Avalor
La mattina sembrava non essere partita per il meglio.
Il motore della macchina si era ghiacciato e proprio per questo aveva avuto grandi problemi a farla partire.
"Dannazione."
Pensò guardando la macchina completamente gelata.
Purtroppo si dovette rassegnare all'idea di riuscire a scamparsela e non doversela fare a piedi nonostante la poca distanza dal locale, ma era inevitabile dato che l'auto l'aveva lasciato prima del tempo.
Il freddo quel giorno non collaborava e solo lui sapeva quanto avesse maledetto ogni cosa prima di darsi una sbrigata per non arrivare in catastrofici ritardi e non essere tagliato fuori già dal secondo giorno.
Dopo qualche minuto, tra la neve e il gelo, varcò la porta del bar.
salutò i colleghi con un rapido inchino, che fu ricambiato al suo passaggio per poi precipitarsi agli armadietti.
Tolse il giubbotto e la sciarpa legata intorno al suo collo, siccome un malanno era una delle ultime cose che ancora mancava alla "lista delle disgrazie", e prese il suo grembiule legandolo, come ogni volta, alla vita.
Tornò di nuovo in sala ed i primi clienti fecero capolino più affamati e infreddoliti del solito.
«Buongiorno Avalor, il freddo inizia a farsi sentire vero? »
Chiese una collega che lavorava dietro il bancone con un sorriso stampato sulle labbra.
«Un freddo da lasciare a piedi.»
Disse il ragazzo alludendo alla sventura della mattina, per poi iniziare a servire i piatti ricchi di croissants, caffè e cioccolate calde per bambini e adulti ai vari tavoli.
Non sa se fosse il Natale a farsi sempre più vicino o il suo disgusto nei confronti di ogni tipologia di festività a farsi strada in lui spianando via ogni più bella essenza dello stare insieme e con la famiglia.
Forse partendo proprio dal concetto stesso di famiglia, lui non ne sapeva quasi niente, o meglio, non aveva mai avuto l'opportunità di toccare con mano ciò che significasse.
Taylor
Quel giorno partì proprio con il piede sbagliato. L'acqua calda non funzionava e per non parlare, ben tre jeans erano bucati e, come se le sciagure non fossero mai abbastanza, ruppe un bicchiere procurandosi un altro taglietto sul polpastrello che fu prontamente coperto con un cerotto, per poi uscire dall'appartamento.
Aveva perso l'autobus quella mattina e non avendo soldi per un taxi decise di correre per venti minuti fino al locale.
Non appena vi entrò un collega le passò il grembiule sorridendole calorosamente
«Ciao Tayli come va questa mattina? Sei in ritardo...come mai?» chiese mentre la seguì dietro il bancone mentre quest'ultima si annodava il panno alla vita.
«Cosa non è successo? Fidati oggi sembra che qualcuno me la stia tirando. Sono un completo disastro.» disse la ragazza mentre mise in una cioccolata un alcolico per fare i drink anziché del latte.
«lo vedo, stai mettendo in alcolico abbastanza forte nella cioccolata di un bambino di tre anni.» disse il collega ridendo mentre la ragazza si sbatté una mano sul viso ricominciando a fare la cioccolata per quel bambino affamato.
«Tu ci ridi,ma è una vera e propria maledizione questa.» disse la ragazza mentre lavava la tazza, mentre il ricordo del biondo così vicino al suo orecchio ritornò a farsi vivido.
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' 𝐓𝐨𝐮𝐜𝐡 𝐦𝐞. '
Fanfiction«𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐭𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐫𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐫𝐚𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚𝐜𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐨? »