"Buon Natale, Seungminnie!" Urlò il rosso, spalancando le tende della sua enorme camera.
Il nominato si lamentò, rigirandosi nelle coperte sotto le quali si nascose per scappare dalla luce che entrava dalla finestra.
"Oh, andiamo! Devi svegliarti, è arrivato il magico giorno dell'anno e il sole è già alto." Sorrise togliendogli le coperte.
"Yah!" Si mise seduto di scatto, guardandolo male. "Ti hanno mai detto che a Natale sono tutti più buoni?"
"Sì, lo so perfettamente!" Sorrise sornione.
"Allora perché mi svegli in questo modo alle otto della mattina?!"
"Perché dobbiamo fare colazione e alle nove in punto dobbiamo uscire!" Spiegò andando verso l'armadio dell'amico per cercargli qualcosa da mettere.
"Perché proprio alle nove?" Sbuffò alzandosi.
"Almeno avremo tre ore buone per fare shopping in città prima del pranzo con le nostre famiglie," spiegò guardandolo.
"Intendi dire che tu farai compere e io ti terrò le buste?" Lo allontanò dal mobile.
Sbuffò, "anche tu comprerai qualcosa! Ti aiuterò io."
Seungmin lo spinse delicatamente verso la porta, "vai convinto."
"Eddai! Siamo a New York, devi pur acquistare qualcosa! Se non qui dove?"
Lo fece uscire, "nel solito negozio dove compro vestiti!" Sorrise sarcastico e gli chiuse la porta in faccia.
"Yah! Sei uno stronzo."
"Ti ringrazio!" Si stiracchiò per bene.
Il rosso lo avvisò che lo avrebbe aspettato nella hall. Seungmin annuì, più a sé stesso, e si spostò in bagno per lavarsi il viso e darsi una pettinata al nido che aveva in testa, cercando di rendersi presentabile.
Tornò in camera per cambiarsi, mise le scarpe e assicuratosi di avere la chiave della stanza uscì.
Si guardò intorno curioso e camminò fino agli ascensori, entrò nel primo che trovò libero e premette il tasto per scendere al piano terra. L'abitacolo iniziò a muoversi ma anziché scendere salì, alzò le spalle e riprese a leggere l'articolo sul principe Bang che gli era apparso non appena aveva aperto i social.
Le porte si aprirono e alcune persone presero posto, riempiendolo. Una voce burbera si fece spazio nelle sue orecchie.
"A che piano deve andare?"
Alzò lo sguardo notando che l'omone stava tenendo aperte le porte in attesa della sua risposta.
"Oh, mi scusi. Vado al piano terra." Sorrise con un piccolo inchino.
L'uomo annuì semplicemente, schiacciò il pulsante e osservò le porte chiudersi mentre lui restava sul pianerottolo.
Scosse la testa confuso e riportò lo sguardo sul dispositivo, prestandogli completa attenzione.
"Sai, non dovresti credere a tutto ciò che leggi su internet riguardo alla famiglia reale della Corea del Sud."
Quella voce, proveniente dalla sua sinistra, era calda e gentile al contrario di quella del burbero e aveva un forte accento australiano, cosa che gli causò un leggero tremolio allo stomaco.
Non poteva farci nulla, aveva un grande debole per quell'accento. Sentirlo dal vivo aveva tutto un altro effetto rispetto a quando sentiva, per esempio, il principe alla tv.
"Perché non dovrei crederci? Sono comunicati ufficiali."
Il ragazzo ridacchiò. "Perché, la maggior parte delle volte, sono un mucchio di stronzate che raccontano per mettere in giro voci e creare pettegolezzi."
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Un Natale alternativo - Chanmin
Ficção AdolescenteUn incontro inaspettato, una proposta allettante e un Natale immerso nella neve.