43- Il matrimonio (II)

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Quando Fleur sentì finalmente bussare alla porta l'attesa si era ormai trasformata in qualcosa di insopportabile. Si precipitò ad aprire, ansiosa, senza assicurarsi si trattasse effettivamente di Coberg o di qualcuno della servitù, il solo desiderio di uscire da quella maledetta stanza e di affrontare quanto la aspettava. Non ne poteva più di stare rinchiusa e ferma, l'avvertimento di Nirina che continuava a ripetersi nella sua testa come un mantra incessante. Aveva parlato di visioni, ma perché avrebbe dovuto vedere Vayanne? Perché proprio quel giorno, perché non prima? Lys non capiva.

«Da quando bussi alle porte?» il sorriso che si era obbligata a stamparsi in viso morì quasi sul nascere, gli angoli della bocca che si incurvarono verso il basso in una smorfia infastidita.

«E tu da quando vuoi sposarti?»

Vuxta entrò nella camera, superando Fleurdelys. Non sapeva perché si trovasse lì, ma all'improvviso aveva sentito il bisogno di vederla; forse il motivo stava nel ciondolo che la sacerdotessa portava al collo o forse perché l'idea di quanto presto sarebbe accaduto riusciva stranamente a turbarlo.

«Perché sei qui?» domandò Lys scocciata, incrociando le braccia. «Anche tu per avvertirmi riguardo strane visioni?» tentò poi, nella speranza di ottenere qualche risposta.

Fallì.

«Solo per accompagnarti all'altare, mia carissima Fleur»

Stava mentendo, in parte. Pur senza i suoi sentimenti, pur non provando nient'altro che una triste e vuota indifferenza, Vuxta si era sentito in dovere di affiancarla. In memoria di un passato senso di responsabilità forse, chissà. Lui stesso non sapeva rispondersi, incapace di trovare una risposta che lo soddisfacesse pienamente. Forse, una parte di lui, una piccolissima, sentiva ancora che tutto quello fosse sbagliato, forse, quella stessa minuscola parte sperava che il matrimonio non tenesse mai luogo.

La guardò più a lungo del dovuto, soffermandosi sul viso truccato e l'abito bianco. Era diversa da mesi e mesi prima, si rese conto, niente più ricordava in lei la sacerdotessa che aveva conosciuto in quella lontana notte di luna piena; bastava guardarla per capire che non fosse più la sprovveduta ragazzina che aveva lasciato le Terre Volanti. Ne aveva assunto di nuovo l'aspetto, con quei lunghi capelli corvini che le cadevano morbidi sulla schiena e le curve seducenti, la bellezza indiscutibile che era tornata a riempirle le guance scavate, eppure i suoi occhi, sempre tanto verdi da mozzare il fiato, non erano più come una volta. Vuxta ricordava bene la rabbia che ardeva al loro interno, la tristezza, la solitudine e quel vuoto doloroso che aveva portato la sacerdotessa a vivere la sua vita con distacco, la costante ricerca di stimoli ed emozioni. Fleurdelys Skysee non era più così: ora i suoi occhi brillavano di vita, di sentimenti, di domande. Erano in pace.

Avevano trovato quella pace che invece lui aveva perso.

Quando guardava Lys, qualcosa nel Dio Luna si agitava, nel ricordo forse di quanto l'Altare gli aveva da poco strappato. Ora, quando Vuxta guardava quegli occhi verdi, si specchiava nei propri, dorati come il sole divino, vuoti come un tempo lo erano stati quelli di Fleurdelys. Non ci vedeva niente. Nessuna emozione. Solo, l'oscurità. L'oscurità dorata di un essere che di umano non aveva più nulla.

Le porse il braccio, in attesa.

«Sto aspettando Coberg»

Vuxta stirò le labbra. «Non verrà»

«Sembrerò stupida a camminare da sola davanti agli invitati» insistette Fleur sulla difensiva.

In realtà, non voleva che fosse lui ad accompagnarla; quella versione del Dio Luna non le piaceva, la spaventava. Non riusciva a comportarsi come se fosse la stessa persona con cui aveva condiviso tanto, dal dolore alla gioia, dall'odio all'affetto. Lys guardava Vuxta e non lo riconosceva, come se quello che le stava davanti, con quel sorrisetto appena accennato, non fosse lui. E forse non lo era. Forse Vuxta, il Vuxta che lei conosceva e che aveva imparato a volere bene, era morto da tempo. Forse era morto per sempre.

Skysee - La Maledizione del Sole e della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora