Capitolo 28

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West non vedeva l'ora di sentire il frastornante trillo della campanella pronto a segnalare la fine di quella infinita giornata. Sognava il proprio divano e l'aria fresca del suo giardino, priva del puzzo di un centinaio di adolescenti in piena pubertà. Rifugiata in aula docenti stava correggendo le ultime verifiche, ma continuava a distrarsi ogni cinque secondi al pensiero di tutto ciò che le avrebbe potuto dire Katherine e che lei avrebbe potuto risponderle. Un'infinità di scenari le scorrevano tra i pensieri come la pellicola di un film. La sua mente provava a prepararsi al peggio, in modo che fosse pronta a dire le cose giuste anche nel peggiore dei casi. Doveva e voleva stare attenta. Non capiva nemmeno se quella che provava fosse ansia e terrore o entusiasmo ed eccitazione. Semplicemente voleva il tempo passasse più in fretta per arrivare al punto; ovvero a Katherine.

Quando Violet entró in aula la guardò rimanere di sasso. Vide la confusione e il panico scritto nel loro silenzio di marmo prima che il tempo si sciogliesse e la sua collega approcciasse il proprio armadietto. Si era quasi scordata del messaggio che le aveva inviato. La scrutò, sapendo di farla sentire osservata, sperando che fosse così. Come poteva non aver risposto a quel messaggio? Di punto in bianco non aveva più alcun potere su di lei? Com'era possibile? Non lo riteneva possibile. Si era scordata dell'utilità di Erika, ma se la ricordò vedendo il suo culo stretto nella gonna. Il suo corpo riusciva ad essere formoso ma magro nei punti giusti. Inspirò immaginando di scoparsela contro l'armadietto. Per quanto la trovasse patetica e noiosa, le faceva sesso. Forse era proprio il suo essere così inferiore che la eccitava. Il disprezzo che provava per lei era benzina per le sue perversioni sadiche e dominanti. Voleva piegarla nell'anima e godere di lei, lo voleva con la stessa intensità di un assassino per passione.

'Sei come un uomo. Come uno stupratore. Vuoi distruggere. Non è sessualità; è malattia.' la voce di Dayana nella sua testa la riproverò. Odiava averla in mente, da quando avevano litigato la tormentava con le sue verità che non voleva sentire. Non aveva alcun diritto di rimanerle in testa, non dopo la sua sparizione, ma forse era proprio la sua assenza a farla sentire il bisogno di simularla. Si irritò e quasi per dare fastidio all'ombra di Dayana decise di andare fino in fondo con la propria vittima.
«Ti ho scritto ieri sera.» le rivolse la parola. La stanza era vuota, solo un tavolo le separava, Erika si girò lasciandosi alle spalle la fila di armadietti al muro, etichettati in ordine alfabetico per professore. Se non fosse entrata a metà anno i loro armadietti sarebbero stati vicini: Violet e West, uno dopo l'altro. Che coincidenza.
La rossa guardò West negli occhi rimanendo interdetta. Fece una smorfia infastidita e strinse i denti.
«Sono certa che avrai trovato qualcuno con cui divertirti.» le lanciò una frecciata. Aveva il tono rabbioso nel dirlo, ma il suo cuore vacillò.
L'immagine di un'estranea contro le labbra di West che veniva scortata nella sua villa apparve come un flash davanti ai suoi occhi.
Quando alla fine del liceo non era riuscita a salutarla, all'apice della disperazione si era appostata davanti casa sua. Aveva citofonato senza ricevere risposta, e aveva aspettato il suo ritorno, dall'altro lato della strada, finché non l'aveva vista con un'altra e il suo cuore era andato in frantumi. Si sentì ancora più in colpa per Kat a ricordare quell'episodio. Terribilmente in colpa.
Rabbuiò come il sole dietro una nuvola passeggera, dietro ad un'emozione.
Si era persa nel vuoto.
Tornó bruscamente alla realtà.
«Cosa?» chiese a Jade che aveva detto qualcosa in quella realtà lontana dal suo udito.

«A proposito di quel messaggio… Non ero in me. Insomma mi pare ovvio che non potrei mai proporti una cosa del genere da sobria. Sono stata inopportuna, ma non capiterà mai più.
E ti ringrazio per non esserti approfittata di me, almeno mi sono svegliata senza rimorsi.» non avrebbe accettato un rifiuto, quindi lo avrebbe causato. Voleva che Violet rimpiangesse di essersi persa tutto ciò che poteva solo sognare, voleva implorasse perdono e una seconda occasione per fare sesso con lei. Voleva vederla a terra, disperata ed umiliata. Voleva ricordarle di essere infinitamente inferiore a lei, di non avere chance, di non valere niente. Pensare quelle cose era tanto sbagliato quanto eccitante.

Dangerous Teacher II OssessioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora