Capitolo 8

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A L A N' S
P O V ⚠️


La sera, di solito sto in camera, disteso sul letto a non fare un cazzo.

ma non stasera, purtroppo.

due ore fa mi è arrivata la chiamata di Josh, che mi diceva che stasera sarebbero usciti e mi volevano con loro.

Non avevo voglia, ma mi hanno trascinato comunque fuori dal letto.

Mi sono vestito, pettinato, messo le scarpe e sono uscito.

Non ho idea di dove vogliono andare.
Spero almeno che sia un posto decente.

Mentre guido, ascolto sempre le canzoni.

Il mio gruppo preferito in assoluto sono i Maroon 5.

Infatti, anche adesso alla radio sta suonando memories.

È una delle canzoni che più preferisco.

Forse perché parla del sentimento della nostalgia, quel flusso di ricordi e di sensazioni che ci riporta a pensare al passato e che ci rende infinitamente umani.

Perso nei pensieri, mentre guido, inizio a canticchiarla.

«there's a time that I remember, when I did not know no pain..»

Continuo così per tutto il tragitto, finché la canzone non finisce e non mi ritrovo davanti ad un night club.

un fottuto night club, ma che cazzo.

I miei amici sono davanti all'entrata, tutti sorridenti, soprattutto Josh.

Parcheggio in uno dei posti liberi e scendo dalla macchina aggiustandomi i capelli.

«brutti imbecilli mi spiegate perché siamo venuti in un night club?» domando scontroso come sempre.

«dai Alan, sai anche tu che devi divertirti un po'» mi risponde facendomi l'occhiolino.

Sbuffo.

«che palle»

«ti prometto che se non ti diverti puoi tornatene a casa ma almeno provaci» mi redarguisce Josh.

Annuisco con un cenno del capo e ci mettiamo in fila per entrare.

⚠️

Dopo un'ora che eravamo in fila e aver fatto quasi a botte con i buttafuori, finalmente siamo dentro.

Il locale, tirando le somme non è male.

Ha un bar, un palco e anche dei divani dove puoi stare comodo e guardarti lo spettacolo.

La cosa che lo caratterizza è che è unicamente tutto rosa.

Quando volto lo sguardo, Josh ha già la lingua nella bocca di una ragazza.

Probabilmente domani mattina non saprà neanche più il suo nome.

È un donnaiolo.

Non dandogli peso, mi incammino verso il bar.

ho bisogno di bere.

Non appena mi siedo, una ragazza sulla ventina viene a servirmi.

Non è vestita molto, porta delle calze a rete, una gonna cortissima e un top che potrebbe benissimo essere un reggiseno.

«ciao!»
«che ti porto?» mi chiede.

THE HIDDEN CRIMESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora