Capitolo 4

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"Cari lettori e carissime lettrici, tra poco verrà dato l'inizio all'evento più importante dell'ultimo anno. Possiamo dire che Londra aveva bisogno di una ventata di aria fresca, di una novità, di fare qualcosa  oltre che poltrire nelle proprie case a non fare assolutamente nulla. La nostra Vittoria Helen Andrenfon è ormai sulla bocca di tutti per questo sua magico evento. È un peccato che non abbia trovato un uomo alla sua altezza. Mi è giunta voce che pochi giorni fa abbia compiuto 26 anni, un'età un po' troppo avanzata per trovare marito. Che la donzella cerchi, con questi giorni di festa, di trovare l'amore? Chi lo sa. Aspetteremo che si evolveranno le prossime giornate e vi diremo. Sempre e solo vostra, Lady Whistledown."

                                                                            23 marzo 1816

Anthony stava leggendo il nuovo opuscolo di Lady Whistledown quando decise  di entrare a fare colazione al solito posto. Entrando, ordinò il solito, si sedette e iniziò a leggere il giornale di quella mattina. Ad un certo punto, gli passa da dietro una ragazza che, purtroppo, si scontra con i suoi stivali. "Ehi, ma che cosa..." urlò Anthony. "Vi chiedo scusa.. la stanza è troppo piccola e stavo cercano un tavolino solo per me". Anthony si fermò, si alzò e domandò scusa a sua volta: stava parlando con Vittoria. "Vi chiedo scusa io signorina Andrenfon, se non trovate posto, potete anche sedervi accanto a me. Oggi la bakery sembra strapiena di persone" "Oh, la ringrazio milord, accetterei ben volentieri..spero solo di non essere di disturbo con tutti questi fogli di appuntamenti che ho in mano.. sono per l'evento. Devo organizzare tante cose.." "Non aggiungete altro, sedetevi pure, io continuerò a leggere il mio giornale e voi avrete tutto lo spazio che vi serve per poter fare le vostre cose. Prego, accomodatevi" Vittoria sorrise "Grazie immensamente!". L'abito color pesca esaltava la sua carnagione, un dettaglio che Anthony non poté fare a meno di notare. 

Vittoria non se lo fece ripetere due volte, si fiondò sulle sue carte e iniziò subito a scrivere, molto concentrata, parlando tra sé sottovoce e mangiando di tanto in tanto una brioche. Anthony, dal suo giornale, la guardava con molta curiosità e attenzione, qualsiasi movimento che lei facesse, lo portava a chiedersi 'cosa starà mai pensando?'. Poi, ritornava a leggere il suo giornale, cercando di dare il meno fastidio possibile. "Milord, vi chiedo scusa, ma potreste aiutarmi per una questione?" chiese con molta prontezza Vittoria. "Oh sì certo, ditemi pure" "Bene, ecco io non mi trovavo con.." mentre faceva spazio tra le sue carte, trovò l'opuscolo di Lady Whistledown, gli diede un'occhiata e capì subito che era di Anthony. "Oh", riuscì solo a dire Vittoria. "Cosa? Oh, no... non fateci caso, lo leggo per diletto e sembra proprio che si parli di voi" "Non sembra, è così....e viene sottolineato il mio status ancora da nubile.." Vittoria guardò con rammarico prima l'opuscolo e poi Anthony. Anche lei sapeva del suo trascorso, di quanto fosse accaduto con Kate Sharma, ma non vi si era soffermata tanto.  "Beh, mica è colpa vostra se non avete ancora trovato marito. Voglio dire, ci sono tanti gentiluomini a Londra e in campagna, evidentemente non tutti erano per voi. Forse state cercando il meglio e quel meglio non è ancora arrivato". Colpita nel profondo e amareggiata, Vittoria si alzò e fece per andarsene quando Anthony esclamò "Scusate, ma dove state andando? Cosa volevate chiedermi?" "Sapete qual è la differenza tra me e voi signor Bridgerton, è che anche io ho letto di voi su quell'opuscolo, ma non mi sono lasciata condizionare da quelle parole. Ho provato compassione per la vostra situazione, tristezza e commozione, e dall'altra parte odio e risentimento per questa autrice anonima che si burla sulle nostre disgrazie, e tutto questo senza conoscervi, se non per nome. La differenza è che voi mi accusate di non aver trovato marito nonostante i tanti uomini di Londra, come se fossi una viziata o una difficile. Ebbene, signor Birdgerton, forse nemmeno voi avete trovato quello che cercavate, solo che io non me ne faccio un problema, sono molto appagata e felice. E voi, invece?" Vittoria lo guardò con un lampo di luce che squartò in due l'animo di Anthony, lasciandolo senza parole. "Ecco, arrivederci signor Bridgerton", prese le sue carte e andò via dalla bakery.

Anthony ci mise un po' a capire che l'aveva offesa anche se non era sua intenzione. Lasciò il giornale e corse via dalla bakery alla ricerca di Vittoria per farle le sue scuse, ma non la trovò. O almeno, la trovò in sella al suo cavallo bianco, una cosa piuttosto strana per una contessina avere un cavallo suo e usarlo come una sorta di carrozza personale nelle strade della città. Intanto Vittoria vi stava salendo sopra e se ne andò. Anthony le corse dietro chiamandola a squarciagola "Vittoria! Fermatevi per favore! Vi scongiuro! Fermatevi! Vittoria!" La giovane si voltò e fermò il suo cavallo. "Cosa volete da me, non avete già detto abbastanza sul mio conto?" Con un certo affanno, che Anthony non riuscì a nascondere, lo stesso ammise di aver sbagliato "non era mia intenzione offendervi. Solo mi chiedevo come mai non aveste trovato marito" "Beh ve lo dico io senza avere il bisogno di fare supposizioni o teorie: perché nessuno vale quanto valgo io da sola. Voi uomini passate le vostre giornate tra lavoro e amici, e a noi ci lasciate a casa, ad eseguire ogni vostro comando e quello della società. Io sono nata libera e nessuno in questo paese vuol comprenderlo. Preferisco essere sola piuttosto che incatenata ad un uomo che dice di amarmi, ma che si piega alle convenzioni di questa società. E adesso, se non vi dispiace, ho delle cose urgenti da fare, molto più importanti del mio stato di nubile. Addio signor Bridgerton" fece un cenno con la testa è andrò via. 

Ad  Anthony ci vollero due minuti esatti per capire che quella donna non era comune. Somigliava a Kate, ma aveva qualcosa in più, qualche fierezza e prontezza che non la facevano mai sentire in difficoltà, ma sempre nella ragione. Anthony tornò alla  bakery ragionando su quelle parole: libertà e convenzione e si domandò "siamo davvero liberi come crediamo di pensare?".

Ancora tulipani a Clarence HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora