You Will Always Be My Home | GMYF SEQUEL

CAPITOLO 5

Taehyung

Probabilmente, era così che la mia vita doveva andare.
Da quando avevo lasciato il mio lavoro per catapultarmi in qualcosa di più grande, di troppo impegnativo per i miei standard, tutto era andato storto.
Sentivo di non esser capace a gestire nulla, nemmeno il rapporto con l'uomo che amavo, con mio fratello e persino con quello dei miei amici.
Ero semplicemente destinato a non avere successo, a non avere niente in cambio, niente che mi meritassi, almeno.

Jungkook era troppo perfetto per me, troppo tutto e chissà quanto ci avrei messo prima di distruggere anche ciò che avevamo costruito da più di un anno.
A volte, desideravo che le nostre strade non si fossero mai incontrate.
Forse Jungkook sarebbe tornato con Sunmi e avrebbero avuto una vita felice, con dei figli e magari anche un cane.

Che cosa potrei darti io, Jungkook?
Perché stai con uno come me?

Erano queste le domande che mi ponevo ogni giorno.
Se solo qualcuno mi avesse chiesto "come stai?" Sarei crollato, definitivamente.
Avrei tanto voluto far uscire tutti i pensieri che mi attanagliavano il cuore e la mente, ma era impossibile, e quello, non era nemmeno il giorno adatto.

Hoseok e Seokjin si sarebbero sposati tra poco più di quattro ore e la gente stava già urlando avanti e indietro per tutto l'hotel.
Non sarei di certo stato io a rovinare il loro matrimonio quindi, mi sforzai di mantenere il sorriso più rassicurante del mondo, ma Jungkook era davvero troppo bravo a leggermi dentro e notò immediatamente che qualcosa non andava.

Aveva appena finito di lavarsi e si stava sistemando i capelli davanti lo specchio, disposto accanto l'armadio.
Indossava solamente l'accappatoio, le gambe nude gocciolavano ancora dell'acqua che lui si premurò ad asciugarle con l'asciugamano che teneva su una spalla.
Io, d'altro canto, cercavo di sistemare le pieghe della camicia che avrei indossato tra poco.

«Tae, a malapena hai detto qualcosa oggi. Che ti succede?» Mi chiese improvvisamente, gli occhi li teneva puntati su di me e non avevo idea del perché avessi così ansia di guardarlo.

Afferrai i pantaloni dall'armadio e alzai le spalle.
«Niente, tranquillo. Stavo solo ripensando a ieri sera e a Soobin» mentii e mi morsi il labbro subito dopo. Jungkook era bravo a leggermi dentro e qualsiasi bugia l'avrebbe scoperta nel giro di pochi secondi. Era per questo motivo che cercavo di camuffare tutti i miei pensieri e finora, ci stavo riuscendo bene.
Venne verso di me, mise le mani nei miei fianchi e puntò gli occhi nei miei cercando di scrutare qualsiasi segno di malessere.
Lo rassicurai sorridendo, ma lui non lasciò il mio sguardo e scosse la testa.

«Non vi siete detti una parola ieri, nonostante lui abbia cercato di parlarti più volte. Perché non gli dai una possibilità?» Chiese, stringendo delicatamente i miei fianchi.

Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo. Io e Soobin non saremo mai andati d'accordo e ieri sera, eravamo troppo brilli per poter affrontare quella conversazione. Era per questo che l'avevo ignorato per tutto il tempo e sapevo anche che Jungkook odiava il mio comportamento infantile.
Mi odiavo anch'io, in effetti.

«Possiamo parlarne un'altra volta?» Tagliai corto e distolsi lo sguardo, incapace di sostenere il suo ancora a lungo.
Lui mi attirò al suo petto e mi strinse così tanto che quasi feci fatica a respirare. Sapevo che quello era il suo modo per dirmi che era presente e che avrei potuto contare su di lui.

Tra me e Jungkook non c'era mai bisogno di parole, sapevamo come prenderci senza dire niente.
Eravamo una cosa sola divisa in due, collegati da un filo invisibile che mai nella vita avrei voluto spezzare.

Lo abbracciai stretto anch'io, appoggiando la testa sulla sua spalla. Il suo profumo era dolce, lo stesso di sempre e lo amavo, amavo il modo in cui riusciva a rilassarmi e a tenermi al sicuro.