4 - Antonio.

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Agata si era avvicinata per accarezzare il viso di Antonio, ma lui le spostò la mano alzandosi di scatto.

-Vado a fare una passeggiata- le disse, lasciandola lì mentre lo guardava andare via sconsolata. Non sapeva più cosa fare o cosa inventarsi per farsi amare da Antonio, ma più lei cercava di avvicinarsi a lui e più lui si allontanava.

Antonio aveva girato quella nave in lungo ed il largo pur di stare lontano da Agata.

Non sapeva bene neanche lui cosa gli desse fastidio in particolare di questa donna, in fondo era una donna carina, dolce e servizievole.
E forse era proprio questo ciò che odiava di più di lei, perché era sempre troppo compiacente nei suoi confronti.

In quanto Agata era priva di carattere, sembrava quasi un soprammobile, dove le diceva di stare, lei stava! Ciò che gli diceva di dire, lei diceva! Persino ciò che gli diceva di pensare, lei pensava, era carente di amor proprio e di spirito di iniziativa. I suoi occhi li trovava spenti, mancavano di luce di vita e di forza di carattere, e di personalità.

Mentre Antonio amava combattere, non solo nella vita, ma anche in amore. Lui desiderava trovare in amore una donna paragonabile ad un puro sangue allo stato brado, riuscire a domarla, ma senza farle perdere quel suo lato selvaggio e combattivo, che poi era quello che più lo attirava di più in una donna.

E così non sapendo più dove andare per potersi nascondere e stare il più allungo possibile lontano da sua moglie, decise di fare un giro tra i piani bassi della nave, in quanto lì sotto non c'era mai stato. **

☀️Antonio.

Come metto piede in coperta mi si arriccia il naso per via della puzza che mi raggiunge così forte da riempire i miei polmoni di un odore nauseabondo con una tale potenza da farmi scaraventare di botto all'indietro per quanto quel effluvio sia rivoltante.

Ma nonostante ciò, bensì in un primo momento il mio istinto è quello di prendere e andarmene via da questo posto il prima possibile, la poca voglia di dover rivedere Agata mi fa desistere da questa idea, e decido così di rimanere.

"Ma che schifo di gente" - penso tra me, mentre passo in mezzo a loro.
"Son peggio degli animali".

Così con passo veloce mi precipito almeno fuori sul ponte, perché lì la puzza all'aria aperta di sicuro sarà  per lo meno un po' più sopportabile.

A questo punto comincio a vagare in mezzo a tutte queste persone ammassate. Non riesco a capire perché la maggior parte di loro siano tutti qui con coperte e giacigli, ho come l'impressione che la maggior parte del loro tempo lo trascorrano sulla prua,  in balia del vento e del sole cocente. Forse perché anche per molti di loro quel fetore disgustoso che ho dovuto subire è insopportabile, forse così stupidi non sono a quanto pare.

E così nel mentre mi muovo a slalom e mi addentro forzatamente  sempre di più in mezzo a tutta questa folla, pur cercando per quanto mi sia possibile di evitare di non calpestare accidentalmente qualcuno, mi sento osservato, più precisamente squadrato dalla testa ai piedi, in un modo davvero assurdo.

In quanto lo so, ne sono consapevole, che non è consuetudine che un uomo della mia classe e del mio rango, pulito e profumato faccia capolino tra loro, camminando in mezzo a loro, e questo suscita in tutte queste persone non poca curiosità.

Difatti non posso fare a meno di notare questi  loro sguardi bramosi tutti concentrati sulla mia figura, e così con un certo disappunto ed una punta di acido, penso tra me...

"Guardate, guardate pure, pezzenti!" -

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Non che Antonio ce l'avesse in particolar modo con nessuno di loro, ma lui aveva una sua idea particolare sulla vita. E che consisteva nel fatto che secondo lui ognuno a questo mondo è il fautore e l'artefice del proprio destino e di conseguenza il fautore di tutto ciò che gli accade.

Kral. Il Re. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora