(Harry's POV)
Potevo dire che mi ero stupito a vedere Nico in serpeverde.
Aveva un'aria neutrale, naturale, che mi faceva stupire: sembrava sempre altrove, e invece c'era.
Ma magari mi sbagliavo. Magari era cattivo dopotutto. Sennò per quale ragione era finito in Serpeverde?
Ron la pensava esattamente come me, mentre Hermione continuava a ribadirci che nelle qualità per essere serpeverde non c'è cattivo: c'è ambizioso, leader, astuto, ma di certo non cattivo.
Non sapevo chi ascoltare.
Considerando che la maggior parte delle lezioni i serpeverde le avevano con i grifondoro, io chiedevo sempre a Ginny informazioni su Nico, fingendo di essere semplicemente curioso.
Ginny la maggior parte delle volte mi rispondeva: era chiaramente curiosa anche lei di scoprire di più a riguardo del nuovo studente, e sembrava capire la mia voglia di scoprire qualcosa.
Avevo parlato pochissimo con Nico, ma mi sembrava sbagliato ignorarlo così.
Dopotutto, che male aveva fatto? Una persona disposta ad adottare un gattino cieco non dev'essere tanto male, no?
Purtroppo, con l'avvicinarsi degli esami era difficile avere un momento libero con il quale provare a parlare con Nico.
Hermione costringeva me e Ron a studiare ogni volta che coglieva l'occasione (cioè sempre).
Non vedevo Nico dallo smistamento, tranne qualche momento dove lo vedevo sovrappensiero nei corridoi o a colazione, pranzo e cena.
Non sembrava felice. Osservava il vuoto e non parlava con nessuno, mentre Malfoy e i suoi "amici" chiaramente ridevano di lui.
Nico aveva la testa altrove, chiaramente.
(Nico's POV)
La scuola, di per sé, non era brutta.
Le lezioni non erano difficili, e mi consideravo fortunato di aver sistemato il mio rapporto con Persefone, perché se non l'avessi fatto probabilmente l'ora di Erbologia sarebbe stata un inferno.
Sì, la scuola non era male.
Erano le persone che conteneva il "male".
Già dal primo giorno maledissi i dormitori in comune. Avevo ancora incubi sul Tartaro, i ricordi e il dolore provato ancora freschi sulla pelle.
Sapevo che mettevo a disagio i miei compagni di stanza, con i quali non avevo nemmeno mai parlato.
Harry, Ron e Hermione mi ignoravano.
Sole e Stige (ovviamente, non potevo non dare un nome poco originale al mio gufo, dopo aver chiamato il gatto Sole) erano gli unici a tenermi compagnia.
Un giorno ero in biblioteca. Stavo leggendo, o più precisamente cercando di tradurre quei geroglifici utilizzati nella scrittura chiamati alfabeto, quando una voce disse: "Nico!"
Ok, magari non era tanto strano che qualcuno dicesse il mio nome.
Ma quando uno sta terminando di tradurre una parola che inizia con "per" e ha appena individuato che il geroglifico successivo è "c", almeno merita di poter finire di tradurre la parola, no?
No. Harry mi travolse, correndo, facendomi cadere a terra.
Escludendo che di principio in biblioteca è vietato sia correre che urlare, mi stupivo che Potter fosse ancora vivo: la bibliotecaria era molto severa.
"Hey Nico" disse Harry raddrizzandosi gli occhiali. "E... scusa, non avrei dovuto correre" aggiunse aiutandomi a rialzarmi.
"Questo non è un comportamento da persona civile, sai? Normalmente, le persone non ti saltano addosso per salutarti" dico cercando di raddrizzare le pagine del povero libro. Probabilmente non avrei mai scoperto quale parola c'era scritta lì.
"Sì, hai ragione, scusa. Comunque... ti va di fare due passi e chiacchierare?" chiese.
Mi andava? No, volevo finire il libro (ed ero solo a pagina 5 di 100, avevo passato il pomeriggio a tradurlo perché non esisteva una copia in greco antico). Ma dissi di sì.
Cominciammo a camminare senza parlare. Io avevo Sole in braccio, perché non mi fidavo a lasciarlo solo nel dormitorio, escludendo durante le lezioni.
Stavamo andando verso la guferia.
Una volta lì, Harry si avvicinò a Edvige.
Io non dovetti nemmeno voltarmi che Stige mi piombò addosso, fissandomi.
"Hey Stige. Perché mi guardi sempre così?" chiesi, mentre gli porgevo del cibo.
Lui lo afferrò e si sollevò in aria.
"Hai anche un gufo?" chiese Harry.
"Sì. Preferisco i gatti, ma Stige è simpatico, nei suoi giorni felici" risposi.
"Stige?"
"Sì. Come uno dei fiumi degli Inferi nella mitologia. Diciamo che nella mia famiglia la mitologia è molto presente, e il Regno degli Inferi era il preferito di mia mamma."
Ok, non ero stato preciso, ma non potevo far saltare la mia copertura.
"Era?" chiese. Ecco una cosa che non volevo rivelare: che mia madre era morta.
Ma non potevo mentirgli su questo.
"Mia madre è morta quando avevo 5 anni" risposi, senza guardarlo in faccia.
"Oh, mi dispiace. Ti capisco, so cosa si prova a crescere senza genitori. Ma tuo padre? E hai sorelle o fratelli?" chiese.
"Mio padre mi chiama solo se ha bisogno di me per qualcosa. E ho una sorella più piccola, si chiama Hazel" risposi.
"Oh. Ok."
Non aggiunse altro. Non che ci fosse altro da aggiungere.
(Harry's POV)
Quindi non aveva una madre. Però aveva una sorella, e si vedeva da come mi aveva detto il suo nome che ci teneva a lei, e sinceramente non potevo dargli torto. Dev'essere bello avere un fratello o una sorella lì per te nei momenti peggiori.
Sembrava che mi nascondesse qualcosa, comunque. Quando aveva detto 'sorella' sembrava sofferente.
Magari aveva un'altra sorella che l'ha abbandonato o è morta.
Dev'essere brutto perdere i parenti più stretti.
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Quando salutai Nico per tornare a studiare mi accorsi che non avevamo veramente parlato. Piuttosto, sembrava che lui mi avesse confidato un segreto.
Non sapevo a cosa pensare.
Decisi che per il momento avrei lasciato perdere.
Author Notes: Ma ciao my little Shadows! Vi è piaciuto 'sto capitolo? Mi auguro di sì.Oggi non ho nulla da dire 🥲 mi disp.
Beh, Goodbye Y'all!
-Shadow
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Nico Di Angelo a Hogwarts
FanfictionTrama: Nico Di Angelo si ritrova immischiato in un grave problema: Ecate lo spedisce indietro nel tempo per aiutare Harry Potter, un giovane mago di 16 anni, a sconfiggere il mago oscuro più potente mai esistito. Tra incantesimi, gatti e posta, rius...