ventidue

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SARA'S POV

"Alex, svegliati" dissi entrando nella camera arancione per poi andare ad aprire la porta che porta al retro per far prendere un po' di aria alla stanza.
"Chiudi quella porta che entra freddo" mi disse con la voce ancora impastata dal sonno e sistemandosi meglio sotto le coperte per ripararsi meglio dal freddo.
"Se dormi mezzo nudo per forza che hai freddo" risposi andando a sedermi sul bordo del suo letto.
"Non dormo mezzo nudo, ho i pantaloni della tuta" provò a giustificarsi.
Alla sua risposta io risi un po' dato che era esattamente quello che gli stavo dicendo.
Iniziai piano ad accarezzargli le spalle nude con le mie mani e dopo poco sentii un mugolio, ma non capii se fu un mugolio di lamento per le mie mani ghiacciate oppure uno di piacere.
"Se mi dai un bacio, forse, mi alzo" disse lui interrompendo il silenzio che si era creato da un paio di minuti.
Capendo che fu più una supplica che una proposta mi avvicinai lentamente al suo viso per poi far combaciare le nostre labbra, era una bacio tranquillo, casto.
Un secondo dopo aver appoggiato le mie labbra sulle sue mi ritrovai tra le sue braccia sotto le coperte arancioni del suo letto.
Lui, con la schiena al muro ancora praticamente dormiente.
Io, tra le sue braccia in un evidente imbarazzo.
Eravamo l'uno attaccato all'altro.
Alex, probabilmente avvertendo il mio imbarazzo, per alleggerire la situazione che si era creata mi chiese: "che ore sono?".
Mi girai leggermente per controllare e poi risposi: "le 8:45".
"Bene, io ho lezione alle 10, tu alle 11".
"Ci dobbiamo preparare, fare colazione, tu riscaldamento vocale, io riscaldamento muscolare..." cercai di inventare delle scuse per scappare da quella situazione imbarazzante pur sapendo benissimo che il tempo a disposizione era ancora molto.
"Ce la farò, non mi chiamo mica Sara Celesti".
Gli diedi un pugno scherzoso sul petto e lui, pur non avendo sentito alcun dolore, fece finta di essersi fatto chissà quanto male.
"Minchia che freddo, mi spieghi perché hai aperto la porta?" si lamentò lui stringendomi maggiormente tra le sue braccia per sentire più calore.
"Siete tre uomini in una stanza disordinatissima e piena di vestiti sporchi sparsi letteralmente ovunque".
"Seh vabbè, sei esagerata".
"Buongiorno Alexino" disse Luca entrando in stanza.
"Oh, ciao Sarì" mi salutò sempre lui con una faccia maliziosa, al che io lo guardai male sperando di levargli dalla testa tutto quello che poteva immaginare.
"Luca, fammi un favore" lui uscì dal bagno con lo spazzolino in bocca e guardò il castano vicino a me per farlo andare andare avanti dato che gli era impossibile parlare avendo la bocca piena di dentifricio.
"Chiudi la porta, per favore. E quando hai finito chiudi anche quella della stanza".
Lui corse subito a chiudere quella del giardino del retro per poi finire di fare quello che stava facendo e chiudendosi anche l'altra porta alle spalle come richiesto da Alex.
"Ma non hai freddo con solo questo top" mi chiese una volta aver messo le sue mani sui miei fianchi e notando che li avevo scoperti.
"No, è a maniche lunghe e a lezione è comodo".
"Con chi hai lezione?".
"Seba".
"Ah nemmeno chiamarlo per nome intero, no, Seba".
"A te mica chiamo Alessandro".
"Ma è diverso" sbuffò sul mio collo.
"Cosa ci sarebbe di diverso?".
"Vabbè lascia stare va".
"Alex forse è veramente ora che ti inizii a preparare" gli dissi vedendo che erano già le 9:20.
Dopo quella brevissima discussione non ci siamo più parlati per almeno dieci minuti, infatti, la mia frase mise fine a quello che sembrava essere un infinito silenzio.
"Mhmh, solo 5 minuti" mugugnò accoccolandosi meglio al mio petto.
"Alex" lo richiamai.
"Che palle, io sto bene qui" sbuffò lui.
"Anche io Ale, però è veramente tardi ora. E se ti lasciassi altri 5 minuti ti addormenteresti di nuovo"
Prima di alzarci però decisi che era arrivato il momento di chiarire una cosa:
"Ale"
"Si?"
"Nel tuo nuovo inedito, Tra silenzi, ci sono alcune frasi che fanno dei riferimenti..."
"Non mi lasciò nemmeno finire la frase che disse: "sì, sei stata tipo la mia musa."
"Perché io?"
"Perché non tu?" mi rispose alzandosi da me e guardandomi negli occhi.

Dopo la mia lezione con Sebastian e dopo aver pranzato mi ritrovai fuori, nel cortile della casetta, con Rea che stava fumando.
Durante il pranzo eravamo sedute vicine e abbiamo parlato della nostra città, Bologna, e di come fosse possibile che non ci conoscessimo.
Più volte Alex ha cercato di parlarmi, ma non mi sembrava cortese nei confronti di Rea che stava già parlando con me.
A interrompere la nostra conversazione fu proprio lui che dalla porta che da fuori porta alla cucina disse: "Potete venire tutti a darci una mano, grazie" per poi sbattere la porta e rientrare dentro.
"Un po nervoso?" commentai la scena appena successa.
"Un pochino" rispose Rea ridendo insieme a me.

Spazio autrice:
Dopo quasi due mesi sono tornata!!
Mi rendo conto che è passato veramente tanto tempo dall'ultima che ho aggiornato la storia è mi dispiace davvero tanto.
Da un mesetto ho aperto la fan page su Ale e moltissime persone dopo aver saputo che sono io l'autrice di questa storia mi hanno fatto molti complimenti e mi hanno detto di continuare quindi dopo aver trovato un po' di tempo eccomi qui!
I capitoli che metterò questi giorni sono tutte le raccolte di idee che mi sono scritta durante le ore di lezione quando mi annoiavo e dopo aver aperto lo zaino, dato che lunedì ricomincia la scuola, ho ritrovato tantissimi fogli.
Questa settimana oltre ad aggiornare mi metterò probabilmente a sistemare i capitoli scorsi per sistemare eventuali errori di ortografia e cose che non mi piacciono.
Il capitolo non l'ho riletto perché devo finire i compiti e sono da 1 ora e mezza a scrivere.
Stasera penso di mettere un altro capitolo, il continuo di questo, quindi rimanete aggiornati 😶‍🌫️

Urlo e non mi senti | Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora