Quando il cellulare squilla, Manuel è letteralmente accasciato sulla scrivania, con il libro aperto davanti che chiede disperatamente che il suo proprietario sottolinei qualcosa sulle sue pagine. Ma lui non ha voglia e continua a perdere tempo guardandosi attorno, giocando con l'evidenziatore, tenendolo in bilico tra il pollice e l'indice. Ha bisogno di una scusa che attesti che lui non può studiare perché è impegnato. E la chiamata da parte di Raffaella arriva al momento giusto.
"Pronto?"
"Manuel, ascoltami, ti devo comunicare una cosa"
Gli batte forte il cuore, dentro di sé sa che la suddetta cosa riguarda Simone.
"Dimmi"
Gioca nervosamente con l'evidenziatore, che quei due secondi di silenzio dall'altra parte della linea sembrano due secoli.
"Simone aveva una sola esterna a disposizione, e ha deciso di farla con te"
Manuel resta perplesso. Se l'aspettava, sicuramente, che Simone decidesse di uscire con lui, ma non si aspettava che scegliesse di conoscere lui quando aveva due percorsi avviati da un po'.
"E con coso, Riccardo?"
"Manuel, mi ha detto che vuole vederti"
Si alza dalla sedia con uno scatto, come se sotto di lui qualcuno stia facendo un falò.
"E quindi? Quando dovremmo farla?"
"Domani pomeriggio, verso le sedici. Ti va bene?"
"Va benissimo Raffae', allora a domani, ciao!"
-
È ora di pranzo e Manuel si sta vestendo, perché deve raggiungere gli studi, visto che, poche ore prima la redazione lo ha chiamato per comunicargli che l'esterna la faranno in una delle stanze che sono lì.
Fa ancora abbastanza freddo, quindi decide di mettere un maglioncino e un paio di jeans. Ha anche pensato di mettere qualcosa di più elegante, ma subito dopo ha cambiato idea perché sarebbe una contraddizione e lui non sarebbe se stesso, considerando che l'ultima volta in cui ha messo qualcosa di diverso dai jeans è stata la comunione di un suo cuginetto di cui non ricorda neanche il nome due anni prima.
Il tragitto da casa sua agli studi -una mezz'oretta circa- è estenuante. Fa il countdown delle ore che mancano per vedere Simone, dei chilometri che li separano e l'ansia lo mangia vivo.
Eppure Manuel non ha mai avuto problemi da questo punto di vista. Ha avuto una relazione seria, durata tre anni tra alti e bassi, e parecchie storielle durante pochissimo, ma non si è mai sentito così. Si dice che è il contesto, il programma, il fatto di avere i minuti contati da passare con lui, di avere la possibilità di vederlo una volta alla settimana (sempre se Simone decide di uscire con lui, ovviamente).
Quando arriva, mancano dieci minuti alle sedici e, mentre sistemano le telecamere per le riprese, Manuel cammina nervosamente davanti la porta di vetro che lo separa da Simone, che è già dentro. Lo guarda mentre parla con una ragazza della redazione, poi ride e si passa una mano tra i ricci, e lui si sta liquefacendo davanti a quella porta.
Aspetta che gli dicano che può entrare, ha lo stomaco in subbuglio e deve entrare, perché deve guardarlo negli occhi, deve parlare con lui, deve conoscerlo. Ed è proprio quando gli danno il permesso che lo stomaco fa un triplo salto carpiato e le sue labbra si aprono automaticamente in un sorriso.
Simone lo aspetta in piedi, davanti al divano in pelle, e lo guarda con quegli occhi così scuri che gli fanno tremare le gambe. Ha una camicia addosso, come al solito, i pantaloni neri e gli stivaletti.
STAI LEGGENDO
Davanti a te. | Simuel.
Fiksi Penggemar"Da quando sei diventato così spavaldo, che fino a mo te facevi rosso pure se uno te diceva ciao?" Collab con miele la mia stella.