Marco controlla l'ora sul cellulare, sono le cinque e un quarto.
Maledice a bassa voce il tempo che passa sempre troppo in fretta quando è con Lorenzo e aspetta che il biondo torni nella sua stanza, dove lo sta aspettando, per quello che a suo dire sarà "il film del secolo".
Marco non ricorda il titolo e solo vagamente di cosa parli, e conoscendo i gusti di Lorenzo sarà quasi sicuramente un film horror americano a stampo giapponese.
Il bel moretto si stende sul letto di Lorenzo e si rilassa aspettandosi il peggio, sa che vedere l'amico così agitato riguardo ad un film che gli è piaciuto particolarmente vuol dire solo due cose: o il film è una grande porcheria con tanto di storia d'amore drammatica – non ha mai capito perchè ma questo genere cinematografico gli piace a non finire – o, nel peggiore dei casi, il film è un horror super splatter che lo farà agitare così tanto da farsela sotto per la paura.
In un caso o nell'altro nei film guardati da Lorenzo c'è sempre qualcuno che muore. Possibilmente tutti. Anche quelli che compaiono una sola volta sullo schermo.
A Marco non piacciono né le storielle d'amore dove i protagonisti si suicidano – gli lasciano l'amore in bocca da quando hanno trattato in letteratura inglese Romeo e Giulietta di Shakespeare, non può credere che la storia di due innamorati possa finire in quel modo, lui non lascerebbe mai che Lorenzo arrivasse a tanto pur di salvare il loro amore! – né gli sceneggiati dove qualche psicopatico, o qualche mostro, o qualche non morto, o qualche mostro-psicopatico-non-morto uccide tutti gli altri in modo macabro e alquanto rivoltante. Si può dire che non adora proprio la vista di cadaveri sbudellati – che è anche il motivo per cui ha deciso a priori di escludere dalla sua lista di mestieri per il futuro il medico e il macellaio.
Ma come dice quel detto: cosa non si fa per amore?
Lorenzo entra in camera e inserisce tutto contento il disco con il film – che Marco ha appreso a suo malgrado essere un horror – nel lettore DVD e accende il televisore, poi si siede sul suo letto accanto all'amico e aspetta con impazienza che scorrano i titoli di testa per poter finalmente godere nel nuovo sceneggiato su cui ha messo le mani.
Marco al suo fianco si muove inquieto – Quanto sangue ci sarà stavolta? – chiede.
- Tantissimo – Lorenzo ride e Marco sospira – Mi dispiace principessa, so che preferisci le romanticherie strappalacrime! –
Il biondo appoggia il capo sul braccio di Marco e l'altro gli cinge le spalle.
Si da mentalmente dello stupido per quel gesto così inconsueto ma non può farne a meno, vuole Lorenzo vicino a sé, gli piacerebbe anche baciarlo nel buio della camera ignorando gli zombi che sfilano sullo schermo della TV, ma non può farlo, non ancora. Un giorno riuscirà a distoglierlo dalle sue strane abitudini e farlo concentrare esclusivamente su di sé. O almeno lo spera.
- Ehi, ti ricordo che eri tu quello che mi ha costretto a guardare Titanic e sempre tu quello che si è messo a piangere come un poppante! – gli ricorda altezzoso e Lorenzo lo guarda torvo.
- Tu non capisci! Quel film è un capolavoro! –
Marco vorrebbe rispondergli che il vero capolavoro è lui, perchè quella smorfia che gli disegna il volto è stupenda oltre che buffa, con le guance gonfie e rosee come quelle di un bambino, le sopracciglia corrucciate e gli occhi azzurri che lo guardano severi, con i capelli biondi che gli ricadono scompigliatamene sul viso perchè oggi non li ha sistemati con la cera come fa di solito, e sembra meraviglioso con il viso proteso verso di lui e labbra rosse che sembrano invitarlo provocantemente.
Marco fa un respiro profondo e cerca di concentrarsi sul film, altrimenti sa che l'eccitazione del momento prenderà la meglio e dovrà tentare inutilmente di spiegare al suo amico perchè i suoi jeans sembrano diventati improvvisamente troppo stretti in quel punto.
Ma è inutile, non riesce a distogliere lo sguardo da Lorenzo che guarda con entusiasmo il televisore, e deve mordersi con forza le labbra per evitare qualsiasi mossa avventata.
Improvvisamente il biondo si volta verso di lui e gli sorride, Marco arrossisce e diventa rigido come un blocco di marmo, ma Lorenzo non sembra accorgersene e gli passa le dita sulle labbra che sta ormai mordendo a sangue.
- Lo sai che mi sono sempre piaciute le tue labbra? – gli dice così, senza un apparente motivo, ma non deve per forza esserci. Lorenzo ha sempre delle uscite del genere, fanno parte del suo carattere, tira all'improvviso fuori pregi e difetti di che gli sta di fronte e fa morire tutti di vergogna senza accorgersene, sembrando quasi puro nella sua straordinaria e finta innocenza.
Marco vorrebbe morire in questo momento, o nascondersi nell'angolo più remoto di un bagno pubblico e dare sfogo alle sue fantasie.
Annuisce e Lorenzo continua a guardarlo con quella luce maliziosa negli occhi, gli preme più forte il pollice sul labbro inferiore e Marco si lascia aprire la bocca guardandolo avvicinarsi pericolosamente al suo viso.
- Ti ricordi due anni fa? Quando ti sei messo a fumare e dovevo baciarti per farti smettere?! – ride.
Marco annuisce di nuovo – I tuoi baci erano un po' come i cerotti alla nicotina, un rimedio efficace per tenermi lontano dalle sigarette – e sorride, ricordando quel pazzo anno della sua adolescenza.
Avevano quindici anni e tante idee per la testa, ma mentre Lorenzo era sempre rimasto con i piedi ben piantati per terra Marco era egocentrico, pretenzioso e molto più viziato di quanto non sia ora, voleva provare di tutto, che facesse male o meno. Prima aveva iniziato con un tatuaggio al basso ventre, tra l'incavo naturale che forma l'osso della gamba sinistra con la pelle – fatto probabilmente da qualche tatuatore pervertito che poco se ne importava che il cliente avesse diciotto anni o meno se potesse benissimo mettergli le mani addosso –, lo aveva fatto in gran segreto e poi lo aveva mostrato tutto contento all'amico dicendogli che aveva tatuato le loro iniziali su una corona dorata – e a quanto pare voleva intendere che sarebbero stati i "re del mondo", mah – e Lorenzo gli aveva fatto una ramanzina di quasi due ore su quanto fosse stato incosciente, e dopo quello era seguito il brutto vizio del fumo.
Il biondo non gli aveva parlato per quasi un mese.
Marco si era sentito solo e amareggiato e aveva dato sfogo al suo lato peggiore affondando sempre di più la disperazione nella nicotina, con scostanti sbalzi d'umore e crisi isteriche quando non ricordava dove avesse riposto il pacchetto delle sigarette.
Fortunatamente aveva capito che quella storia stava andando troppo avanti ed era corso ai ripari chiedendo aiuto al migliore amico. Era andato in fretta e furia a casa sua, correndo in bicicletta per quasi mezza Roma perchè aveva dimenticato di mettere benzina al motorino, e quando Lorenzo gli aveva aperto la porta gli aveva spiaccicato il pacco di sigarette ancora intatto sul petto.
- Buttalo via tu! – gli aveva detto quasi con le lacrime agli occhi – E quando ho voglia di fumare baciami, così passerà! –
Lorenzo era rimasto sorpreso all'inizio, scioccato quasi, poi aveva accettato, poteva benissimo baciarlo all'infinito se gli avesse promesso di non buttare più via la sua salute per una stupidaggine così insulsa.
Marco aveva impiegato quasi un anno per smettere di fumare, facendosi baciare da Lorenzo mentre erano nei posti più disparati e nei momenti meno opportuni, quando la voglia delle sigarette si faceva più intensa, e ripensandoci adesso si rende conto di averne anche approfittato un po'.
- Forse ricomincerei – sorride il moro all'amico, avvicinandosi quel tanto che basta per far sfiorare le loro labbra morbide – Se la terapia di guarigione fosse soddisfacente come l'ultima volta –
Lorenzo non risponde e volge nuovamente la sua attenzione al film, ma Marco vede bene – e deve avere incredibile forza di volontà per non gettarglisi sopra e riempirlo di baci – le sue guance diventare porpora nel buio della sua camera da letto illuminata solo dalla TV e dal suono cupo della carne maciullata in quel film horror che neanche ha provato a guardare un solo momento.
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Così come sei
RomanceDal capitolo 6: "Lo ha imparato bene sulla sua pelle, Marco, che le cose nella vita non sono come sembrano, lo ha imparato vivendo in una famiglia assente, con solo i soldi e i regali a fargli compagnia mentre i genitori si divertono con festini e v...