Capitolo 2

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Taylor

La mattina seguente la mora si era svegliata con un leggero ritardo rispetto al solito, il suo cucciolo la sovrastava con la piccola lingua ruvida e la coda scodinzolante, mentre fissava la padrona che stava cercando pian piano di connettere.

Spalancò gli occhi nel vedere quel piccolo essere stare  sopra di lei, che la fissava come per dire che fosse in ritardo.
Taylor fece uno scatto e saltò giù dal letto mentre il cagnolino la guardava correre a destra e sinistra per la stanza.
Se sarebbe arrivata in ritardo il suo capo si sarebbe molto  arrabbiato e non poteva permetterlo assolutamente.

Mise una maglia nera e dei jeans scuri decorati con uno strappo sul ginocchio. Prese un elastico velocemente, siccome non aveva tempo per la sua solita coda alta che faceva ogni giorno quindi decise di portarne uno con sé per legarseli con calma a lavoro.

Salutò il cucciolo con una carezza e prendendo la borsa si diresse verso la fermata del bus. Dopo i famosi venti minuti arrivò a lavoro entrando nel locale,i capelli neri ricadevano ondulati sulle spalle mentre il giubbino era stato tolto in modo da poter dare la vista al maglioncino nero leggero. dentro il locale c'era un aria strana,o meglio dire, sorpresa la faccia di una delle sue colleghe tentava di nascondere lo stupore per via di un ragazzo con un giubbotto che per taylor sembrava abbastanza famigliare, persino i ragazzi che lavoravano li erano rimanerono leggermente scioccati e a quanto sembrava era dovuto alla vista del ragazzo che in quel momento sembrava aver suscitato stupore. quando si accorsero di lei lanciarono la collega dell'avvertimento la guardò con un occhiata che solo una ragazza avrebbe potuto capire. era un occhiata complice.  Persino il cuoco lanciò qualche sguardo a taylor la quale era più confusa che mai "cosa sta succedendo qui dentro" si ritrovò a pensare.

Il ragazzo osservò i diversi dipendenti soffermandosi per qualche istante sulla mora.
Lo sguardo ghiacciato del biondo riuscì a rendere silenzioso un intero locale.
Per lui era la normalità, non si sarebbe mai spinto oltre ad uno sguardo o ad un cenno.

«Signor Edevan! » ed ecco che arrivò il capo ad accoglierlo con un enorme sorriso che faticò a ricambiare se non con un profondo inchino.
«ragazzi, non c’è bisogno di allarmarvi. lasciatemi presentare il vostro nuovo collega, Avalor » la faccia dei colleghi era abbastanza impacciata, era stata una cosa talmente inaspettata da non sembrare vero.
Ma quello che per il biondo non sembrava vero in tutto questo era stata l’accoglienza del capo e l’essere suo così troppo caloroso.
Cosa alquanto strana per lui, considerando il fatto che il suo senso di affetto non corrispondeva nemmeno alla più piccola briciola di pane.

"Quindi è quello il suo cognome" pensò la mora mentre si avvicinava ai suoi colleghi,la confusione era ancora molto chiara rispetto a tutti i colleghi che avevano una faccia ammiccante nei confronti di taylor cercando comunque di nasconderla, lei non riusciva a capire come mai fossero tutti lì e perché il capo conoscesse il suo cognome ma bastarono due semplici parole per farle capire ciò che fino a quel momento le era sembrato poco evidente "nuovo collega" ripensò la giovane mentre gli ronzarono in testa come il peggiore dei mantra, si giró lanciando una piccola occhiata al biondo,avrebbe voluto frenare il suo capo per via della troppa confidenza che si era preso e a quanto pare il biondo sembrava non apprezzare poi tanto ma si stette ferma perché di certo l'avrebbe sbattuta fuori a calci per insubordinazione.

«bene signori, questo è quanto ora bando alle ciance e si lavora..oh e taylor,stasera rimarrai fino a tardi per recuperare le ore perse di ieri» disse l'uomo sparendo nel suo studio che si trovava a due piani sopra il locale. La ragazza annuì e subito si avvicinò al biondo con un enorme sorriso sulle labbra «ciao avalor,é una sorpresa vederti qui in altre vesti» disse lei con tono leggermente scherzoso cercando però di non ridere perché pensava avrebbe potuto dar fastidio.

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