Pecora smarrita (Mothman)

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Monster (F) x MC (M)

Non aveva più fede. Aveva perso la fede da molto tempo. Era stata una triste e sconcertante rivelazione. Se ne era reso conto all'improvviso: era stata una domanda formulata nella sua mente a fargli notare che ormai per lui tutto quello che aveva attorno non aveva più importanza.

Era stata una decisione sofferta: aveva sempre vissuto con Dio, era stato una presenza costante che poteva sentire vividamente, tanto da farsi prete. Si tratta però di una questione di abitudine e consapevolezza perché in verità non sentiva più quella presenza da tempo. Da una parte questa realizzazione comportava un cambiamento radicale della sua vita dall'altra lo rendeva confuso: Che si fosse solo illuso? Che tutto fosse il risultato di come era stato cresciuto? Forse per tutto quel tempo aveva solo voluto ad aggrapparsi al conforto stesso che portava con sé l'idea della fede...

La sua non era una crisi, era una separazione.

Aveva cercato risposte e consigli, ma l'unica cosa che aveva ottenuto erano state enigmatiche parole.

Abbandonare l'abito era sembrata l'unica scelta. Una scelta più immediata di quel che si era aspettato da sé stesso.

Forse era questa la ragione per cui non si era voluto fermare. Inizialmente era tornato a casa, ovviamente quella decisione non aveva lasciato indifferente la sua famiglia: nonostante fossero religiosi la sua scelta di prendere i voti era stata accolta con scetticismo, il fatto che dopo anni avesse deciso di rinunciare aveva teso ancora di più la relazione con i suoi genitori.

Non era certo di resistere a lungo in quella casa, in fondo la separazione era stata dolorosa e lo aveva lasciato con tanti, troppi dubbi, la sua mente era ancora troppo confusa per gestire anche i conflitti famigliari. Era perso e adesso si rendeva conto solo. Non c'era nessuno a cui chiedere consiglio, nessuna possibilità dall'alto, nessun tipo di conforto o sostegno. Era solo lui, con il suo corpo di carne e ossa su un pianeta enorme di cui aveva visto solo una frazione.

Fu per questa combinazione di fattori che una notte se ne andò. Riempì una valigia, uno zaino in spalla e prese a viaggiare.

Prima una fuga, poi un viaggio, poi girovagare e infine un pellegrinaggio.

Dopo l'impulso iniziale aveva riordinato le sue idee dicendosi che in fondo poteva "prendersi una vacanza", questa però era stata in fretta sopraffatta dalla sua curiosità. Il suo mondo era stato relativamente piccolo per tutta la durata della sua vita, almeno fino a quel momento. Certo aveva avuto delle occasioni, ma erano state più sfuggevoli esperienze che vera esplorazione del mondo. Adeso poteva farlo, voleva. Aveva così preso a viaggiare per il mondo con l'idea di visitare posti importanti, poti inesplorati e infine...abbandonati.

Si era ritrovato per caso in quel paese abbandonato. Non era certo come fosse arrivato in quel punto non ben identificato della mappa, era solo certo di trovarsi in un territorio di confine tra Europa e Asia.

Si strinse nel suo giaccone malconcio mentre oltrepassava i ruderi delle case. L'ultima neve invernale si era sciolta da poco riportando alla luce l'insolito paesino: non risultava su nessuna mappa, nemmeno la più vecchia che era riuscito a portarsi con sé. Era certo di non aver visto nessun tipo di indicazione, né iscrizione che indicasse la presenza di un insediamento umano in quelle distesi verdi.

In religioso silenzio si aggirava tra i ruderi cercando un indizio che gli rivelasse chi aveva vissuto lì in passato. Tuttavia niente risaltava o aveva personalità se non il castello, o quello che presumeva fosse stato tale un tempo. La struttura era decisamente più grande e alta, per lo più distrutta ma ancora imponente. Delle sezioni erano evidentemente meglio conservate di altre. Inevitabilmente i suoi passi lo condussero al primo arco. Attraversò un paio di corridoi mezzi distrutti prima di raggiungere l'ala ancora intera. Sembrava che qualsiasi cosa potesse ricondurre al proprietario di quel posto fosse sparita, forse era solo un'impressione e quella era tutta opera del tempo. Quindi non poté che rimanere stupito da quello che trovò. Nel suo vagare un grande portone in legno aveva attirato la sua attenzione, la luce che vedeva attraverso l'apertura si rifletteva diversamente sulle pareti, colori tenui coloravano le pareti. Si insinuò nello spiraglio del portone riuscendo a passare per un pelo. Spalancò gli occhi di fronte alla chiesa interna perfettamente conservata. Nessuno avrebbe sospettato che quel posto fosse in mezzo a ruderi di una città abbandonata.

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