poesie

La Mia Paura

Del cuore animale
la paura s'avvale:
lo stringe, lo scalcia,
lo fa scalpitare.
L'anima cruda sudare,
il ventre scalciare:
un bambino dal peso
adulto e fatale.
Si nutre della debolezza
poiché rimproverata
dalla sicurezza.
Ci fa sotterrare;
la paura è tumorale,
sovrannaturale.
L'irrealizzabile desiderio
dell'apparire o del soffocare?

Mimetico, simmetrico,
un incubo malefico.
Nel macabro cimitero
un disegno simile al mio
mi fa spaventare.
Mi fa immaginare
un futuro incerto,
uno stupido progetto,
un infinito traghetto
e il suo traghettatore
sono infelicemente io,
e conduco questa barca
oltre l'orizzonte,
e al nascer delle tenebre
sono a guardar comoda
lo specchio lacustre.

E poi un rumore mi invade,
nel silenzio tutto si accende:
una fiamma sola arde.
La guardo e troppo mi avvicino,
la sfioro e mi brucio;
le nivee dita scosto,
le tasto, le soffio.
Il calore mi duole,
mi delude.
E poi silenzio,
tutto tace,
ma la mia anima
non è ancora in pace:
vuole vedere quel lato nascosto,
quell'indicibile ricordo.
Un morso disperato
di un animale balordo.
La mia indole sporadica
mi vieta un contatto,
e rimango isolata;
da me stessa imprigionata
in una gabbia d'oro e di rancore,
per colpa di un codardo timore.

La paura mi trasporta,
mi fa scivolare.
Sento la carne rabbrividire
al mio lento fuggire.
Nascosta dalle mie paure
gioco spensierata
nel campo dell'amore,
ove sento sibilare
una velenosa serpe;
pronta a soffiare
e a mordermi velocemente.
Sento strisciare:
vorrei scappare,
vorrei volare.
Ma non posso lanciarmi
nel profondo vuoto;
senza le mie ali potrei cadere,
eppure non verrai morsa.
Cadrò, ma infondo,
quanto mi importa?

Paura, paura,
ti fa congelare,
poi scongelare.
Ti vieta il ricordo,
ti riempie di rimorso,
prosciuga il tuo orgoglio.
Paura, paura,
lenta nasce,
vittoriosa sparisce.
Mentre insensibile accudisce
gli orfani dalla tua infanzia
che tramuta in bestie assetate di sangue.
Poi ti ci fa giocare,
innamorare.
La mia paura è brutale.
E.V.