Il suo rapporto con Lorenzo non è mai stato ordinario.
Anche se, pensa Marco guardandolo dormire accanto a sé, non ordinario non è per niente la parola giusta, forse anomalo andrebbe meglio per definire la loro relazione in diciassette lunghi anni di vita.
Marco si mette a sedere e lo osserva, l'attrazione che fatalmente lo attrae verso l'altro c'è sempre stata, sin da quando frequentava il terzo anno della scuola Materna e si era avvicinato per caso al bambino nuovo, quello disadattato e frignone perchè non aveva ancora nessun amico.
Ricorda ancora distintamente che gli era andato vicino per curiosità, gli aveva sorriso con la finestrella tra i denti - gliene era appena caduto uno - e gli aveva teso la mano invitandolo a giocare insieme a lui.
Poi erano seguiti i piccoli e timidi baci per capire cosa provassero i grandi, le effusioni e gli abbracci, i litigi per i giochi e per i compiti delle Elementari, in un continuo rincorrersi e allontanarsi senza mai lasciarsi definitivamente, nel tira e molla di un rapporto morboso che non sono mai riusciti a definire, quindi no, di ordinario non c'è niente, ma di anomalie se ne possono riempire le tasche.
Marco si distende di nuovo al suo fianco e lo guarda senza sfiorarlo, anche se ne ha una voglia matta, osserva dolcemente e brama la sua pelle lattea e le labbra schiuse - rosee come lo sono solo quando dorme -, i capelli color del grano risplendono alla luce della luna che entra dalla portafinestra della sua camera lussuosa e sotto le palpebre dalle lunghe ciglia dorate riposano gli incredibili occhi del ragazzo, che resterebbe ad osservare per ore.
Sono grandi gli occhi di Lorenzo, talmente azzurri da mozzare il fiato, più belli del color del cielo e dell'acquamarina, particolari e unici nel suo genere.
Proprio come lui.
Il biondo si muove nel sonno e gli si avvicina in cerca di calore, ha freddo, Marco lo nota sfiorandogli le mani e lo avvicina a sé per riscaldarlo come faceva sempre da piccolo.
È una delle tante notti in cui non riesce a dormire, succede sempre così dopo le serate passate con Lorè, mangiano una bella pizza, bevono un po' di birra e poi vanno a ballare in discoteca o rimangono a casa a guardare un bel film in camera di Marco, proiettato direttamente sulla grande parete bianca della sua camera, comodamente spoltronati sul suo letto a due piazze. Oggi è una di queste notti e lui non riesce a trovare la forza per chiudere gli occhi, per lasciare andare la figura serena e dormiente di Lorenzo per farsi accogliere dalle braccia di Morfeo e cadere finalmente nel mondo dei sogni. È più forte di lui, non ci riesce.
È troppo bello per non stare a contemplarlo per ore.
Lorenzo è l'unica persona che sia mai riuscita ad attrarre la sua attenzione, Marco sa di essere dannatamente affascinante con la sua fisionomia mediterranea da latin lover, e l'amico è così diverso da lui che il suo sguardo non può che rimanergli incatenato addosso.
Marco ha un'aria fanciullesca, ma è una di quelle rare bellezze che lascia chiunque incantato, come se fosse stato progettato per essere perfetto in quello che i più definisco un pacchetto perfetto, bellezza, popolarità e soldi.
Ha due magnifici occhi scuri, del colore delle notti senza Luna e senza stelle, e un viso sottile e delicato - ma non quanto quello dell'altro -, con il naso dritto e le labbra carnose, la carnagione non troppo scura che tradisce il sangue spagnolo che scorre nelle sue vene dalla parte materna.
Insomma, sono entrambi belli da far schifo, e potrebbero benissimo essere due modelli famosi senza aver fatto nessuna sfilata di alta moda, la gente li guarderebbe lo stesso.
Ma a Marco non importa chi lo guarda, finché può avere gli occhi di Lorenzo su di sé allora va tutto bene.
Non capisce che cosa il biondo provi nei suoi confronti, ma invece sa perfettamente cosa sente lui ogni volta che gli sta vicino, è innamorato cotto.
Gliel'ha anche detto una volta durante una notte insonne passata al solito nella sua camera di villa Boldrini, lo aveva afferrato per la mano e fatto voltare verso di sé per parlare di quell'argomento estremamente delicato.
Lorenzo gli aveva praticamente sbadigliato in faccia e Marco gli aveva confessato di essere confuso.
"Torna a dormire Ma' " gli aveva intimato l'altro, accucciandosi contro di lui alla ricerca di calore in quella notte romana estremamente fredda.
"Tu non capisci Lorè, Io sono confuso" gli aveva risposto quindi, stringendogli di più la mano che aveva tra le sue "perchè mi piacciono le ragazze" aveva fatto una pausa e Lorenzo aveva alzato gli occhi azzurri e confusi su di lui " ma mi piaci anche tu ".
A quel punto l'amico l'aveva fissato per qualche minuto e Marco aveva cercato un qualsiasi tipo di reazione, non sospettando minimamente come in realtà avrebbe reagito.
Lorenzo si era messo a ridere, facendolo sentire un cretino, poi gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva guardato con serietà.
Il moro si sarebbe aspettato un sei diventato scemo?, oppure uno smettila, mi fai venire i brividi! o magari un bacio, che aveva sentito di desiderare con tutta l'anima, ma quello che aveva ricevuto lo aveva spiazzato.
"Anche tu mi piaci Ma' " gli aveva accarezzato lentamente i capelli e poi lo aveva minacciato con un "Ora dormi!", rigirandosi di lato e dandogli le spalle.
Marco gli aveva posato una mano sulla spalla scuotendolo, implorandolo "Sono serio Lorè" ma l'unica risposta che aveva ricevuto era stato il magnifico sorriso del biondo e quella frase dai così tanti significati "Anche io. Dormi"
Non aveva più avuto la forza di dire più niente e aveva abbandonato la conversazione, continuando a fissare per tutta la notte la schiena del suo amico dormiente.
Ripensandoci ora, quella volta è stato un'idiota.
Un'idiota perchè si sono confessati entrambi ma tra di loro non è mai successo niente, entrambi in una situazione di stallo in attesa di una mossa dell'altro e così sono rimasti intrappolati nella zona amici.
Marco pensa che adesso potrebbero essere a rigirarsi nelle coperte e scambiarsi dolci baci, e anche se sembrerebbe così strano con il suo migliore amico decide che non avrebbe importanza, se potesse avere il suo amore potrebbe anche scalare una montagna in cambio e poi buttarsi di sotto, o vendere l'anima al miglior offerente, non cambierebbe niente.
Il moro se lo stringe contro e quello mugugna qualcosa d'indefinito, sistemandosi meglio tra le sue braccia come farebbe un gattino che fa le fusa.
Lo vuole tanto baciare appassionatamente ora, sfiorargli le labbra soffici con le proprie e poi invadergli la bocca con la lingua, in un bacio tanto bagnato e bollente che non hanno neanche mai sognato, vuole farlo suo tra le coperte, sentirlo sospirare e gemere, sussurrare il suo nome con entusiasmo e trasporto, con amore, ma s'impone di rimanere fermo e non fare sciocchezze, non vuole perderlo per sempre.
Ma anche non facendo niente lo perderà, perchè prima o poi Lorenzo si guarderà intorno e donerà il suo cuore e il suo corpo a qualcun altro che non sarà lui e Marco sentirà il vuoto della sua mancanza per tutta la vita.
Non può finire così, sarebbe il suo più grande rimpianto.
Ha bisogno di un piano, e in fretta.
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Così come sei
RomansaDal capitolo 6: "Lo ha imparato bene sulla sua pelle, Marco, che le cose nella vita non sono come sembrano, lo ha imparato vivendo in una famiglia assente, con solo i soldi e i regali a fargli compagnia mentre i genitori si divertono con festini e v...