5. What Are We Now?

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Marco si lascia cadere sull'erbetta umida e fresca del prato e volge gli occhi al cielo, incrociando le braccia dietro la testa a mo' di cuscino. Non ricorda come abbia scoperto quella piccola radura verde non lontana da casa sua, ma ha subito voluto mostrarla a Lorenzo, vuole condividere ogni singolo istante della sua vita e delle sue emozioni con la persona che ama, che questa ne sia conscia o meno.

Lorenzo si siede accanto a lui e guarda in lontananza le luci della città brillare di un candore che non ha mai associato a Roma. Forza, potenza, bellezza estasiante, sono questi gli aggettivi che assocerebbe alla sua città, e sicuramente il candore non rientra nella lista.

Il candore è il ragazzo che è steso accanto a sé e guarda le stelle con occhi da bambino, che si emoziona quando ne vede una luccicare senza capire a primo impatto che si tratta di un aereo di passaggio e pensa che sia bellissimo osservare il cielo notturno in questo modo, perchè anche se andare in discoteca, in un pub o vagare per le vie del centro è divertente preferisce molto più questo paesaggio bellissimo e incontaminato che non può osservare spesso perchè le luci dell'Urbe nascondono tutti i piccoli astri luccicanti.

Lorenzo gli si stende accanto e iniziano a chiacchierare del più e del meno, ridono, scherzano un po' e poi si sorridono con una strana luce negli occhi.

- Non ti piacerebbe avere dei figli nella tua vita, Ma'? – gli domanda Lorenzo, spezzando il silenzio magico che si era creato con una delle sue solite uscite insensate.

Marco si mette a ridere perchè sa che l'amico non cambierà mai e dirà tutto quello che gli passa per la testa senza che chi gli sta intorno capisca un solo accidente di quello che dice.

Lo adora anche per questo. Lorenzo è imprevedibile.

- Perchè questa domanda? Ho diciotto anni, cazzo, come posso sapere se mi piacerebbe avere figli?! – gli risponde allora, si volta di lato e gli sorride, ma Lorenzo ha uno sguardo malinconico sul volto.

- Non so, sai vedere i miei genitori così felici nonostante debbano sopportare cinque disgrazie come noi mi fa rendere conto di quanto perderò nella mia vita solo perchè sono... così –

Marco comprende quello che vuole dire e si prende il suo tempo per trovare le parole adatte a replicare, è l'occasione perfetta, pensa, meglio non sciuparla. Gli poggia un braccio sulla vita e si avvicina a lui, posa la testa riccioluta nell'incavo tra la sua spalla e il collo e Lorenzo ricambia l'abbraccio accarezzandogli i capelli.

- Tu non sei una disgrazia – gli dice, ed è serio. Lorenzo ride.

- E non ti perderai proprio niente, nella tua vita amerai e sbaglierai tante volte ma alla fine, proprio come me, come tutti del resto, troverai il tuo posto nel mondo e non rimpiangerai quello che sei perchè sarai con la persona che ami e ti basterà – continua e Lorenzo si scosta per guardarlo in volto e sorride senza sciogliere l'abbraccio.

- E poi che cazzo! – esclama all'improvviso il biondo e ride afferrandogli il viso tra le mani e appoggiandosi con la fronte su quella dell'amico – Se non mi vogliono qui andrò fino in America per sposarmi! E adotterò anche un bambino, chi sono gli altri per decidere della mia famiglia?! –

Marco ride – Fattele tu tredici ore di volo! Lo sai che soffro di mal d'aereo! –

- Vuoi dire che mi lascerai andare lì da solo, senza la mia spalla destra, il mio compagno d'avventure?! –

- Vuoi dire che non sposerai me? –

Marco è serio quando pronuncia le ultime parole, sorride, e Lorenzo lo guarda senza respirare.

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