~ due ~

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Seungmin

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Verso le due, circa, Seungmin lasciò finalmente il suo ufficio per poter andare a pranzo con il padre. I piani iniziali erano quelli di ordinarsi mangiare d'asporto per non distrarsi troppo da quello che doveva terminare, ma il messaggio di suo padre che lo invitava fuori a mangiare, per poter anche fare due chiacchiere, mandò in frantumi tutte le sue buone intenzioni di finire un giorno prima della scadenza.

Con un sospiro aveva digitato la risposta affermativa e lo aveva raggiunto all'ingresso del grande edificio. Salutò il padre e insieme uscirono per passeggiare fino al ristorante che l'uomo aveva scelto. Seungmin avrebbe preferito andare in macchina ma suo padre era un fanatico dello sport e della salute fisica e ogni scusa era buona per trascinarlo con sé in attività fisiche che a lui non piacevano per nulla.

Certo, ci teneva anche lui un minimo alla linea e cercava di limitare al meglio delle sue competenze il cibo spazzatura e i dolciumi di ogni tipo ma lo sport non rientrava affatto nel suo stile di vita. Era un tipo abbastanza pigro sotto quel punto di vista.

Dopo una mezz'oretta, in cui non aveva fatto altro che maledire mentalmente l'uomo per averlo fatto ghiacciare nel freddo di dicembre, raggiunsero finalmente il locale ed entrarono, venendo accolti da un caldo tepore che lo fece rabbrividire e sorridere.

L'uomo comunicò la prenotazione e vennero immediatamente accompagnati al tavolo dal cameriere, che sorrise un po' troppo al minore ma lui non ci fece caso. Poggiò il pesante giubbotto sulla sedia e si sedette, afferrando subito un pacchetto di grissini.

Ordinarono il cibo e nell'attesa iniziarono a parlare, ovviamente il primo argomento fu il lavoro. Come si aspettava suo padre gli chiese delle consegne che aveva in programma e lui non perse tempo a rassicurarlo, affermando che fossero tutte pronte.

"C'è un motivo particolare per questo invito?" Chiese sgranocchiando un grissino.

"Devo avere un motivo per andare a pranzo con mio figlio?" Lo guardò ridacchiando appena.

"Certo che no." Si affrettò a dire, non volendo offenderlo. "Solo che solitamente in questo periodo dell'anno sei molto preso tra lavoro, meeting e riunioni e tendi a chiuderti nel tuo ufficio fino a tarda sera."

"Beh, quest'anno ho deciso di cambiare!" Sorrise, poggiando le mani intrecciate sotto il mento.

"Cosa?" Aveva sentito bene? Suo padre aveva usato la parola cambiare in una frase che non fosse inserita nel contesto lavorativo? Stava davvero succedendo?

L'uomo rise e prima di poter dire una parola vennero interrotti dal cameriere di poco prima che gli portò ciò che avevano ordinato: bistecca al sangue e patate al forno per suo padre e trancio di salmone con carote croccanti per lui.

"Perché sembri così sorpreso?" Sorseggiò il vino.

"Di solito non usi la parola cambiare al di fuori dell'ambito lavorativo."

"Non è vero!" Provò a difendersi ma lo sguardo serio del figlio lo fece arrendere. "Okay, è vero. Ma c'è sempre una prima volta per tutto."

Deglutì il cibo, "e cosa intendi modificare?" Chiese curioso e speranzoso.

Prese un sorso di vino e gli sorrise, facendo sorgere un fiamma di speranza nel cuore del minore.

"Ho riflettuto a lungo anche con tua madre su questa decisione. Oramai sono arrivato alla soglia dei sessanta e se tengo davvero così tanto alla mia salute è bene anche che mi occupi di quella mentale."

Seungmin lo guardò, "quindi?" Addentò il salmone.

"Quest'anno faremo tutti una vacanza di famiglia! Partiremo il 23 mattina e andremo a New York!" Sorrise.

Il moro quasi si strozzò. Si diede dei colpetti sul petto e prese un lungo sorso di vino prima di far uscire anche a parole il suo stupore.

"Stai scherzando?!"

Rise. "No, Minnie. Perché dovrei?"

"Beh, da quando sono venuto a lavorare con te le vacanze non so nemmeno cosa siano. Soprattutto quelle di Natale."

"Mi stai dipingendo come il Grinch!"

Lo guardò mordendosi il labbro e grattandosi la nuca imbarazzato. "No.."

L'uomo incrociò le braccia al petto con un espressione seria, che subito dopo si trasformò in un sorriso.

"So di essere stato molto duro e intransigente per quanto riguarda il lavoro e il bene dell'azienda e mi rendo anche conto di averti privato degli anni più belli della tua gioventù, ragion per cui mi sono fatto un esame di coscienza." Lo guardò.

"Non preoccuparti papà"

"Mi dispiace, davvero. Avrei dovuto essere più flessibile e lasciarti i tuoi spazi, cosa di cui ti ho totalmente privato. Prometto che cambierò!" Disse sinceramente.

"Non devi cambiare nulla. So quanto tieni all'azienda e che almeno io la porti avanti siccome.. beh lo sai, siccome lui non può più." Si intristì un poco.

Suo padre sorrise malinconico e si allungo per prendergli la mano. "Ti vorrò sempre bene, qualsiasi scelta tu voglia prendere per il tuo futuro. La rispetterò e ti farò da supporto, lui vorrebbe questo per te."

Annuì sentendo un leggero vuoto al petto. "Grazie papà, lo apprezzo davvero." Sorrise ricambiando la stretta della sua mano.

Si guardarono per qualche istante, come se potessero sentire la sua presenza solo osservandosi e stringendosi la mano. Lui era la persona più adatta a portare avanti l'azienda di famiglia, colui a cui pensavano ogni giorno chiedendosi come stesse ora che si trovava altrove.

L'uomo scosse la testa mettendosi composto, passandosi le mani sugli occhi per asciugare le piccole lacrime che erano sfuggite.

"Tornando al discorso viaggio di famiglia," lo guardò accennando un sorriso. "Staremo alla Grande Mela per circa tre settimane, in modo da poter vedere più cose possibile e goderci al meglio il clima natalizio."

Annuì, "magari riesco anche a uscire con Felix. So che va lì anche lui, magari è persino lo stesso Hotel!"

"Lo spero. Ti farà bene staccare per un po' e uscire con lui," sorrise. "Io e tua madre usciremo sicuramente con i suoi genitori, non li vediamo da tempo e con i rispettivi lavori è sempre stato difficile trovare un giorno che accontentasse tutti."

Sorrise, "le vecchie cene a casa Lee sono le migliori!"

"Come darti torto. Mary cucina un bulgogi strepitoso, anche meglio di quello che fa tua madre." Lo guardò ridacchiando, "ma tu non dirglielo."

"La penso come te e siccome ci tengo alla mia vita puoi stare tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me!" Rise.

L'uomo sorrise e continuando a mangiare parlarono di svariati argomenti, ridendo e scherzando come non facevano da tempo. Gli erano mancati davvero molto quei momenti padre-figlio.

Un Natale alternativo  -  ChanminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora