ventitré

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SARA'S POV

"Perché ovviamente devo essere sempre e solo io a sistemare in questa casa" sentii dire da Alex mentre stavo asciugando i piatti che Elena aveva appena finito di lavare.
"Come scusa?" mi girai subito verso di lui molto infastidita dalla frase appena detta dal castano.
"Dico, che sono sempre io a pulire in casetta".
"Ma scusami, io tutti giorni pulisco per finta? E ora cosa sto facendo? Sto parlando dei fatti miei con Elena?".
"No, ma ti ho dovuta chiamare perché tu eri fuori a parlare con Rea di chissà cosa".
"Alex appena tornata da lezione sono venuta a tavola senza nemmeno andare in camera, mi sembra normale uscire 5 minuti a rilassarmi parlando con una mia amica".
"Allora, intanto mi sembra che nessuno ti abbia costretta a non andare in camera quando sei tornata e poi magari anche io vorrei parlare 5 minuti con qualcuno ma non posso perché lasciate solo merda in giro e quindi per non prendere un provvedimento disciplinare devo pulire dietro a tutti".
"Alex ma esattamente chi ti vieta di parlare per 5 minuti con una persona".
"Ma magari la persona con cui voglio parlare, nonostante io ci abbia provato, continua a non calcolarmi".
"Sarebbe una frecciatina a me per prima?".
"No" rispose, ma dal tono capii che stava mentendo.
Elena intanto era andata via, probabilmente per non immischiarsi nella nostra lite.
In casetta c'era un silenzio assordante, alcuni erano a lezione, altri nelle camere a riposare o parlare in qualche sala comune.
Io e Alex restammo a sistemare la cucina senza nemmeno guardarci o parlarci.
Una volta finito di sistemare tutte le stoviglie andai a recuperare il mio borsone vicino alla porta d'ingresso, lasciato lì perché come ho detto prima non sono nemmeno andata in camera una volta tornata da lezione.
Mi diressi in saletta senza proferire parola, lasciando lì da solo Alex, dato che tra meno 10 minuti avrei avuto lezione di classico.

Una volta finita la mia lezione con il maestro Montesso, e una volta essermi rimessa la mia felpa, mi diressi verso la sala TIM, quando entrai vidi Alex farmi segno con la testa di sedermi accanto a lui.
Mi aveva tenuto il posto e si rivolgeva a me come se 2 ore prima non avessimo litigato.
Nonostante io fossi ancora arrabbiata accettai la sua proposta e mi sedetti tra lui e Luigi.
"Strano che non tiri fuori il tuo quaderno e i tuoi mille prodotti di cancelleria" mi disse Luigi però stando attento a non parlare troppo forte dato che la lezione di Renato Tornatolo era già iniziata.
Sentii Alex alle mie spalle ridere, probabilmente per la battutina del suo amico.
"Oggi non ce la faccio proprio, sono esausta" mi giustificai.
Ero solita a prendere appunti durante le lezioni in DAD ma oggi ero veramente stanca e il fatto di aver litigato con Ale prima di certo non mi avrebbe aiutata a concentrarmi.
Tornatolo continuava a parlare da circa un'ora ed io non riuscivo più a stare concentrata, di fatto mi passai le mani sul viso.
Alex, notando il mio gesto, mise la sua mano sinistra sulla mia coscia destra e mi sussurrò con tono un po' preoccupato: "Oi, tutto bene" .
Io annuii solamente e lui sembrò rimanerci male per la mia poca attenzione verso i suoi confronti.
Alex iniziò a far scivolare la sua mano al di sotto del tessuto della mia felpa facendo scontrare la mia pelle calda con i suoi anelli gelidi.
Al suo gesto sussultai un po'.
Mi stava provocando, e negli ultimi giorni sembrava essere diventata una vera e proprio abitudine farlo.
Infatti, non appena lui sentì la mia pelle d'oca farsi più evidente al suo tocco, lo vidi con la coda dell'occhio fare un sorriso soddisfatto e con fare ovvio, dato che sapeva che avrei avuto questa reazione.

Era ormai sera.
Una volta finita la lezione in DAD Alex mi trattenne nella sala TIM aspettando che tutti se ne andassero per poi alzarsi e porgermi la sua mano.
Io mi misi la giacca, mentre lui aveva solamente la felpa.
Ormai era quasi dicembre e fuori le temperature cominciavano a scendere parecchio.
Infatti una volta usciti dalla scuola lo vidi leggermente tremare per il freddo.
"Adesso spiegami. Siamo quasi a dicembre e tu dormi senza maglietta e esci fuori senza giubbotto?".
"Mi rivolgi la parola dopo 4 ore per sgridarmi, seriamente?" mi rispose ridendo e spintonandomi facendomi barcollare.
Io non risposi, mi limitai a ridere assieme a lui.
"Comunque scusa mamma, da domani la metto".

Dopo cena andai a farmi una doccia calda e 1 secondo dopo essermi messa sotto le coperte del mio letto sentii qualcuno aprire la porta: "Topo Gigia, perché sono impostati 28 gradi?" .
"Non lo so, io avevo detto 24".
"Si, ma qui sono 28 non 24" puntualizzò.
"Sarà stato Luigi, non lo so".
Lui stette li, appoggiato allo stipite della porta a guardarmi.
"Comunque io aspetto il mio bacio della buonanotte" dissi mettendo fine a quel momento di silenzio che si era creato.
"Ma non ci pensare neanche".
"Luigi e Serena già me lo hanno dato, manchi tu".
Lui si avvicinò al mio letto e mi rispose: "se te lo danno pure gli altri il bacio della buonanotte che ha senso ha che te lo dia anche io?".
Io lo guardai senza proferire parola, mi limitai a guardarlo e ad ammirarlo in tutta la sua bellezza.
Lui si avvicinò ancora di più a me mettendomi una mano tra i capelli.
"Vabbè dai, ciao" disse togliendola dopo avermi accarezzato la cute per un po' di tempo.
"Senza bacio però" continuò uscendo dalla stanza.
Io rimasi lì immobile ad osservare il soffitto.
Non stavo capendo cosa fosse appena successo.
Non stavo capendo che cosa Alex mi stesse facendo.

Spazio autrice:
Oggi ne ho messi due di capitoli, e direi che sono anche pochi per farmi perdonare per tutto il tempo che non li ho messi.
Comunque sto già cambiando i titoli delle parti, prossimamente sistemo meglio anche i capitoli vecchi.
Comunque ci sentiamo presto, ma non il presto di Alessandro 😶‍🌫️.

Urlo e non mi senti | Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora