My beloved (Demone)

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Monster (f) x MC (f)

Era raro che si svegliasse prima di Rachel, solitamente quando la sua sveglia suonava era già scomparsa non aveva idea bene dove. Ormai abitavano insieme da più di sei mesi e nonostante questo non era certa di che lavoro facesse l'altra

Lentamente alzò il bracciò di Rachel prima di alzarsi. Lanciò un'occhiata alla ragazza ancora addormentata, distolse lo sguardo immediatamente. Avrebbe voluto osservare più a lungo il viso angelico della ragazza, ma non ne aveva il coraggio.

Si vestì velocemente, ma i suoi occhi si soffermarono sul succhiotto sul collo nel momento in cui fece per chiudere la camicia. Indugiò sul segno rosso passandoci due dita prima di chiudere l'ultimo bottone e sgattaiolare velocemente in salotto. Guardò l'orologio del telefono, era in anticipo ma tanto non si sarebbe mai riaddormentata. Lanciò un ultimo sguardo alla camera e riluttante, un misto di preoccupazione e rimpianto, se ne andò senza osare svegliare Rachel.

Nonostante tutto però la sua mente non fece che tornare continuamente a quella mattina. A malapena riuscì a finire in tempo il noioso lavoro da scrivania. Inizialmente era stata felice di aver finalmente ottenuto il posto che aveva sempre voluto, ma presto le sue speranze si erano affievolite ed era subentrata la monotonia. Almeno finché non aveva incontrato Rachel. Era tanto misteriosa quanto affascinante. E apparentemente intraprendente: nonostante apparisse quasi innocente l'aveva approcciata in una fredda serata di dicembre, poco prima dell'inizio della Vigilia di Natale. Inizialmente era rimasta sorpresa, ma la ragazza dai capelli neri e il viso morbido era stata affabile e a tratti divertente, tanto che non si era accorta di quanto l'avesse fatta bere. I suoi ricordi di quella notte erano ancora un po' confusi, ma era certa che Rachel fosse ancora sobria mentre la riportava a casa e anche durante qualsiasi cosa fosse successa dopo. Si era anche sorpresa di ritrovare Rachel sdraiata nel suo letto la mattina dopo. La ragazza era sveglia ma da quello che le disse troppo stanca dopo aver speso la notte insieme. Era arrossita sentendo quelle parole anche se dalla voce sembrava che la più sorpresa fosse proprio Rachel.

L'evolversi della loro relazione era stato stranamente naturale.

Le sue giornate e il suo lavoro si erano fatte inaspettatamente più piacevoli e le notti più calde.

Forse per questo non riusciva a togliersi dalla mente la nuova visione che era il viso addormentato di Rachel. I capelli sparsi sul cuscino, il tatuaggio sulla spalla appena visibile, le sue labbra appena dischiuse, il seno pallido appena scoperto dal lenzuolo con i capezzoli turgidi e... strinse le gambe cercando di reprimere quei pensieri. Fortunatamente sarebbe scesa alla prossima fermata e in quindici minuti sarebbe stata a casa.

Solitamente quella era la parte che preferiva della giornata. Forse era un cliché ma non le importava, anzi capiva perché lo fosse: rilassarsi nella propria casa con la persona che si ama non è cosa da poco.

Stava già pregustando il momento in cui avrebbe varcato la soglia di casa quando delle voci alterate attirarono la sua attenzione. Mise a fuoco le due figure davanti a lei, un uomo e una donna. Stranamente le ci vollero alcuni secondi per riconoscere Rachel, specie la sua voce non ricordava di averla mai sentita così inasprita. Per la verità erano state poche le occasioni in cui l'aveva vista anche solo infastidita: quella situazione non era normale.

Aumentò il passo così da raggiungerli in fretta, ma il suono arrivò per primo.

«Per quanto ancora hai intenzione di rimanere qui, allora!?» la voce del ragazzo era molto più profonda di quanto si sarebbe aspettata dal suo aspetto un po' trasandato, quasi da gang cittadina.

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