Capitolo 4-Sconforto

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Vannessa's pov

Rientrai in casetta sconsolata dopo la registrazione della puntata.

Entrata in camera lanciai la borsa sul pavimento e mi gettai a pancia in giù sul letto, con le mani stringevo forte il cuscino, mentre qualche lacrima iniziava a scendermi dagli occhi. Mi sentivo a pezzi.

La puntata non era andata affatto bene secondo me: ero arrivata ultima nella classifica di ballo nonostante avessi fatto il più possibile e, nella gara dove i partecipanti erano scelti da noi ragazzi della scuola, nessuno aveva votato per me.

Quando ero a casa mia, a Lucca, mamma solitamente mi abbracciava se mi vedeva giù, come in quel momento. Non perdeva tempo per vedermi piangere, ma mi consolava dicendomi: «Impara dai tuoi errori, farai meglio la prossima volta» . Avevo imparato da lei quanto fosse importante incoraggiare gli altri e dargli forza per spronarli a fare del proprio meglio.

Mi ripetei più volte le parole della mamma, cercando di tranquillizzarmi, tuttavia non fecero effetto e continuai a singhiozzare.

Amici era il mio più grande desiderio fin da piccola, quando, guardandolo in tv, improvvisavo delle coreografie mentre sognavo di essere su un palco, con le luci egoisticamente puntate addosso a me.

Ballare era la cosa che più volevo fare con tutta me stessa sin da quando ne ho i ricordi. Non volevo sprecare quei momenti tra le lacrime. Non riuscivo però a farmi forza, perchè io forte non lo ero mai stata. Anche se esternamente sembro solare e sicura di me infatti, dentro ho da sempre mille paranoie e insicurezze. Non sono dovute a niente in particolare in realtà, ma sicuramente con queste non riesco ad andare avanti. Non così.

Mi sentii incredibilmente sola.

Avevo voglia di urlare a squarciagola, di spaccare tutto, lanciare ogni cosa all'aria.

Lo avrei anche probabilmente fatto, se non fosse stato per un istinto che mi fermava per non farmi perdere quest'enorme opportunità e, se non fosse stato per lui, quel ragazzo timido che tanto mi incuriosiva da quando era entrato: Jore.

Jore's pov

Avevo solo un pensiero in mente: Vanessa.

Per quanto da fuori sembrasse sempre felice sapevo che in fondo era rimasta male per come erano andate le cose in puntata. Non persi neanche tempo per mangiare qualcosa sebbene non mangiassi da quella mattina e avessi una fame teribbile.

Prima di entrare nella stanza di Vanessa esitai un attimo, ma poi decisi che consolarla in quel momento era la cosa più giusta che potessi fare.

Quando varcai la soglia della sua camera, lei era distesa sul letto a pancia in giù. Piangeva soffocando singhiozzi nel cuscino. Probabilmente mi sentì entrare e si fermò. Mi sedetti sul letto accanto al suo, guardandola.

«Non ti devi preoccupare, sei qui solo da poche settimane.» Onestamente non sapevo proprio cosa dire: era talmente strano vedere quella ragazza solare piangere, che appena l'avevo vista mi ero bloccato.

«Ehi...» la provai a chiamare. Rispose con un mugugno.

«Dico sul serio. Gli altri fanno lezioni qui da mesi e inoltre nella commissione non c'era neanche un giudice di hip-hop... Tranquilla Vanessa» tentai di rassicurarla.

«Per te è facile parlare perchè sei arrivato bene in classifica anche se sei entrato il mio stesso giorno.» disse rimanendo con la faccia nel cuscino, ma subitò si voltò verso di me. Aveva gli occhi e le guance rosse per il pianto e qualche lacrima le rigava il viso splendido. Subito se le asciugò con il palmo della mano.

*Portami con te♡||Jore*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora