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«Com'è andata la giornata?» Changbin viene dietro il bancone e mi chiede con tono curioso

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«Com'è andata la giornata?» Changbin viene dietro il bancone e mi chiede con tono curioso.

Ha sempre amato parlare, certe volte mi viene voglia di zittirlo in malo modo, ma poi ricordo che è Changbin.

«Normale.» gli faccio mentre asciugo le ultime stoviglie e riporle in piena vista.

Il corvino mi guarda non soddisfatto della mia risposta. «Dai, sei sempre di poche parole. Con me puoi parlare di tutto. Ho anche rischiato il licenziamento ieri.» mi ricorda la faccenda di ieri.

Alzo gli occhi al cielo e con tono seccato, gli dico «Non te l'ho chiesto io. Potevi benissimamente non farlo». Il ragazzo sbuffa frustrato ed esordisce «Cavolo dimmi almeno grazie. - mi si avvicina e cerca di muovermi la mandibola - Grazie mille amico mio».

Lo guardo seriamente, così capisce di non dovermi toccare e si scosta, tornando al suo posto.

«Salve.» una voce familiare entra nel bar. Volto lo sguardo sulla fonte e vedo la ragazza che ieri ha portato il curriculum.

«Sì, il capo ti sta già aspettando nel suo ufficio.» Changbin le rivolge la parola sorridendo, accompagnandola fino alla porta, lasciandola entrare da sola.

Una parte di me è indifferente sul suo ruolo qui dentro, mentre l'altra spera tanto che non venga presa. Non sopporterei due chiacchieroni tutto il resto della giornata.

Il titolare esce dall'ufficio con la ragazza e le dice «Inizierai domani. Mi raccomando la puntualità». Sospiro amareggiato a quelle parole.

La ragazza ringrazia e va via, lanciando un'occhiata sorridente a me e Changbin.

«Cosa ne dici? Le piaccio?» guardo il corvino che comincia ad immaginare alla sua futura vita di coppia, con le braccia conserte e un sorrisino.

Emetto un segno di disgusto e poi continuo a lavorare.

[…]

Comincio a sentire dei ragazzi che entrano e si accomodano sui divanetti vicino al muro.

«Changbin tocca a te.» gli faccio mentre continuo a scrivere. «Uhm uhm. Non ci provare, è il tuo turno. Quello è il tuo territorio.» mi replica dandomi una pacca sulla spalla.

Sospiro esausto e mi avvicino ai clienti. «Cosa desiderate?» fingo un tono piacevole e cominciano ad ordinare, finché non focalizzo uno in particolare.

«Io sto bene così, grazie.» Jisung mi dice con un sorriso, mentre continua a parlare con i suoi amici.

Mi riavvicino al bancone per preparare le ordinazioni del mio tavolo, per poi servirle.

Fingo un sorriso e distribuisco l'intero ordine, così posso tornare a scrivere.

«Cosa scrivi?» Changbin mi si avvicina e cerca di sbirciare, ma lo allontano subito infastidito. «Non sono cose che ti riguardano.» replico con tono seccato, avendo paura di alzare troppo il volume della voce.

«Scusami.» alzo lo sguardo verso Jisung che si avvicina al bancone e mi chiede «Potresti darmi un americano con ghiaccio da portar via?».

Annuisco e subito mi metto all'opera, ma mi dimentico di chiudere il quaderno, permettendo al ragazzo di sbirciare.

«Cosa scrivi di bello?» mi chiede incuriosito, avvicinandosi al quaderno, ma metto improvvisamente una mano sopra al testo.

«No...» gli urlo quasi automatico, ma guardandolo dispiaciuto e a disagio, gli dico «Sono delle poesie».

Riesco a percepire lo sguardo incredulo di Changbin, mentre Jisung mi sorride prendendo il suo americano ghiacciato e mi dice «Spero di leggerle un giorno».

Lo guardo andare via insieme ai suoi amici. «Non mi guardare così. Dovevo dirglielo per forza, avrebbe sprecato tutto il tempo del progetto, solo per saperlo.» parlo con Changbin senza guardarlo, ma poi mi scappa una piccola risata quando quest'ultimo fa il finto offeso.

[…]

Cominciamo a mettere a posto il posto per la chiusura, finché non entrano altri ragazzi. «Ci dispiace. Siamo chiusi...» il tono della voce si abbassa pian piano, nel vedere quell'homo erectus con i suoi simili.

«Povero piccolino. Ora è da solo.» mi si avvicina con il solito sorrisino malato e continua «Cosa c'è? Non parli mai quando mi vedi, ti faccio davvero così tanta paura.» mettendosi a ridere subito dopo.

«L'avete sentito o siete sordi? Siamo chiusi.» Changbin parla entrando dal retro. «Non ti immischiare tappo, questi sono affari tra me e il piccolo lettore qui.» parla il tizio credendosi un dio sceso in terra.

«Come vi ho già detto. Siamo chiusi.» il corvino affianca lo spilungone, ripetendogli la stessa frase con un tono più fermo.

L'essere unicellulare sorride divertito da quell'atteggiamento, notando gli sguardi che si scambiano stanno per darsele di santa ragione.

«Ragazzi andiamo.» il tizio decide di battere in ritirata, si avvicina a Changbin e minaccia «Non è finita qui.» ma il corvino risponde a tono «Non vedo l'ora di rivedere la tua faccia da culo».

Li vediamo camminare via, con quasi un diavolo per capello. «Ora chiudiamo qui e andiamo finalmente a casa.» parlo, dando una pacca sulla spalla di Changbin.

[…]

«Ci vediamo Changbin!» lo saluto dopo che ha insistito tanto nel farmi andare con lui sulla moto, ma non sono fatti per me i viaggi in moto.

Mi avvio verso casa e improvvisamente mi sento chiamare da lontano. «Minho!» mi volto e vedo Jisung correre verso di me, una volta che mi ha raggiunto, mi domanda «Sei libero domani per decidere il progetto?».

Annuisco e mantengo lo sguardo basso, poi mi chiede «Ti spiace se ti faccio compagnia. Non mi piace camminare da solo». Emetto un verso di consenso e così si unisce nel camminare verso casa.

«Magari ne parleremo anche domani a scuola, prima delle lezioni. Dobbiamo decidere la nazionalità e cominciare le ricerche.» comincia a parlare, dandomi leggermente fastidio, la sua voce non mi permette di pensare da solo.

Comincia anche a canticchiare e solo ora mi rendo conto del perché cammino da solo... come fanno gli altri a stare in compagnia di persone del genere?

Finalmente dopo una manciata di minuti, mi fermo improvvisamente e gli dico «Sono arrivato a destinazione».

Mi sorride e mi saluta, lasciandomi entrare in casa. «A domani Minho.» mi saluta con la mano mentre si allontana sempre di più, ricambio ed entro dentro, sospirando nell'essere sano e salvo.

Too Different || MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora