3. A Charlotte Lucas

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Angelica era rincasata con una strana sensazione all'altezza della gola e non poteva dirsi del tutto stupita. 

Dopotutto aveva confessato a sua madre una mezza verità, entusiasmandosi per l'apporto che avrebbe dato all'iniziativa e omettendo il fatto che sarebbe stato ben più di un passatempo.

Per fortuna le chiamate di sua madre erano sempre brevi, aveva questa strana abitudine di farle una lista di ciò che era accaduto settimanalmente in Olanda e di liquidarla con le solite, meccaniche frasi quali: "Hai mangiato?" oppure "Riesci a mantenerti?", un grande classico. 

Per fortuna non le era ancora andata all'occhio la novità più sconcertante della settimana, probabilmente era in primissimo piano solo nei notiziari locali.

Non avrebbe potuto rimandare quella notizia ancora a lungo, ma dacché non aveva affrontato del tutto la fase dell'accettazione, era piuttosto cauta nel diffondere la novella in lungo e in largo. Anche perché sarebbero iniziate le domande, le perplessità, i fastidiosi "Quando torni?", una scia senza inizio né fine di quesiti più o meno complessi ai quali doveva ancora dare una risposta nella sua mente.

Ragion per cui aveva preferito raggomitolare tutto ciò, almeno per il momento.

Intanto la signorina De Graaf si era fatta sentire e le aveva assicurato che avrebbe ricevuto il prossimo importo sul suo conto corrente, dacché il progetto era pur sempre finanziato da un ente pubblico e, data la circostanza davvero particolare e la temporanea chiusura, anziché sospendere il suo tirocinio era stato deciso di prolungarlo per un paio di mesi.
Purché fosse rimasta ad Amsterdam, ovviamente.

Il riferimento era chiaramente rivolto alla sua collega Flavia, colei che aveva fatto del detto 'chi ha tempo non perda tempo' un mantra di vita, volgendo lo sguardo altrove.

Le antenne della signorina De Graaf si erano attivate quasi in contemporanea, poiché la sua sottilissima passivo-aggressività al riguardo non le era sfuggita. Ergo, l'aveva chiamata per assicurarsi che non avrebbe spiccato il volo altrove come la sua amica piuttosto precipitosa, testuali parole.

«In verità, Angelica, la chiamo anche per un altro motivo.»

«Mi dica.»

«Domani mattina avremmo un appuntamento alla Stazione di Polizia, per rispondere ad alcune domande.»

Dall'altra parte del telefono, Angelica fece una breve pausa.

Entrare in una Stazione di Polizia, di per sé, non era un'esperienza che si sarebbe aspettata di fare all'estero.

«Certo. A che ora?»

«Alle 11:00.»

Telegrafica e coincisa, la signorina De Graaf attaccò ben prima che potesse porle altre domande.


Quindi, la sua personalissima agenda per ora prevedeva una scampagnata alla Stazione di Polizia, seguita da un appuntamento al Silver Lining per parlare di BiTiEsse.
Dalla padella alla brace, come si suol dire, anche se non avrebbe saputo definire dove finisse una e ove cominciasse l'altra.

Il rimorso di coscienza di tanto in tanto aveva la meglio, inducendola ad aprire una nuova pagina Web con le offerte di lavoro più ricercate in primissima pagina, ma quando era sul punto di inviare il Curriculum qualcosa la frenava, il suo sesto senso le diceva che non era la cosa giusta da fare.

D'altro canto, Angelica era altrettanto curiosa di saperne di più riguardo la fantomatica scomparsa dei libri; quindi, si ritrovava ad aprire una serie di pagine Web in olandese arrivando alla conclusione più ovvia: ritrovare quei libri sarebbe stata una vera e propria impresa, considerando l'arco temporale e la quantità di volumi.

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