"Parola di Rosa Ricci"

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ROSA

Carmine Di Salvo e le sue stupide manie di perbenismo. So io dove gliele ficcherei.
Ma cosa si è messo in testa?
Cosa sono tutte quelle moine, quello stuzzicarmi, quel... quel... quel mandarmi su tutte le furie!
Lo odio già abbastanza per quello che lui e la sua famiglia hanno fatto a Pietro e Ciro, a quanto pare, però, non gli basta. Sembra voler dare fuoco alla miccia, incosciente di quanto devastanti potrebbero essere le conseguenze.

Povero agnellino, neanche sai quello che ti aspetta. Prima o poi non ci saranno le braccia di Maddalena o quelle di Lino ad allontanarci, a proteggerti. Un giorno riuscirò ad arrivare a te e finalmente avrò la mia vendetta.
E quel giorno capirai davvero chi è che comanda.

«Le fai lavorare tutto il giorno le rotelle del tuo cervello?»

Alzo lo sguardo su Silvia, accennando a un flebile sorriso ed espirando fuori un po' di fumo.
«Anche quando dormo.»

«E come mai lavorano così tanto?»
Si mette di pancia in giù, incrociando le caviglie e lasciandole dondolare nell'aria mentre mi guarda con aria interessata.

«Perché qui dentro ci sta l'assassino di mio fratello.»
Spengo il mozzicone della sigaretta, lasciandola cadere nel posacenere. «E non ho alcuna intenzione di fargliela passare liscia.»

Passa qualche minuto di silenzio, interrotto solo dalle onde agitate del mare che si infrangono contro gli scogli. «Rò... te la posso dire una cosa, senza che ti arrabbi?»

«Dipende», scendo dal cornicione della finestra, pulendomi le cosce e arrampicandomi sul mio letto per non doverla guardare. «Se vuoi parlarmi di quanto è buono e gentile Carmine Di Salvo, no. Non sarà l'immagine che dà di sé agli altri a fermarmi.»

Il mio tentativo di sfuggirle non sembra bastare. Si solleva lei in piedi, stavolta, incrociando le braccia sul mio materasso e osservandomi con un sopracciglio inarcato. «Non è cattivo. Non ha nulla a che fare con la sua famiglia.»

Volgo lo sguardo al soffitto, coprendomi gli occhi con un braccio. «E quindi? Dovrebbe importarmi? Cattivo o no è pur sempre un Di Salvo... e ha ucciso mio fratello.»
A volte la gente dimentica questo dettaglio. Come posso ignorare il fatto che quel ragazzo si è preso l'ultimo respiro di Ciro?
Dio, vorrei averlo fra le mani e modellarlo come plastichina quel pezzo di merda.

Silvia è sempre stata brava a toccare le situazioni delicate con dolcezza. Ci va con i piedi di piombo quando legge la mia rabbia in quello che dico o faccio, quindi è probabilmente per questo motivo che torna in silenzio per qualche istante.

«Ora è il tuo turno di far lavorare le rotelle del cervello?»

«Non serve che sia io a farlo.»
Scosta il mio braccio, afferrandomi per il mento con due dita e incitandomi a guardarla dritta negli occhi. «Lo sai meglio di me cosa intendessi dire davvero.»

«In realtà no.»

Inclina pericolosamente il lato destro della bocca, rivolgendomi un sorriso malizioso. «Ah no? Non lo vedi come ti guarda il tuo Romeo? Se potesse ti mangerebbe.»

«Ma che cazzo dici?!»
Mi metto a sedere di scatto, spingendola via. Quelle parole mi causano una brutta sensazione all'altezza dello stomaco. No.

«Quello che vediamo tutti.»

«Smettila di dire stronzate e vattene a dormire», sbotto furiosa, dandole definitivamente le spalle e rifugiandomi sotto le coperte.
Come osa dire una cosa simile?
La sola idea di me e 'O Piecoro in quelle vesti mi fa venire voglia di rivoltare questo posto.

«Io me ne torno a dormire, Rosa. Però tu aprili gli occhi, altrimenti finirai per credere sempre e solo alle bugie che ti racconti.»

Vaffanculo pure tu, Silvia.
Vaffanculo te e tutte le assurdità a cui pensi. Mi fa ribrezzo solo immaginare per un istante quei ricci incastrati fra le mie dita, o quella bocca carnosa vicina alla mia.

Premo il braccio contro lo stomaco, sperando che basti ad alleviare, a cancellare la sensazione che c'è dentro. Preferisco vivere per sempre da sola che cedere il mio cuore a un simile codardo.
«Che grande stronzata...», rido, facendomi sfuggire quel sussurro dalla bocca.
Una Ricci e un Di Salvo che si innamorano, potrei sicuramente darmi alla carriera di comica raccontando una simile barzelletta.
Anzi, date le assurdità che pronuncia la sua bocca, questo lavoro starebbe meglio alla mia compagna di cella. Sono sicura che la gente riderebbe con le lacrime agli occhi se la sentisse parlare.
Mio padre si porterebbe addirittura le mani sulla pancia, piegandosi in due per il troppo ridere. E io lo seguirei a ruota.

«Se ne sei convinta tu...»
Mi lascia con quella frase in sospeso, consapevole di tutti i dubbi che mi sta innescando dentro. Mi viene da chiedermi se ho davvero trovato un'amica o se dovrei allontanarla prima che faccia troppi danni.
Ma poi a che servirebbe?
Non ho bisogno di nessuno per capire quello che voglio. Carmine Di Salvo è l'assassino di mio fratello e la pagherà cara per questo. Punto.
Non ho bisogno di farmi domande, di trattenere i miei istinti, di farmi da parte. Arriverò a lui, a quei finti occhi innocenti che mi guardano come se potesse leggermi l'anima. Lo acchiapperò con queste mani e afferrerò il suo fottuto cuore fino a renderlo un ammasso inutile.
Gli toglierò tutto, esattamente come ha fatto lui con me.

Parola di Rosa Ricci.

Devo solo evitare i suoi occhi, quelle inverosimili emozioni che sento dentro ogni volta che mi guarda in quel modo. È pericoloso, l'ho sempre saputo. Si finge un angelo, quando in realtà quelle vesti sono tutta una menzogna per poter confondere la gente e condurla all'inferno.

Non ci riuscirai, Carmine Di Salvo.
Non mi renderai vittima della gentilezza che fingi di avere, dei tuoi sorrisi troppo grandi e di quegli occhi colmi di promesse.
Ti detesto da sempre. Dalla prima volta in cui le mie orecchie hanno dovuto ascoltare il tuo nome, conoscere la verità.
Me lo hai portato via e ora non mi sento più protetta, al sicuro. È ora che anche tu capisca cosa significa.

A un passo da te |Carmine x Rosa| (MARE FUORI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora