Capitolo 6

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Il 25 marzo era passato senza che Lady Whistledown avesse scritto qualcosa, un pensiero che faceva stare meglio la giovane Vittoria mentre faceva colazione nella sua villa. 'Forse non è stato un grande avvenimento, per questo motivo non ha speso una parola...oppure non era tra gli ospiti...non lo so..ma forse è meglio così...così da non ricordare a tutti la mia già pubblica condizione da nubile e futuro da zitella!' sorrideva mentre beveva una tazza di thè all'aroma della lavanda. 'Beh, cara Lady Whistledown dei miei stivali, la festa potrebbe anche non piacere alla regina Charlotte in persona, ma i miei ospiti si sono divertiti e non vedo l'ora di ripetere il tutto oggi'. Corse in camera sua, indossò il solito abito marrone scuro da collaboratrice, salì sul suo cavallo bianco, Neve, e raggiunge la  Birghamm. Con sua somma sorpresa, mentre posava il cavallo, ne vide uno totalmente nuovo e nero. 

"Buongiorno Beatrice, di chi è quel cavallo nero lì fuori?" "Oh signorina Vittoria" "Beatrice, per favore, ve l'ho ripetuto mille volte, sono solo Vittoria" "Sì....Vittoria" e la contessina sorrise  "beh, il cavallo nero è di un gentiluomo, il Visconte Bridgerton" "Ah, allora è davvero venuto come aveva detto. Un uomo di parola!" le due si scambiarono queste battute mentre si aiutavano a mettere il grembiule. Dirigendosi presso la sala dei lettini, Vittoria, guardò da lontano i bambini, decidendo di non svegliarli a fino a che non fossero venuti gli ospiti. Si diresse verso le cucine e iniziò a preparare la colazione assieme alle altre collaboratrici. "Si, Clara questo è perfetto, mi raccomando, la crema deve essere leggera, anzi leggerissima.." "Buongiorno Vittoria". La contessina sobbalzò un attimo "Buongiorno a voi Visconte, grazie per essere venuto anche qui" "Ogni promessa è debito per me. Ah...attenzione, ha un po' di farina....proprio qui....sulla fronte" Anthony le accarezzò la fronte invece di ripulirgliela e al suo tocco, gli occhi di lei si abbassarono e lui provò un gemito, un brivido. 'Dio, da quanto tempo non tocco una donna..o da quanto tempo non ne tocco una così..oppure, forse, non l'ho mai toccata' "Signor Birdgerton, ha finito? Sapete, devo aiutare e dei miei capelli o del mio viso poco mi importa" Vittoria scosse dai suoi pensieri Anthony che subito posò via la mano e disse "Sì ecco fatto, vi evitavo di sembrare un pupazzo di neve, visto che siamo a marzo ed il Natale è passato da un bel po'". Le altre collaboratrici risero e non potè evitare lo stesso Vittoria. "Ebbene, grazie" accennò un finto inchino "grazie se non sembrerò bianca come il mio cavallo" "Non vorrei mai che la scambiassero per un cavallo per una mia disattenzione" la canzonò Anthony. E ci furono ancora altre risate.

"Allora, cosa vi hanno chiesto di fare?" "Per adesso abbiamo distribuito del magime agli animali e stavamo aspettando il vostro arrivo" "Oh bene, eccomi qui allora" disse Vittoria alzando le braccia e facendo intravedere un po' del suo seno che Anthony non potè fare a meno di notare. "Adesso che ci sono" continuò la contessina "possiamo cominciare sul serio". E così tutti iniziarono a mettere in riga  i tavoli, cercare sedie in ogni stanza, a improvvisarne di nuove con un po' di paglia. Verso metà mattinata arrivano gli stessi nobili della giornata precedente, tra  cui anche qualche nuova presenza, come Lady Danbury e Mary Sharma. Non mancò, ovviamente la famiglia Bridgerton, i Featherington, gli Empson, gli Spitzer e tanti altri nomi. 

"Oh ma quanta gente, come sono contenta" Vittoria aveva un sorriso grandissimo "e tutti pieni zeppi di roba per i miei bambini! Se questo è un sogno non svegliatemi! Possiamo garantire a questi piccoli un altro anno migliore". ' Che bel  sorriso e che animo puro.. per me resterà un mistero del perché non abbia trovato un uomo e del perché io non abbia mai fatto la sua conoscenza prima di Kate' pensò Anthony. "Bene, è arrivato il momento di svegliare i miei bambini, con permesso milord" "Figuratevi Vittoria". La contessina si aggirò presso i dormitori. Rispetto alla Charity Association, qui i bambini arrivavano ad 80, erano figli di uomini andati in guerra, per la maggior parte, di contadini poverissimi e di prostitute che avevano deciso di abbandonarli. Ma a Vittoria questo non importava, li voleva bene tutti allo stesso modo. "Piccoli miei" disse a bassa voce "ehi piccolini...ciao, che ne dite andiamo a fare colazione?". I più piccoli, che andavano dai 5 ai 10 anni risposero subito di sì, aiutati da Vittoria, si lavarono e si diressero nelle cucine. Poi,  fu la volta dei più grandi che avevano dai 11 ai 16 anni e anche con loro aveva la stessa dolcezza che aveva avuto con i primi. Alcuni, grazie a lei, erano riusciti a trovare un lavoro grazie alla sua istruzione e grazie all'aiuto della sua famiglia. Adesso, si attendeva che altri 20 partissero: il conte Andenfon li aveva caldamente raccomandati a una serie di amici, e Vittoria già piangeva per la loro partenza. Quando tutti furono giù per la colazione, i più piccoli furono accolti dai giovani e dalle giovani delle famiglie aristocratiche, i più grandi, invece, davano una mano anche loro.

Ancora tulipani a Clarence HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora