Charles Leclerc

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Allungo la mano fino al vassoio tenuto in bilico da un cameriere e afferro il primo drink che mi capita a tiro, se ho intenzione di sopravvivere a questa serata sicuramente non lo farò da sobria

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Allungo la mano fino al vassoio tenuto in bilico da un cameriere e afferro il primo drink che mi capita a tiro, se ho intenzione di sopravvivere a questa serata sicuramente non lo farò da sobria. Mi muovo per la folla guardandomi intorno alla ricerca di mia cugina che mi ha praticamente pregata di seguirla a questa festa di ricconi presuntuosi di Montecarlo, mi sento totalmente fuori luogo mentre sorseggio dal mio bicchiere con una finta aria sicura. Il vestito lungo, nero e aderente, di seta che ho deciso di indossare non mi aiuta a respirare meglio dato che il corsetto mi stringe la vita, e poi fa un caldo da morire.

-(Y/N)!- sento gridare e mi giro alla ricerca della voce con la speranza negli occhi. Mia cugina mi viene incontro sorridendo. Stretta in un bellissimo vestito dorato dallo spacco sulla gamba molto sexy e la scollatura non volgare che le risalta il busto.

-Oh, grazie al cielo ti ho trovata. Quando possiamo andare via?- domando avvicinandomi a lei, qualche ragazzo figlio di papà mi sbatte contro un braccio facendomi quasi rovesciare il drink e vorrei gridargli contro ma non conosco mezza parola di francese quindi mi contengo. Quando ho deciso di prendere l'aereo dall'Italia per arrivare a Montecarlo da mia cugina senza conoscere neanche una frase per presentarmi non mi sono preoccupata più di tanto. E non sarebbe stato un problema se avessi deciso di restare per un paio di giorni o una settimana, ma i tre mesi estivi si sono dimostrati un periodo molto lungo in un paese dove chiunque ti parli sembra che ti dia dello stupido in ogni situazione.

Mia cugina ride quando mi vede alzare gli occhi al cielo e mi circonda le spalle con un braccio

-vieni con me, ti presento dei miei amici. Sono arrivati questa mattina e staranno per qualche giorno- mi avvisa guidandomi verso il punto da cui l'ho vista apparire, come un angelo venuto a salvarmi.

-Ti ricordo che non so parlare francese, come pretendi che io comunichi coi tuoi amici se non so neanche presentarmi?- domando alzando un sopracciglio, la mia perfetta cugina accenna una risata che mi procura solo più confusione

-Eccoli! Ragazzi!- esclama alzando il braccio e muovendosi come una posseduta, seguo la direzione del suo sguardo con il viso totalmente in fiamme dall'imbarazzo dato che alcune persone intorno a noi si sono girate a guardarci, ma quando vedo i due ragazzi a cui si riferisce mia cugina il resto dei figli di papà intorno a noi scompaiono. Sento mia cugina dirmi "vieni con me" prima di tirarmi più velocemente e raggiungiamo i due.

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