Sono passate quasi due settimane dall'ultimo incontro che Marco ha avuto con Lorenzo e ciò non può che farlo sentire vuoto e inutile. Ha tentato molte volte di convincerlo che tutto quello che stanno facendo sia inutile, perchè i provvedimenti sono già stati presi e perchè senza lui non sa cosa fare, un po' come un cucciolo che smarrisce la sua mamma.
Il biondo non ha voluto transigere su eventuali incontri, così le ore passate insieme si sono ridotte a quelle scolastiche e quelle nella chat privata di Facebook.
Purtroppo a scuola Marco sa di non potersi comportare come vorrebbe con lui – e fortunatamente sono compagni di banco, altrimenti andrebbe seriamente in crisi – e soprattutto è a conoscenza della poca predisposizione che Lorenzo ha con gli apparecchi elettronici, così anche online non possono parlare più di tanto, quando Lorenzo è stanco di scrivere stacca internet senza dirgli niente e Marco rimane a fissare lo schermo in attesa di una sua risposta fino a quando non capisce che lo ha abbandonato a se stesso.
Da un lato, pensa, è meglio così. Chattare non è come parlare, ridere insieme, tirarsi pizzicotti e scompigliarsi i capelli a vicenda, non è respirare la stessa aria e morire dalla voglia di abbracciarlo quando si sorridono complici, non è condividere idee ed emozioni come hanno sempre fatto.
Finalmente però è Domenica e Marco è libero di passare tutto il giorno a casa del suo amico, gli ha concesso almeno questo giorno perchè non devono andare a scuola e possono quindi rilassarsi insieme.
Così Marco si prepara per bene, si da una sistemata ai capelli ricci e al ciuffo impertinente che sfugge al taglio a spazzola, indossa una bella camicia nera con una stampa fatta di spruzzi di colori lucidi e allegri che compongono una strana immagine sulla schiena – gliel'ha scelta Lorenzo quando hanno fatto shopping insieme e lui semplicemente la adora come ogni cosa che gli consiglia -, i jeans grigi e le scarpe nike che ha indossato durante il loro ultimo incontro - al suo amico sono piaciute subito e quindi si sente quasi in obbligo di calzarle.
Poi afferra le chiavi dell'auto e controlla di avere la patente nel giubbotto – l'ha presa da solo un mese e non vuole perderla facilmente come fa con tutto grazie al suo disordine cronico -, indossa quindi i guanti e un berretto nero, sale sulla sua Giulietta nuovissima e si dirige a casa dell'amico.
Ad aprirgli alla porta è Martina, che gli sorride cordiale e lo invita ad entrare, poi chiama Lorenzo mentre Marco va in cucina a salutare gli altri.
Si siede con loro e conversa un po', i genitori di Lorenzo – Caterina e Flavio – sono delle persone magnifiche, per niente all'antica e con una visione ad ampio respiro del mondo e del pensiero popolare, forse è per questo che hanno da subito accettato il figlio senza fare una di quelle tragedie da soap opera che metterebbero in scena i suoi se mai confessasse d'essere gay.
Lorenzo tarda ancora un po' e Marco aspetta impazientemente giocando con la piccola Anna e chiacchierando con Giorgio – che nota essersi rimesso – e Martina.
Quando finalmente l'amico si decide ad arrivare entra nella sala seguito da Maciste e Marco resiste a stento alla tentazione di gettargli le braccia al collo e frignare come una quindicenne davanti al suo idolo musicale.
Massimo lo farebbe a fettine. E dopo averlo fatto a fettine lo trasformerebbe in carne macinata, n'è sicuro.
Incredibilmente, nella famiglia Brahi sono tutti gelosi di Lorenzo, è un po' il preferito di tutti, quello su cui fanno più pressione e che deve accontentare le aspettative dei parenti, quindi Marco è felice che con lui sia semplicemente se stesso.
- Ma guarda chi c'è – ridacchia avvicinandosi al moro e poi scompigliandogli i capelli che l'altro aveva ordinato accuratamente solo qualche minuto prima. Sa bene che Marco odia quando fa così e lui si diverte un mondo a irritarlo.
Marco sbuffa – Ciao anche a te Lorè, sto bene, grazie per avermelo chiesto –
- Non sei neanche arrivato e già inizi a farmi la lavata di testa, mammina?! –
Marco lo tira giù a sedere accanto a lui, Lorenzo sbatte prima sul bracciolo del divano e poi gli si spalma praticamente sopra, cadendo come un sacco di patate.
- Ma sei scemo? Vuoi uccidermi? Sappi che verrai all'altro mondo con me! – Lorenzo lo guarda contrariato e Marco ridacchia, è felice di vederlo, gli porta sempre il buon umore.
- Ti seguirò fino all'Inferno e oltre, oh capitano, mio capitano! – ribatte.
Lorenzo gli afferra quindi la mano con fare teatrale e se la porta vicino alle labbra – Sono io che vi seguirei ovunque my lady, il mio cuore vi appartiene, vi amo! –
Marco trattiene il sospiro e lo guarda con le guance leggermente arrossate, sa che sta scherzando ma le sue uscite fanno sempre centro, lo lasciano sempre a secco e conferiscono a lui la vittoria con la battuta finale.
Lorenzo ride della sua espressione e lo molla, poi gli tira un pizzicotto sulla guancia e Marco inizia a dirgliene di tutti i colori.
Caterina, che avvicinandosi posa un vassoio con dei biscotti e le tazzine con il caffè sul tavolino davanti a loro, sospira sconsolata e scuote la testa. Ormai si è arresa con il figlio, non lo riprende più e li lascia fare, tanto continueranno a punzecchiarsi in continuazione come hanno sempre fatto.
Flavio prende posto accanto alla moglie e ride, ora che sanno del figlio pensano entrambi che la persona più adatta a Lorenzo sia proprio Marco, lo conoscono da una vita e ormai è come uno di famiglia, se mai si dovessero fidanzare gli darebbero subito la loro benedizione.
D'altro canto però Massimo non la pensa per niente così, Marco non gli è mai andato molto a genio, per carità! gli è simpatico ma non capisce come suo fratello possa essere suo amico, o forse anche qualcosa di più. Nessuno lo sa e probabilmente non lo hanno capito bene neanche loro.
Lorenzo e Marco continuano a ridere e scherzare, Martina contribuisce e Anna trotterella felice sulle gambe del moro, che adora, Giorgio li guarda sorridendo in silenzio, Lorenzo se ne accorge e lo afferra per un braccio, facendolo sedere sulle sue gambe e mettendolo in imbarazzo. Non se ne preoccupa, Giorgio è ancora uno scricciolo per lui, è il fratellino da proteggere per la cui sicurezza non vede il migliore amico da quella che sembra un'eternità.
Ormai si è sistemato tutto e le acque si sono calmate, nessuno picchia più nessuno e Lorenzo è libero di essere quello che vuole con chi vuole, e anche la quarantena che aveva imposto a Marco è diventata inutile.
Appena glielo dice gli occhi del moro brillano e scatta a sedere stringendogli le braccia al collo, rischiando di far cadere Giorgio e persino Anna, che è ancora aggrappata saldamente alle sue gambe.
- Loreeeeenzo! Amico fedele, compagno di sventure, salpiamo sulla stessa scialuppa verso il Grande Blu! Diventeremo i Re dei Pirati! – ride Marco, citando maldestramente One Piece, che guarda tutte le sere su Italia Due, con o senza Lorenzo, preferibilmente con.
- E tu credi che dividerei il mio titolo con un plebeo come te?! Giammai! – risponde quindi l'altro.
Tutti scoppiano in una risata fragorosa e Marco si sente a casa come mai ha provato nella sua villa troppo grande, sfarzosa e vuota. La casa di Lorenzo non sarà grandissima ma è sempre piena d'allegria.
Marco ama trascorrere le sue ore lì, ama stare con il suo amico e divertirsi, più di tutto ama lui.
Ora le cose sono tornate apposto e lui può fare un passo avanti, va tutto bene così.
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Così come sei
RomanceDal capitolo 6: "Lo ha imparato bene sulla sua pelle, Marco, che le cose nella vita non sono come sembrano, lo ha imparato vivendo in una famiglia assente, con solo i soldi e i regali a fargli compagnia mentre i genitori si divertono con festini e v...