A Midsummer Night

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~ Oblivion, Bastille ~

<< Davvero non posso credere che quello stronzo del professor Higgins ci abbia assegnato un libro come "orgoglio e pregiudizio" per le vacanze estive >> Si lamentò Ben, premetti la spalla contro l'orecchio in modo da poter sentire meglio attraverso il ricevitore, nel mentre cercavo quel fatidico libro.

<< Già >> Lo assecondai, anche se in realtà amavo quella storia.

Quando mi accorsi che tra la montagna di volumi che possedevo nella mia camera non vi era quello che stavo cercando iniziai a preoccuparmi. Decisi di guardare in camera di Melanie, anche se cercavo di evitare quel posto, nonostante fosse passato più di un anno dalla sua morte.

Quando aprii la porta della stanza, una ventata di profumo mi fece gelare il sangue nelle vene. Mi guardai intorno, convinta di ritrovarla sdraiata sul letto o seduta alla scrivania davanti al computer, solo pochi minuti dopo mi accorsi che lei non c'era.

Lei non era lì, e nemmeno in un'altra stanza, in un altro posto o dall'altra parte del mondo, lei non esisteva più.

Serrai gli occhi e quando li riaprii fissai il soffitto, il solito metodo che usavo per impedire che le lacrime iniziassero a scendere.

<< Terra chiama Naomi >> La voce di Ben mi riportò alla realtà.

<< Si, si ci sono >> Risposi con voce roca, a causa del groppo in gola che si era formato alla vista della stanza di Melanie. Mi avvicinai alla libreria ed iniziai a controllare tra l'enorme quantità di libri di mia sorella.

Leggere era una delle tante cose che ci accumunavano.

<< Bene, perché ho scoperto una cosa su Ashton >> Rispose il mio amico, mi fermai di scatto, con una mano a mezz'aria.

<< Cosa? >> Chiesi, ebbi una strana sensazione che iniziò a pesarmi sullo stomaco.

<< Lo hanno avvistato in un locale, a poche miglia da StoneHills, era ubriaco fradicio >> Raccontò Ben. Ed in un lampo il groppo in gola che mi si era formato iniziò a stringersi sempre di più, quasi impedendomi di respirare.

Poche settimane dopo il funerale di Melanie, Ashton sparii. Si ritirò da scuola, cambiò casa, non si fece più vedere. Era scappato dai ricordi, era scappato da StoneHills. Nessuno lo vide più.

Come biasimarlo.

Ogni cosa qui mi ricordava Melanie.

Le foglie che cadevano dagli alberi, il vento gelido che caratterizzava il clima di quella piccola contea, il profumo del mare e dei fiori. Iniziai a chiedermi, se da qualche parte, ovunque Melanie fosse, riuscisse a sentire la mia mancanza.

Scossi la testa, scacciando via quel pensiero. Guardai negli ultimi ripiani della libreria, e, quando vidi "Jane Austen, orgoglio e pregiudizio" mi allungai per acciuffarlo. Ma i ripiani alti non sono i migliori amici delle ragazze basse, così dovetti arrampicarmi per riuscire a prenderlo. Lo afferrai con due dita e lo estrassi dalla libreria di mogano. Ma, sbadata come sono, persi l'equilibrio.

Riuscii a tenermi attaccata al mobile mentre il libro cadde ai miei piedi.

<< Stai bene? Ho sentito un tonfo >> Domandò Ben interrompendo il suo racconto di come rimorchiò un ragazzo la sera prima in discoteca, che io ovviamente non avevo ascoltato.

<< Sì, stavo cadendo dalla libreria >> Gli risposi, mi accucciai a terra per prendere il libro ma quando lo tirai su, notai che in mezzo alle pagine vi era una lettera.

<< Ben, ti richiamo più tardi >> Dissi al mio amico prima di chiudere la chiamata.

Osservai la lettera, titubai nell'aprirla, doveva essere di Melanie. La curiosità ebbe la meglio. Aprii la busta e spiegai il foglio di carta.

L come Luce

Luce.

Da molto tempo mi domando quando riuscirò a vederla davvero. Quella luce di cui tutti parlano, così abbagliante e vivida. A volte la sogno.

Certi giorni ho voglia di raggiungerla.

Ma non posso. Anche se la malattia si sta portando via ogni fibra di me. Anche se la morte possa sembrare una così dolce e meravigliosa soluzione.

Non posso andarmene. Devo vivere per Naomi, per i miei genitori, per Ashton.

Ashton.

Mi chiedo se riuscirà a sopportare tutto questo.

A volte vorrei non averlo mai conosciuto.

Se solo avessi saputo molto prima di essere malata, avrei scelto di lasciarlo andare quella notte.

Sento che sto per scomparire.

Ho paura.

--

Rilessi quella lettera un centinaio di volte.

Fino a quando la pioggia iniziò a picchiettare sulle finestre della camera di Melanie, mentre io ero seduta sul suo letto e la notte iniziava a scendere sopra i tetti delle case.

Erano le dieci di sera quando riposi il pezzo di carta nella propria busta e corsi fuori di casa, diretta al cimitero di StoneHills.

Ignoravo la pioggia che picchiava violentemente sulle mie spalle, costringendomi a barcollare per le strade della città deserta. I miei vestiti erano zuppi ma sotto la maglia continuavo a serrare quella busta, l'unica cosa rimasta asciutta. La sentivo pulsare contro il mio petto, come se fosse viva.

Raggiunsi l'enorme cancello e lo superai.

<< Hey ragazzina >> Urlò un uomo alle mie spalle, probabilmente il guardiano del cimitero.
Lo ignorai ed iniziai a correre in mezzo alle lastre di pietra, inciampando un milione di volte. Riconobbi l'albero in cui un ragazzo dai capelli rossi era seduto a fissarmi più di un anno fa.

Lo superai.

Quando mi ritrovai davanti alla tomba di mia sorella la fissai, come se fosse davvero lì. Anche se credevo con tutta me stessa che non fosse vero, lì c'erano solo un mucchio di ossa.

Non seppi mai cosa mi passò per la testa in quel momento.

Ricordo solo che sfilai la busta da sotto la mia maglia bagnata e la allungai verso la lastra di marmo.

<< COSA STAI CERCANDO DI DIRMI? >> Urlai interdetta. Delle lacrime che avevo trattenuto iniziarono a scendermi lungo il viso. Il mio corpo venne scosso da singhiozzi rumorosi.

Gridai il nome di mia sorella infinite volte prima di cadere a terra.

Continuavo a stringere in mano la lettera mentre la mia guancia bagnata sfregava contro il suolo. Sentii un dolore lancinante alla tempia. Fissai i lampioni del cimitero che brillavano nella notte buia. Chiusi gli occhi, credetti che non li avrei mai più riaperti.

Poi sentii delle mani cingermi la vita.

Sollevarono il mio corpo debole.

Poggiai la testa sopra la spalla dell'uomo che mi aveva salvata.

Tra le luci della notte distinsi il suo colore di capelli, Rosa.

<< Michael >> Riuscii a sussurrare prima di perdere i sensi.

Scars // Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora