo del brandy nella cioccolata..." osservò. "O forse il tuo blocco dello scrittore è finito e la tua immaginazione sta correndo."
Quest'ultima affermazione riuscì a fargli rivolgere l'attenzione su di lei. Esattamente ciò che Kylie aveva voluto.
"In effetti, sono stato sveglio quasi tutta la notte a scrivere," ammise candido.
"Tutto si spiega, allora," constatò Kylie con un sorriso. "Una fervida immaginazione e mancanza di sonno. Sarai anche affamato dopo le fatiche di questa mattina."
Hagen si girò ancora a guardare Adrian e Kylie aspettò una sua replica con il fiato sospeso. Non voleva avere quella conversazione. Non lì... Non in quel momento...
Mai, se fosse stato possibile.
E dal sorriso rilassato che si disegnò sul volto di Hagen, Kylie comprese che per quella volta se l'era cavata.
"Mi stavo domandando una cosa, piccola Kylie. Se per la cena di ieri c'è stato il cervo, cosa mangeremo oggi a pranzo?"
Kylie rise divertita, smaltendo un po' della tensione a quel cambio di argomento.
"Tacchino, ovviamente," lo rassicurò. "È tradizione, in fondo."
"Oh, certo... La tua famiglia è molto legata alle tradizioni."
"A volte lo siamo..." puntualizzò.
"E vi addormentate tutti nel pomeriggio, pieni di gioia natalizia?"
"Veramente, di solito è a causa del vino bianco," precisò Kylie. "Comunque sì, è tra..."
"È tradizione, ho capito..." concluse Hagen per lei, sorridendo all'approssimarsi di Laurence.
Con grande sollievo di Kylie, la conversazione si spostò su altri temi e Laurence si mise a raccontare ad Hagen dei suoi affari negli Stati Uniti. Kylie si sentì ancora più sollevata quando si sedettero a tavola, perché questa volta, si ritrovò fra suo padre e Adrian.
Due ore più tardi, però, quando tutti riposavano in poltrona, sazi di tacchino e vino bianco, Kylie ne approfittò per allontanarsi. Non riuscendo a riposare, si rifugiò in cucina a bere un caffè con la signora Sykes, in memoria dei vecchi tempi.
E proprio per quello, forse, le sembrò naturale dirigersi poi in quella che era la sua vecchia camera, curiosa di vedere cosa ne avesse fatto sua madre. Voleva vedere se era stata trasformata nell'ennesima stanza degli ospiti o in una sorta di ripostiglio in cui radunare oggetti inutilizzati.
Ma Kylie si era sbagliata... Non era nulla del genere. Entrò e rimase a bocca aperta. La stanza era esattamente come l'aveva lasciata l'ultima volta in cui ci era entrata... tre anni prima.
Nulla era stato spostato... Nulla era cambiato...
Le medaglie erano sempre appese ad una parete, i trofei su delle mensole, i disegni a un'altra, i libri ancora allineati sugli scaffali, il letto ancora fatto, come se ci avesse dormito tutte le notti.
Kylie impallidì, entrando esitante nella camera. Con mano tremante, sfiorò lo stereo appoggiato sulla scrivania. Quanti giorni e notti ad ascoltare la sua musica preferita, mentre fantasticava sul suo uomo ideale... Mentre sognava l'amore perfetto, l'arrivo del suo Principe Azzurro, quello che solo una ragazzina poteva sognare...
Si guardò la mano... Non c'era un filo di polvere... Era come se quella stanza avesse aspettato il suo ritorno, per riprendere da dove si era fermata. La sua stanza era come... bloccata nel tempo.
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RITROVARSI A NATALE
ChickLitChi di noi non sogna un bianco Natale...? Ma, per questa volta, Kylie Petras avrebbe fatto volentieri a meno della neve. Sorpresa da una tormenta durante il ritorno a casa, si vede costretta ad accettare la gentilezza o, meglio, la scontrosità, di u...