De Amore

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Dopo aver visto Harry tenere sulle gambe sua sorella Daisy, farla saltellare e regalarle piccole carezze sulla pancia per farle il solletico, Louis era davvero andato in crisi. Il problema era che da tutta la mattina si sentiva stranamente teso, ogni volta che guardava il più piccolo era come se sentisse una fitta nel petto, gli mancava il fiato e pressava le labbra insieme perché, era irrazionale che stesse già accadendo, ma aveva quattro parole pericolose sulla punta della lingua.

La sera del suo compleanno, sotto insistenza della sua famiglia, erano rimasti a dormire a casa di sua madre e del suo compagno, Mark, perciò quella mattina erano passati dall'appartamento di Louis solo per prendere i regali per tutti e avevano invitato anche Anne e la sorella di Harry da Jay, per passare il pranzo di Natale tutti insieme. Le loro famiglie si erano subito trovate benissimo insieme, concordando di scartare i regali da subito per non far aspettare i bambini troppo, già frementi mentre gironzolavano attorno all'albero. 

Le sorelle di Louis, scartando i regali da parte sua, capirono quasi subito che doveva esserci lo zampino di qualcun altro, per quanto fossero diversi da quelli che avevano ricevuto negli anni passati. Alazarono un sopracciglio in direzione di Harry, che scrollò le spalle e fischiettò come un finto tonto. 

"Tienitelo stretto, Boo, okay? Non voglio più vedere sempre gli stessi kit di trucco tutti gli anni sotto l'albero. Grazie mille, Harry" sospirò Lottie, andando ad abbracciare quest'ultimo sul divano.

"Sì, grazie mille, Harry" ripeterono quasi in coro tutte le altre, soffocandolo con le loro braccia. E già lì, Louis si era accorto di essere messo parecchio male.

"Di nulla, ragazze" ridacchiò Harry, inglobandole tutte e facendo loro un occhiolino complice, "l'anno prossimo mi dite bene cosa volete e ci penso io."

"Io lo so già!" strillò Daisy, tirandolo per una mano, "Vieni, che ti faccio vedere sul giornalino dei giochi."

"Eccomi, eccomi" si affrettò ad alzarsi in piedi lui, seguendola in direzione della sua cameretta, "Vogliate scusarmi, devo adempiere al mio dovere di cognato" disse a tutti gli altri, prima di sparire nel corridoio.

"Se non lo sposi, Boo..." lo minacciò con il dito alzato Fizzie, la seconda più grande.

"Félicité!" la guardò di traverso Louis, con gli occhi sgranati, lanciando poi un'occhiata di scuse ad Anne e Gemma.

"Oh, noi siamo d'accordissimo. Harry non è mai stato così sereno come lo è attorno a te, caro, e il fatto che passiate così tanto tempo insieme senza che nessuno vi obblighi," alzò le mani Anne, "diamine, vorrei che il mio matrimonio fosse stato così spontaneo. Non è che ci abbiano combinati insieme, ma convivere con Des... Ringrazio il cielo che sia finita."

"Io con Harry sto davvero benissimo" annuì serio Louis, "è dolce e andiamo d'accordo, parliamo di tutto e ci piacciono praticamente gli stessi cibi. A me le verdure di meno, ecco. Però per lui posso iniziare a mangiarne un po'."

"Aww, ma che tenero" esclamò Gemma, coprendosi la bocca con le mani. A Louis fece sorridere quanto lei e Harry si somigliassero, nei gesti.

"Lasciate in pace il mio Lou" annunciò la voce di quest'ultimo, prima che comparisse con la piccola Daisy in braccio, che ora aveva un cappellino da Babbo Natale in testa e una spada spuntata da chissà dove.

"Sì, lasciatelo in pace, il nostro Lou!" ripeté lei, sventolando la lama di plastica a destra e a manca.

"Ti hanno fatto qualche test della personalità per decidere se andiamo bene insieme?" chiese Harry, sedendosi al fianco del maestro e lasciando che la bambina si appoggiasse al suo petto, tranquilla.

"Noi?!" si indignò Gemma, "Stavamo solo organizzando il vostro matrimonio."

"Ovviamente" alzò gli occhi al cielo suo fratello, "Guarda che ci siamo messi insieme nemmeno una settimana fa. Non ci siamo neppure ancora baciati" disse con nonchalance, guadagnandosi risate e versi di sdegno in risposta.
Poi, rivolto solo a Louis, con quei verdi occhi innocenti: "E poi manca il fatidico ti amo"

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