Capitolo 40

952 100 53
                                    

Jade dettò gli esercizi con voce tuonante, nel silenzio della classe. Anche i nuovi alunni sentivano la rabbia dell'insegnante. La tensione era palpabile, era un ticchettio che avvicinava al countdown.
Persino Maeve percepì di aver esagerato quella volta, e anche se ignorava gli occhi glaciali dell'insegnante ripieni di odio, poteva riconoscere di non essere finita in un'ottima situazione. Ma d'altronde non era la sua prima volta: non stava mai zitta. 

«Sappi che anche se li risolverai, cosa che ritengo impossibile, ti becchi due note. Una perché non hai fatto i compiti, l'altra per il tuo atteggiamento idiota» sibilló gelida. La sua rabbia era silente, strisciava a zig zag tra le sue parole, alla ricerca di qualche punto scoperto da pungere.

Paige si chiese se rispondere fosse saggio. Ogni volta che apriva bocca sembrava sempre dire la cosa sbagliata.

«Mi piace la fiducia che ha in me, mi fa sentire a casa» non trattenne un commento sarcastico per allentare la tensione.

«Abbiamo voglia di fare i simpatici vedo! Dato che ci tieni tanto finito questo spettacolino ti spedisco diretta in vicepresidenza se fai un solo errore»

«Ma…» Mave si morse le labbra supplicando se stessa di non rispondere e stare zitta.

«Ma scusi, se lei rimane qui, io che ci vado a fare in vicepresidenza da sola?» 

Non lo faceva apposta, amava sottolineare gli errori altrui, sapeva che quel suo atteggiamento faceva a dir poco infuriare gli insegnanti, ma di riflesso faceva divertire lei un mondo.

«Paige! Taci e fai gli esercizi» la zittí West urlandole contro. Per un attimo si era dimenticata di essere la vicepreside della scuola. L'aveva totalmente scordato.

«Ha detto ”se li risolverai”. “se”
Allora pensa che abbia una possibilità di farcela…» borbottò tra sé e sé giocando col gessetto tra le dita e ricordando a se stessa di tenere aperte le spalle e la testa alta per far sì che tutti potessero ammirare il suo delizioso outfit. Si passò una ciocca dei capelli dietro all'orecchio cercando di non dare le spalle alla classe, in preda del proprio attimo di narcisismo. Come sempre si distraeva pensando alla propria bellezza nei momenti peggiori.

West la guardò muoversi con fare civettuolo, e non capì se ci stesse provando con lei o cosa, poi capì che fosse semplicemente totalmente assorbita dal proprio enorme e fastidiosissimo ego. Odiava le persone egocentriche, erano così narcisiste, così incapaci di vedere oltre al proprio naso, così noiose capaci solo di pensare e parlare di sé. Le trovava detestabili.

«Va bene Paige Maeve dato che mi sembra che ti manchi qualche rotella, mettiamola così hai sessanta secondi per fare questo esercizio o finisci subito in presidenza e mi lamenterò tanto da assicurarti una sospensione. Che ne dici? Ah e i sessanta secondi sono già iniziati», le comunicò con sadismo, con l'assoluta certezza che non ce l'avrebbe mai fatta che traspariva cristallina dal suo tono.

Maeve presa da un brivido saltò sul posto fondandosi sulla lavagna. Se l'avessero sospesa suo padre l'avrebbe di certo ammazzata di botte. Sentì il pericolo fischiare nelle orecchie. Lo adorava. Adorava l'adrenalina, adorava il rischio, adorava essere al centro dell'attenzione, adorava dover fare qualcosa di difficile. Le piaceva perché odiava la noia e quegli esercizi erano noiosi, ma farli in sessanta secondi davanti a tutta la classe rischiando la sospensione. Quella era un'altra storia. Sentiva già il potere, la goduria del farsi vedere figa da paura e vincente davanti a quegli sfigati dei suoi compagni di classe.

I suoi calcoli e pensieri correvano ben più veloce di quanto potesse fare il gessetto che colpiva la lavagna scandendo i secondi. A quella prima presa di coraggio West sorrise divertita nel vederla finalmente obbedire ai suoi ordini, immaginando che la sua foga non fosse altro che mera disperazione.

Dangerous Teacher II OssessioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora