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«Minho volevo parlarti di una cosa

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«Minho volevo parlarti di una cosa.» Changbin mi parla mentre cerca di non distruggersi il grembiule nero.

Sta per cominciare a parlare ma si interrompe, quando la ragazza si avvicina salutandoci «Ciao ragazzi».

Non so se il suo sorriso sia causato da qualcosa, oppure le viene naturale. Sicuramente non sarà finto, perché è l'unico che riesco a decifrare.

Comincia a parlare e parlare, non so come faccia certa gente. Fortunatamente dei clienti richiamano la nostra attenzione e subito cerco di gettarmi, non me lo sarei mai aspettato da me stesso.

«Me ne occupo io.» cerco di uscire dal bancone, ma Changbin subito mi tira a sé e chiede «Puoi pensarci tu?» riferendosi alla ragazza, che si avvicina.

«Devo parlarti.» mi ripete sussurrando, ma non fa altro che confondermi ancora di più. Noto che si guarda intorno per non essere ascoltato da nessuno, ma poi mi domanda «Minho, mi aiuti a prendere qualcosa dal magazzino?».

Mi prende il polso e mi porta nel magazzino. «Cosa vuoi dirmi? È così segreto?» gli chiedo divertito dalla sua agitazione e finalmente sputa il rospo.

«Mi piace Jieun.» mi rivale, appoggiandosi con le spalle contro il muro. Poggio una mano sulla sua spalla muscolosa e gli chiedo «Chi è?».

Mi guarda come se volesse fulminarmi, poi mi ricorda «È la nuova ragazza». Alzo leggermente la testa, fortunatamente ho capito bene.

«Beh sai che è difficile riconoscere tutte le tue spasimanti.» esordisco mentre controllo le diverse scatole.

«Lei non è come quelle che ci provano con me.» continua poi a parlarmi di come si sente al suo fianco, ma lo fermo subito avvisandolo «Fermati subito se non vuoi che vomiti qui dentro».

Mi dà uno spintone e usciamo dal magazzino, mi fermo di botto nel vedere Jisung che si guarda in giro nel bar.

«Hey Minho.» mi guarda sorridendo e mi si avvicina subito. Cosa ci fa qui? cosa succede?

«Puoi dirmi dov'è il titolare?» mi domanda, mantenendosi sul bancone. Continua a sorridermi mentre si aspetta una risposta, poi finalmente apro bocca.

«Sì, è nel suo ufficio.» indicandogli la porta poco distante e lo vedo entrare. Il corvino mi picchietta sulla spalla, chiedendomi «Perché sei rimasto così? Cos'è successo?».

Lo guardo leggermente confuso nel vedere Jisung qui dentro, poi scuoto la testa lentamente, rispondendogli «Non è nulla, non è successo niente».

Lui mi guarda accontentandosi di quella risposta, mentre continua a lavorare, ma non posso negare che mi sorprende di vederlo qui dentro.

Dopo meno di un minuto, la porta dell'ufficio si apre. «Puoi cominciare oggi?» domanda Park con un sorriso accogliente, solo una delle tante facciate.

Vedo Jisung che accetta, inchinandosi leggermente e, sorridendogli, gli dice «Va bene, grazie mille».

La sua assunzione mi immobilizza un attimo... cos'ha intenzione di fare? perché proprio qui? con tantissimi bar che ci sono, perché proprio questo?

Me ne vado nel magazzino, con la scusa di essermi dimenticato una cosa. Dopo nemmeno qualche secondo sento «Allora ora siamo anche colleghi di lavoro, oltre che di progetto».

La voce calda del corvino sembra rimbombare in quella stanza piena di scatole e scaffali.

«Se sei venuto qui per fare amicizia con me, caschi male.» esordisco senza nemmeno girarmi e continuando a cercare un qualcosa da poter prendere e portare sul bancone.

«No, cosa dici?» parla con tono convinto, o almeno è quello che vuole farmi credere. «Stavo solo cercando un posto dove poter lavorare, tutto qui. Siccome questo è il bar più vicino a casa mia, non mi va di dovermi spostare più del dovuto.» continua poco dopo, quasi come se dovesse giustificare la sua azione, io non sono nessuno per lui, perché sente l'utilità di giustificarsi?

Improvvisamente sento la sua mano calda che tocca la mia. «Se vuoi magari, puoi insegnarmi.» mi giro verso di lui che si è avvicinato maggiormente, ma lo rispondo subito avendo già la risposta pronta.

«È facile. Prendi le ordinazioni, dalle a noi e poi lo porti ai tavoli.» replico con un'espressione indifferente, per poi uscire da solo dal magazzino.

[…]

Vedo Jisung avere difficoltà nel portare un'ordinazione al tavolo, facendo traballare l'intero vassoio e rischiando di rovesciare tutto sul pavimento.

«Vuoi una mano?» gli chiede Changbin preoccupato da quello che potrebbe succedere. «No. Non mi serve, ma grazie lo stesso.» la risata finale non può che suggerire nervosismo.

«Perché non gli dai una mano?» mi domanda Changbin, sussurrandomi. Guardo come sta procedendo Jisung e replico «No, ha detto che non gli serve una mano. Perché dovrei dargliela?».

Lo vedo alzare gli occhi al cielo e cerca di farmi ragionare «Minho, è un nostro collega, ed è nuovo. Vuoi davvero che finisca nei guai?».

Ributto un'altra occhiata su Jisung che sembra avere qualche problema nelle parti intime, per il modo in cui cammina. «Changbin se stai cercando di farmi avere i sensi di colpa, non ci riuscirai. Ricordati che ti ho lasciato pulire da solo quando hai fatto quel disastro.» cerco di fargli ricordare, mentre torno a fare ciò che stavo facendo.

[…]

«Ci vediamo.» la ragazza ci saluta, andando verso casa accompagnata dal suo nuovo cagnolino, appena uscito dal canile, Changbin.

«Beh allora rimaniamo soltanto noi.» mi parla Jisung ma cerco di non dargli troppo peso. «Sei stato bravo, per essere il tuo primo giorno te la sei cavata.» gli faccio i complimenti per il lavoro, non mi aspettavo che potesse impegnarsi così tanto.

Chiudiamo la serranda e sento Jisung alle mie spalle propormi «Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa?». Rimango un po' perplesso, ma alla fine cedo, sto davvero morendo di fame.

«Conosco un posto che ti farà dubitare di tutto il cibo che hai mangiato in vita tua.» comincia a descrivermi il posto in cui andremo, spero soltanto che cucini bene anche perché ho soltanto fame.

«Poi magari potremmo conoscerci anche di più.» il mio cervello sembra riavviarsi non appena sente quella frase... sicuramente vorrà parlare di tutto, ma soprattutto vorrà parlare tutto il tempo... spero solo che non si faccia troppo tardi.

Too Different || MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora