6. Candor

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Essere il ragazzo di Marco è stancante, Lorenzo lo ha constatato nel giro di una settimana.
Marco è già egocentrico e petulante di suo, se poi si mette anche a cercare carezze e calore continuo può risultare assai fastidioso.
Ma Lorenzo non si scoraggia facilmente, lo conosce troppo bene e sa che il suo modo di dimostrare affetto è tutto particolare, ama baciare ed essere abbracciato, vuole stargli incollato per ore, cerca in ogni modo di eliminare lo strato di vestiti invernali che separa le loro pelli nude, ma è solo perchè è così tanto attratto dal biondo da non riuscire a controllare gli istinti, vuole monopolizzarlo, renderlo esclusivamente suo. Lorenzo se ne rende conto ed è anche lusingato dalle sue attenzioni, ma sa che, dei due, quello ad "indossare i pantaloni" della situazione è proprio lui, Marco è lunatico, passionale, si lascia vincere facilmente dalle emozioni, Lorenzo è calmo, riflessivo, paziente, e – anche se l'altro ancora non lo sa – molto possessivo.
Così quando non lo vede arrivare in orario a scuola si preoccupa, non è da Marco, lui è sempre pronto ad alzarsi presto pur di passare più tempo con lui, sin dal mattino.
Il biondo si agita, fermo sulla porta della sua classe ad aspettarlo, ricambia distrattamente i saluti di amici e conoscenti e guarda con insistenza il corridoio in attesa del suo ragazzo.
Il pensiero lo imbarazza, ma ormai non sono più solo amici e di ciò se ne rende ben conto, non gli interessa neanche l'opinione altrui, dopotutto la notizia del loro fidanzamento si è sparsa subito a scuola benché loro l'avessero confidato solo a Gianni e Andrea, i loro amici storici. O per lo meno lui lo ha fatto, conoscendo Marco sa che si sarà sicuramente fatto prendere dall'entusiasmo e avrà sbandierato la loro relazione ai quattro venti.
Non gliene fa una colpa, se Marco vuole che il mondo intero lo sappia allora non se ne preoccupa, ma se per caso dovesse cambiare idea passerebbe tra la gente con ago e filo a cucire quelle bocche pettegole che parlano troppo.
Così, dodici minuti dopo il suono della campanella, quando ha ormai perso le speranze di vederlo arrivare, la figura del moro compare nel corridoio.
Lorenzo nota subito che c'è qualcosa che non quadra, Marco non cammina mai con lo sguardo basso, lui squadra tutto e tutti cercandolo, lui si sbraccia per salutarlo da lontano, lui non si vergogna ad abbracciarlo quando gli è vicino, semplicemente lui non si comporta mai in questa maniera.
Lorenzo gli va incontro e lo afferra per le spalle – Ma', che è successo? –
- Niente Lorè, stai tranquillo! – Marco alza la testa sorridendo stanco e Lorenzo trattiene il fiato – Sono solo caduto dal letto e mi sono fatto male, quindi sono arrivato tardi -
- Che cazzo ti hanno fatto?! – gli urla tra i denti stringendo la presa sulle sue spalle.
Le bellissime labbra carnose di Marco stanno sanguinando anche se il moro cerca di nasconderlo inutilmente mordendosele, ha un sopracciglio spaccato e le guance così rosse che sembra che lo abbiano preso a schiaffi.
E Lorenzo non ha ancora notato il livido nerastro che si sta formando sotto l'occhio sinistro.
- Non è niente Lorè, andiamo in classe dai, sono già in ritardo – cerca di distoglierlo Marco, ma Lorenzo resta semplicemente fermo e muto come qualche momento prima, stupito e sbigottito che qualcuno abbia avuto il coraggio di deturpare il bellissimo viso della persona che ama.
È già stato detto che Lorenzo è estremamente possessivo, giusto?
Non vuole darlo a vedere ma in questo momento sta mostrando tutto il suo lato più geloso a Marco, si sente idiota per una cosa del genere, vuole solo mostrargli buone qualità ma alla fine succede sempre che da solo spettacolo con il peggio di sé.
- Marco – lo richiama cercando di mantenere la calma e afferra il suo viso tra le mani delicatamente. Gli occhi scuri di Marco lo guardano tristi, feriti, e lui sente il suo cuore stringersi. Nessuno deve farlo sentire giù, Marco deve essere sempre allegro e di buon umore, deve sorridergli e chiedergli baci, deve filosofeggiare alle tre di notte quando lui vuole solo dormire e deve guardare le stelle con gli occhi di un bambino, Marco non può essere così, Lorenzo non lo permetterà mai.
- Dimmi chi è stato, ti prego. Sistemerò tutto – quasi lo prega e Marco esita per qualche minuto, poi vuota il sacco.
Per una volta è felice di avere questa sorta d'influenza su Marco, sa che non gli negherebbe nulla.
Lo prende per mano e lo porta in presidenza dove è costretto a fare il nome di chi lo ha picchiato, specificare il perchè e anche che lui non abbia reagito allo stesso modo.
Lorenzo si stupisce che Marco non gli abbia pestati, non è da lui, quando avevano quindici anni era sempre il primo a incitare incosciamente gli altri a fare a botte e buttarsi in mezzo le mischie - per poi farsi curare le ferite esclusivamente da lui.
"L'omofobia è il peggiore dei mali" gli dice dopo Marco, sorridendo triste. Lorenzo nota che è sul punto di piangere e lo abbraccia "Ma alle mani non si deve rispondere con le mani, se lo avessi fatto mi sarei abbassato al loro livello, sarei passato dalla parte del torto anche io"
Lorenzo sorride e lo stringe più a sé, stanno un po' in silenzio così, hanno concesso ad entrambi di saltare la prima ora quindi possono prendersi il loro tempo per medicare il labbro rotto di Marco e riprendersi entrambi dallo shock, Lorenzo non è lì solo in veste di suo ragazzo, ma anche di rappresentato di Istituto, è importante che si prenda cura della situazione di ogni studente, non transigerebbe mai su un atto di bullismo.
Pensa alle parole di Marco e si sente quasi sollevato, lo ama anche per ciò che pensa e per come agisce, così com'è. Marco non riflette molto – a meno che non sia notte fonda e la sua insonnia cronica si presenti nei momenti più inaspettati – ma sa riconoscere il giusto e lo sbagliato, sa cos'è bene e cos'è male, chi è il buono e chi è il cattivo, sa soprattutto come non passare dalla parte del torto.
Lo ha imparato bene sulla sua pelle, Marco, che le cose nella vita non sono come sembrano, lo ha imparato vivendo in una famiglia assente, con solo i soldi e i regali a fargli compagnia mentre i genitori si divertono a festini e viaggi per ricconi lasciando soli in una villa troppo grande il loro figlio maggiore, l'erede di qualcosa che non accetterà mai, e suo fratello minore Andrea, ancora giovane per sapere ciò che lo aspetta.
Marco Boldrini disprezza il suo cognome, un marchio di fabbrica che volentieri toglierebbe di mezzo, odia la crudeltà della gente verso ciò che non si conforma alle loro idee di una società retrograda e bigotta, lo sconforta vedere come le persone possano prenderlo a pugni solo perchè lui ha scelto di amare e loro di odiare.
Per questo, pensa Lorenzo accarezzandogli i capelli, non lascerà che mai nessuno contamini Marco. Lui è puro, è candore, nessuno più lo dovrà toccare con le sue sudice mani per fargli del male, per questo se Marco ha scelto di non usare la violenza, lui sceglierà la giustizia per proteggerlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2015 ⏰

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