48- Solo un uomo

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L'incontro con August era stato disastroso. Vermund era uscito dalla cella con il cuore palpitante, le mani tremanti e gli occhi lucidi, la consapevolezza di avere un parente ancora in vita.

August gli aveva rivolto a stento la parola, però non gli aveva taciuto la verità quando Vermund aveva nominato Elaisa Crasteba. L'uomo era sbiancato, rispondendo che era sua figlia, e lui non era riuscito a contenere le proprie emozioni. Si era precipitato fuori dalla porta, senza aggiungere altro, e aveva ordinato alle guardie di lasciarlo solo, l'obiettivo di nascondere il tremore del suo corpo. Nessuno doveva saperlo, nessuno che facesse parte dell'esercito e potesse riferirlo a Boeder Rosdafh.

Il generale sapeva che un uomo legato a Fleurdelys Skysee si trovava nelle prigioni, ma doveva rimanere all'oscuro riguardo il suo grado di parentela con Vermund. Se ne fosse venuto a conoscenza avrebbe utilizzato l'informazione contro di lui e questa era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

Non sapeva perché l'esistenza di August gli provocasse quell'effetto, quel nodo alla gola e quella strana sensazione all'altezza dello stomaco. Vermund non aveva mai conosciuto sua madre, non aveva alcun legame con lei, però...

Si portò una mano al petto, lo shock che dopo ore continuava a troncargli il respiro. In qualche modo Fleurdelys sapeva di August e di quale sarebbe stata la sua reazione, dello sguardo distaccato e indecifrabile che il vecchio gli avrebbe rivolto. Forse sapeva anche di sconvolgere Vermund fino a quel punto, altrimenti perché condividere con lui quell'informazione? Non c'era da sorprendersi. La sacerdotessa era stata l'unica a capirlo fin da subito perché uguale a lui, entrambi troppo soli per non accorgersi della solitudine dell'altro.

Vermund strinse i pugni. Perché allora si stupiva che avesse usato August per indebolire la sua posizione? Si trattava della stessa donna che l'aveva rifiutato, la stessa donna che l'aveva ammaliato e calpestato come se non valesse nulla. Solo perché profondamente simili non significava che tra loro ci fosse altro; di questo Fleurdelys ne aveva già dato prova. Aveva fatto in modo che la sua strada si incrociasse con quella di August, ma perché? Cosa ci guadagnava?

Quelle domande lo avevano tormentato per ore. Aveva fatto di tutto per non pensarci, per distrarsi. Si era ubriacato di vino, di sesso, ma nulla era servito per scacciare dalla sua mente Fleurdelys e il legame con l'uomo che era il padre di sua madre. Ci aveva messo tre giorni per incontrarlo, ma a Vermund non pesava aver aspettato per avere conferma dei suoi dubbi. August lui non l'aveva mai cercato.

Per questo Vermund si stava dirigendo verso il giardino privato del Sinejon, dove ormai trascorreva la maggior parte delle sue giornate. Quel luogo gli piaceva, il solo ticchettio della linfa del Kroaght che lenta cadeva nei recipienti e nessuno intorno a giudicarlo e affrontarlo. Di solito riusciva a dargli pace, a calmare i suoi bollenti spiriti, ma quel giorno non bastò. Vermund si sedette sotto la chioma dell'albero, la testa che gli girava e il respiro spezzato. Si sentiva così sopraffatto dagli ultimi eventi che non sapeva come reagire.

Era furioso con Fleurdelys, amareggiato per August, confuso per la situazione. Come doveva comportarsi? Continuando a far finta che suo nonno non fosse nelle prigioni, magari? Cosa cambiava per lui se quell'uomo esisteva o meno? Niente. Assolutamente niente.

Qualcosa nel petto gli si incrinò. Non era vero, non del tutto. Si sentiva così solo da anni, così vuoto, così arrabbiato. Tirò un pugno contro la corteccia, la pelle della mano che subito si macchiò di sangue. Era tutta colpa di Fleurdelys. Di nuovo lei, sempre e dannatamente lei. Era colpa sua se si sentiva debole quanto il bambino che era stato un tempo. Era bastato così poco per piegarlo?

Vermund appoggiò la fronte contro il tronco, il petto che s'alzava e s'abbassava. L'avrebbe uccisa. L'avrebbe uccisa in memoria della promessa fatta ad Edgar, certo, ma l'avrebbe uccisa soprattutto per se stesso. Senza Fleurdelys Skysee nella mente, Vermund sarebbe stato libero. Voleva crederci con tutte le sue forze.

Skysee - La Maledizione del Sole e della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora