CAPITOLO 8

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Mentre scendevano le scale, Sparkle si voltò velocemente per affrontarlo, sentendosi piuttosto imbarazzata da tutto quello che vedeva e sentiva.

"Senti, credo di dovertelo dire... Io non... non sono per niente contenta di dover vivere qui... con te."

Kaleb la fissò intensamente e lei desiderò che lui non lo avesse fatto. Perché riuscì solo a confonderla.

"So che sei molto ricco e potente e sono convinta che Londra è piena dei tuoi minions che fanno avanti e indietro per esaudire ogni tuo piccolo desiderio, ma... a parte tutto questo, io non so che tipo di persona sei realmente."

Lui si rilassò e mise le mani nelle tasche.

"Come diavolo faccio a spiegarti che tipo di persona sono?" domandò lui inclinando leggermente la testa mentre la fissava. "In questa situazione, la sola cosa che puoi fare è... fidarti di me."

Sparkle arrossì con violenza e distolse lo sguardo.

"Mi è capitato di leggere nei giornali che sei un personaggio piuttosto... impegnato... con le donne..."

"Ma davvero?"

Lei fece un respiro profondo e alzò gli occhi che incontrarono quelli di Kaleb. E per mortificarla ancora di più, scrollò la testa e sulle labbra gli apparve un sorriso così mozzafiato da farla tremare.

"Ti posso assicurare che non ho brutte intenzioni," disse Kaleb sorridendo ancora.

Sparkle si rese conto di quanto fosse minacciosamente affascinante quando sorrideva.

"Ti do la mia parola che potrai dormire tranquilla, senza paura che io abbatta la porta in cerca di... qualcuno da portare nel mio letto."

Lei desiderò con tutto il cuore che il pavimento si aprisse in quel momento e che la inghiottisse per sempre. O meglio, che inghiottisse lui per sempre.

"Io non intendevo..."

'E che cosa non intendevo?' pensò, bloccandosi di colpo.

"Guarda, per essere chiari... per me tu sei ancor una bambina."

"Non sono affatto una bambina!"

"Ah, no?"

Lui sollevò le sopracciglia ancora divertito.

"Be'... Forse ho sbagliato a dire le cose. Il modo giusto era..."

"Non c'è un modo giusto o sbagliato di dirlo," disse Sparkle, rigida, facendo appello a tutta la sua calma. "Comunque, lascia stare... Ho capito benissimo quel che vuoi dire."

Poteva sentire la vena del collo pulsare impazzita. Quello che lui volva dire era che non poteva essere attratto da una ragazza... Non era mai stata una bellezza, come Roxie. Le sue forme erano troppo... piatte, i capelli senza volume... Gran parte della sua adolescenza, l'aveva passata vestendosi e comportandosi più come un maschio che come una femmina. Ed era piuttosto imbranata accanto a uomini così sofisticati come Kaleb Brantley.

"No, Sparkle... Tu non sai assolutamente cosa voglio dire."

Non voleva ascoltare quello che lui aveva da dire, ma, da un lato, un masochistico istinto la rendeva ansiosa di sentire ogni spiacevole parola.

"Non c'è bisogno di elaborare il concetto," si affrettò lei a dire, prima che Kaleb si lanciasse in una diatriba sulla sua totale mancanza di grazie femminili. "Ognuno di noi ha il suo tipo ed io sono molto contenta che tu sia stato onesto con me."

UN NATALE PER RICOMINCIAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora