6- Promessa.

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☀️Caterina.

Corro più in fretta che posso con tutto quello che sono riuscita a recuperare dal medico per poter raggiungere il prima possibile Arcusio. Ma non appena giungo nel luogo dove lo avevamo adagiato con Nasli, non lo trovo, Arcusio non c'è.

Comincio a correre come una pazza per tutta la nave alla ricerca di mio marito, urlando a squarciagola il suo nome ma anche quello di Nasli. Ad un certo punto la vedo arrivare verso di me. Nasli è completamente sconvolta, la raggiungo trafelata, e con il fiato in gola, le chiedo agitata...

-Nasli, non trovo Arcusio - le dico disperata.

-Caterina, degli uomini si sono accorti della sua presenza ed avendo capito che è malato lo hanno portato via, ho cercato in tutti i modi di impedire a loro di prenderlo, ma mi hanno dato uno spintone contro il muro, guarda mi hanno fatto battere la testa. - mi dice Nasli mentre si tocca il taglio sul suo capo mostrandomi la sua mano insanguinata al contatto con quella ferita.

-Devo trovarlo, dove lo hanno portato?- dico concitata.

-Caterina, non ti permetteranno di raggiungerlo, sono impazziti. La paura si è impadronita di loro, e quando le persone hanno terrore fanno delle cose poco razionali, possono arrivare a fare del male alla gente, facendo delle cose che forse in una situazione di normalità non avrebbero mai pensato di essere in grado di fare.- Mi dice con uno sguardo preoccupato, intanto che mi posa le sue mani sulle mie spalle, per cercare di trattenermi.

-Non mi importa io devo andare dal mio Arcusio.- le dico, con gli occhi carichi di lacrime, mentre la paura si sta impadronendo di me.

-Caterina pensa al tuo bambino, se ti dovessero fare del male, potrebbe succedere qualcosa anche a lui. - Mi dice Nasli, cercando di farmi ragionare.

Ma per me in questo momento la cosa essenziale e prioritaria è solo quella di trovare e stare con l'uomo della mia vita.
Così senza ascoltarla le intimo di dirmi dove è il mio Arcusio.

-Dove lo hanno portato?- Le urlo, con rabbia.

-Vieni! - mi risponde Nasli, a questo punto accompagnandomi.

Ci inoltriamo all'interno della nave, prendendo le scale che portano alla stiva. Più ci addentriamo al suo interno e più un aria fredda ed umida mi assale.

" Se Arcusio è stato portato qui sotto nelle sue condizioni, di certo questo non contribuirà ad un suo miglioramento, anzi devo portarlo immediatamente via lontano da qui se non voglio che la situazione precipiti". Penso man mano che scendo quelle scale che mi portano in un luogo rorido, con il fiato mozzato nel petto.

Come arriviamo di sotto ci troviamo davanti a due uomini che sono posti davanti ad una porta di ferro, chiusa dall'esterno, e loro con i loro corpi impediscono l'accesso a quella stanza e a chiunque osi avvicinarsi.

-Che diavolo ci fate qui? - ci chiede uno dei due in malo modo.

-Devo andare da mio marito - rispondo secca, sfidandolo mentre lo fisso dritto negli occhi.

-Sparite! Da qui non passa nessuno. - Mi risponde sibilando.

-Non sono dei malfattori, non li potete tenere prigionieri.- Rispondo sostenendo il suo sguardo senza indietreggiare di un millimetro.

-Andate via! - ci urla l'uomo alzando un bastone, in quanto vuole intimorirmi e farmi capire che non sta scherzando.

Dunque mi volto, faccio due passi come per andarmene, ma tutto d'un botto mi giro correndo in mezzo a quei due, prendendoli incontropiede correndo come una forsennata, buttandomi letteralmente su quella porta di ferro, urlando il nome del mio Arcusio mentre cerco concitata e col fiato affievolito nel petto e le mani che mi tremano, di togliere il chiavistello da quella porta.

Kral. Il Re. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora