Inizio

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La giornata non andò di merda solo a me. Karl fu trasportato in ospedale d'urgenza.
Sentì un bel baccano appena finì di fare colazione. Saranno state circa le 8 quando tra i corridoi, su una barella quel ragazzo venne portato in sala operatoria, credo, non me ne intendo di incidenti, potrebbe essere finito lì come in una qualsiasi altra sala.

Io mi alzai per dare un occhiata, forse una delle peggiori idee io abbia mai avuto. Appena mi misi in piedi, la stanza iniziò a girare, ci misi un attimo per mettere a fuoco ciò che avevo intorno, ma appena lo feci, mi avvicinai alla porta, la aprì e tutto ciò che vidi fu una donna in lacrime davanti ad essa.

Premessa, io faccio schifo a reazionarmi con le persone, figuriamoci a consolare una completa estranea, in più è da quado sono piccolo che sono diventato un insensibile di merda, quindi non mi sorprendo neanche di avere due amici in croce. Però in quel momento, non so perché, ma non ho ragionato, mi sono abbassato, mi sono avvicinato a quella donna e non appena mi ha visto, ho allargato le braccia e lei mi si è fiondata addosso. Non mi spiego neanche ora il vero motivo, ne di quel gesto, ne del perché mi misi a piangere anch'io, ma capire che quello sulla barella era su figlio, essendo riuscito a vederlo, mi ha fatto ricordare il mio passato.

Mia madre non ha mai pianto per me, ne quando me ne sono andato, essendo rimasto a guardare tutto un giorno, ne tutte le volte che mio padre da ubriaco o anche sobrio, e a detta sua con una valida motivazione, mi ha spedito in ospedale.                                                                                                                                        Da un lato mi dispiaceva ma dall'altro ero invidioso, quindi piansi insieme a lei.

Dopo circa una quindicina di minuti, delle dottoresse arrivarono per portarla a firmare delle carte e per riportarmi a letto. Prima di andare però quella signora si girò verso di me e disse un semplice grazie, non so perché ma dopo quello il mio cuore si mise un po' più in pace.              

Passai tutto il giorno a non fare niente, mi fecero qualche controllo e mi diedero dei farmaci e da mangiare, l'unica notizia che scosse un po' la giornata me la diede una dottoressa verso l'oro di pranzo.
Due miei amici avevano chiamato e volevano farmi sapere che domani sarebbero passati.                     
Ma ciò che vivacizzò la giornata fu l'arrivo in camera del mio nuovo compagno di torture ospedaliere.    

Non c'è neanche da lasciare tanta suspense, ci arriverebbe anche un ritardato che come compagno mi sono beccato Karl, perché se no non ci sarebbe storia da raccontare. Però ve lo devo confessare, quando fu trasportato dentro la stanza in un lettino, con gli occhi stanchi, molte occhiaie e una flebo attaccata al braccio, non gli avrei dato due lire e invece si è rivelato la persona che ha cambiato il mio intero mondo. Anche perché quel sorriso non me lo toglierò mai dalla mente.
Lo dirò sempre, quel ragazzo sorride troppo, ed è forse la parte che preferisco di lui.

Premessa abbastanza importante e lunga, quindi direi godetevi la mia, la sua e soprattutto la nostra storia.

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