Capitolo 9

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P A T R I C K' S
P O V

Non ce cosa peggiore di essere innamorati della propria migliore amica.

C'è stata tanta merda nella mia vita, ma Arlene era il sole.

Quando stavo male andavo da lei e mi sentivo al sicuro.

era ed è tutt'ora la mia casa.

Tuttavia, nonostante in questi anni abbia provato a farla innamorare di me, il piano non è mai andato a buon fine.

Sono sempre stato zitto quando mi raccontava dei ragazzi che si baciava, o di quelli che si portava a letto.

Ironia della sorte, sono stato la sua prima volta.

Ma per lei non ha significato ciò che ha significato per me.

Ho provato ad andare avanti, soprattutto quando lei era in riformatorio, ma nonostante cercassi di far prendere ai miei pensieri una piega diversa, finivano sempre lì.

Andavano sempre su quell'unica persona che per me resterà l'amore della mia vita.

Arlene.


Mi sento patetico per i miei pensieri.

Stasera, per distrarmi andrò al posto.

Scendo dal letto, mi tolgo le cuffie e prendendo le chiavi della mia macchina, esco dalla porta.

Entro in macchina e metto subito la musica.

magari quella mi aiuterà a non pensare.

Venti minuti dopo, accosto al capannone e scendo.

Vedo subito Alan che parla con Josh di qualcosa.

«giuro, mi ha lasciato lì come un coglione..» sbuffa mentre finisce il discorso.

«ehi, cazzoni» dico salutando.

«fratello, come butta?» mi chiede Josh dopo avermi dato una pacca sulla spalla.

«bene tu?»

«bene, prima che Alan non mi rompesse i coglioni con la storia di ieri sera» alza gli occhi al cielo.

«che storia?» chiedo confuso.

«siamo stati in un night club, il pink, e Alan dopo aver visto un'esibizione si è infatuato di una spogliarellista chiedendogli un privé.
Lei c'è andata, si è strusciata un po' su di lui e poi l'ha lasciato con un'erezione non indifferente nei pantaloni e a lui non va giù.»

Scoppio subito a ridere.

«tu ti sei...»
«ti sei..»

Non riesco a parlare dalle risate, ho le lacrime agli occhi.

«hai finito Pat?» mi chiede Alan scocciato.

«si, scusa un minuto»
«okey ci sono» confermo.

«bene, perché non ce niente da ridere» borbotta.

«sicuro?» chiedo.

Mi tira un'occhiataccia ed entra nel capannone.

THE HIDDEN CRIMESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora