Capitolo 6-Solo tu

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Jore's pov

Dentro la casetta, il momento più bello della giornata era la sera, quando finalmente potevo rimanere un po' di più con Vanessa.

Dentro la casetta, il momento più bello della giornata era la sera, quando finalmente potevo rimanere un po' di più con Vanessa

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«Che hai?» le chiesi un giorno, vedendola insolitamente silenziosa.

«Niente» rispose lei apatica, arrotolandosi una ciocca dei suoi lunghi capelli ramati attorno alle dita.

Eravamo seduti sul divano, da soli, uno accanto all'altra.

«Va bene...» dissi mentre la guardavo con un sorriso. Mi fulminò seria con uno sguardo per poi voltarsi dall'altra parte.

Era palese che fosse successo qualcosa che la rattristasse, come posso tirarle su il morale?

«Soffri il solletico?» le domandai. Non mi rispose.

Allungai una mano per farle il solletico sulla pancia, facendola ridere leggermente. Adoravo il suo sorriso.

Si mosse e tentò di scacciare il mio braccio ma io incominciai a solleticarla più forte.

«Dai smettila!» disse con un mezzo sorrisetto.

«La finisco se mi dici cosa ti è successo oggi» le sussurrai serio.

Mi guardò contrariata.

«Non ti fidi di me?»

«Ovvio che mi fido di te!» rispose immediatamente.

«E allora perchè non vuoi dirmelo?» insistetti.

Vanessa sospirò, socchiuse la bocca ma esitò e non disse niente.

«È che...» incominciò «non mi va molto di parlartene sinceramente perchè successo a me e non a te, e poi non mi piace raccontare cose che non mi piacciono. Non mi aspetto che tu capisca.».

Sorrisi, come al solito metteva sempre gli altri prima dei suoi stessi sentimenti, anche a costo di trattenere tutto dentro e soffrire in silenzio poichè nessuno la poteva consolare.

«Se tu mi parli ti posso aiutare» mormorai.

Mi guardò con un'espressione mista tra incredulità e speranza.

«Dai...» la incoraggiai.

Fece un sospiro «Ho fatto il compito della Celentano» disse mogia.

La guardai sorpreso «Come è andata? Perchè non mi hai detto nulla?»

«Perchè non sapevo nemmeno io di doverlo fare oggi e infatti ho ballato malissimo.» Si coprì gli occhi con le mani e poi se le passò sulla testa. Respirò profondamente.

«Non dire così, tu non balli mai malissimo» la rassicurai.

«Sì invece... Mi ha messo uno.» Le tremò la voce.

Cazzo.

«Vieni qui» la abbracciai.

Si gettò tra le mie braccie e mi strinse a lei, la sentii singhiozzare. Ci seprarammo dopo qualche secondo.

Le accarezzai la guancia fredda. Guardava in basso.

«Ti prego cambiamo argomento, non voglio pensare a questo» disse «Parlami di te.»

Sorrisi: non riusciva proprio a pensare a sè stessa.

«Non so di cosa parlarti in realtà»

Fece un sorriso incredulo «Non hai nulla da dirmi sulla tua vita?»

Scossi la testa «Non ho avuto fin'ora un'esistenza tanto degna di essere raccontata» ammisi.

Vanessa sorrise «Neanche io»

«Almeno una cosa ce l'abbiamo in comune allora» la guardai. Annuì.

Ero perso nel suo sguardo profondo: mi fissava senza sbattere le palpebre, i miei occhi erano incatenati ai suoi... Spostammo lo sguardo contemporaneamente, forse entrambi imbarazzati.

Il suo sguardo castano si posò sulla tv accesa, dove avevamo messo Spotify con una playlist formata dai nostri inediti.

«Lori guarda!» indicò lo schermo «È il tuo turno».

Sorrisi ammirandola, mi ricordava una bambina quando vedeva il suo giocattolo preferito. La adoravo per questo.

Si alzò per andare a prendere una ciotola di patatine che si trovava sopra il tavolo, ne mangiò qualcuna e iniziò poi a cantare «È così chiaro che io sto in fissa per te»

Cantai insieme a lei «Con quella camminata strana quando vieni verso di me» La stavamo urlando insieme.

Vanessa salì in piedi sul divano e mi prese per mano facendomi salire.

Cominciò a cantare «Solo tu, solo tu, come quella canzone scritta tanti anni fa» Eravamo a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra e lei continuava a muovere le sue labbra rosse fissandomi negli occhi. Dio quant'era bella.

Terminò la canzone e scoppiò a ridere, stringendomi le mani.

Ci sedemmo e lei distese le sue gambe sopra le mie. Si appoggiò con la tesa sopra la mia spalla. Sentivo il suo dolce profumo.

«E se ti dessi un bacio?» chiesi senza pensarci.

Mi guardò tranquilla «Non me lo daresti.»

«E perchè?»

Si guardò le mani per qualche secondo e poi rialzò lo sguardo.

«Semplicemente capiresti che siamo due anime troppo diverse per stare bene insieme.»

La sua risposta mi spiazzò.

Vanessa si alzò e si allontanò dirigendosi nella sua camera.

Rimasi sul divano ripensando alle sue parole: come faceva a sapere che non eravamo abbastanza simili per stare insieme, come faceva a sapere che non era la ragazza giusta per me, che mi faceva sentire meglio anche solo un suo sguardo? In fondo non ci conoscevamo neanche.

Finii di mangiare le briciole di patatine nella ciotola e andai a mettermi il pigiama.

~~spazio autrice~~
so che il capitolo è un po' cortino, spero vi piaccia comunque, buonanotte❤️❤️

*Portami con te♡||Jore*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora