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Se provate a chiedere alle persone a lui vicine quante volte Manuel abbia organizzato una sorpresa per qualcuno che non fosse sua madre, o anche solo organizzato qualcosa per qualcuno che non fosse sua madre, la risposta che otterrete sarà: nessuna.

Manuel mai in vita sua si era trovato a dover o voler organizzare un'uscita elaborata perché fondamentalmente non aveva mai avuto bisogno di quelle cose per conquistare qualcuno, proprio per questo quando gli dissero che l'esterna con Simone avrebbe dovuto organizzarla lui il primo pensiero fu "e adesso che cazzo faccio?".

I suoi dubbi riguardavano più che altro i gusti di Simone e il fatto che qualsiasi idea non gli sembrasse abbastanza bella per lui, quindi decide di fare la prima cosa che chiunque avrebbe fatto appena conosciuta una persona, ovvero andare sul suo profilo Instagram.
Non che fosse la prima volta per lui, decisamente non lo era, ma questa volta aveva intenzione di guardarlo sotto un'altra ottica alla ricerca dei suoi gusti e delle cose che sembravano piacergli.

Le foto sembravano quelle di un qualsiasi ragazzo della sua età, foto con amici, con suo fratello, con i suoi barboncini, foto di paesaggi o luoghi visitati e foto di lui da solo. Tutto nella norma, pensa, quindi inizia a studiarne le descrizioni, a capire in quali situazioni si sente a più agio e soprattutto con chi si sente a suo agio, fin quando due idee non si fanno largo nella sua mente, due idee che non c'entrano nulla tra loro ma che gli sembrano perfette per per Simone e per loro due insieme.

Non ci mette molto ad organizzare il tutto, gli basta poco tempo per programmare entrambe le cose e quando si ritrova tra le vie di Roma in attesa dell'arrivo di Simone l'unica cosa che può sperare è di non aver fatto due stronzate in una botta sola.

Stringe in mano la busta di carta contenente una delle due idee e mentre la telecamera si impegna ad inquadrarlo lui a stento la nota, continuando a dondolare sui talloni fissando la strada a senso unico su cui si trova. L'espressione nervosa abbandona il suo viso quando una macchina nera si ferma poco distante da lui, un sorriso si fa largo sulle labbra che fino a poco prima aveva torturato con i denti e non fa altro che ampliarsi quando dei ricci ordinati spuntano dallo sportello ed incrocia gli occhi scuri di Simone.

Muove qualche passo verso di lui ed una volta arrivato ad una distanza che glielo consente stringe il suo fianco con una mano e si sporge per lasciargli un bacio sulla guancia.

"ciao" mormora Simone sorridendo.
"ciao a te"
"dove siamo?" chiede guardandosi intorno.
"mo lo scopri"
"e quella?" continua indicando la busta stretta nella sua mano.
"poi scopri pure questo, mo cammina va"

Si ritrova a prenderlo sottobraccio senza chiedersi se a Simone potesse dare fastidio, gli viene quasi naturale per poterlo guidare verso la porta con l'insegna giapponese. Dal canto suo il minore si limita a seguirlo osservando il leggero sorriso che sembra ormai impresso sul suo volto, nota anche il leggero nervosismo di Manuel ma prima ancora di poter fare qualche domanda si ritrova ad entrare dentro un posto con decorazioni giapponesi sulle pareti e sul bancone.

"buonasera, ho prenotato una lezione a nome Ferro" dice Manuel alla ragazza davanti al computer che sorride, forse per le telecamere o forse proprio per cortesia.
"una lezione?" chiede Simone.
"Simo' da quando ci siamo visti m'hai fatto solo domande, se escludiamo il 'ciao'"
"non capisco che stiamo facendo!"
"te fidi de me?"
"no Manuel, è proprio il punto di partenza della nostra conoscenza" spiega con tono ovvio Simone, senza però riuscire a trattenere un piccolo sorriso. Manuel lascia schioccare la lingua sul palato e lo guarda annuendo.
"giusto" risponde, una leggera risata scappa dalle labbra del minore. "e allora stavolta fidate e vedi che hai fatto bene" spero, avrebbe voluto aggiungere, ma se lo tenne per se.

Simone non risponde, sorride mentre la ragazza li accompagna in una stanza in stile giapponese con un tavolo basso circondato da cuscini e origami, origami ovunque.
Si accomodano sui cuscini e nell'attesa della persona che gli avrebbe fatto lezione Manuel decise di spiegare quella scelta che all'apparenza sembrava così asssurda.

Davanti a te. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora