Primavera 1989
Quando ero piccolo e andavamo in vacanza in Umbria, un giorno conobbi una bimba. Lei si chiamava Giulia ed era un anno più piccola di me. Insieme facevamo tanti giochi divertenti: un giorno costruimmo una casa molto bella fatta di sabbia, un altro facemmo delle barchette di carta e le facemmo navigare su una grande pozzanghera. Poi immaginammo che quella pozzanghera era un laghetto e ci mettemmo a pescare, e nonostante non avessimo preso niente, ci divertimmo tantissimo.
A me piaceva tanto giocare con lei. Non mi picchiava mai, né mi tirava i sassi e non mi faceva mai lo sgambetto.
Ah, se tutti i bambini fossero stati come lei…
E invece no, mi prendevano in giro proprio perché ero amico di una bambina.
E quindi dicevano:Tra rose e fior
Vedo arrivar
Questi due bimbi
Si vanno a sposar!E mi trattavano come se fossi io la bambina, perché loro consideravano che un bambino doveva vergognarsi di essere amico di una bimba. Io mi arrabbiavo molto con loro e alle volte mi mettevo a piangere, ma la piccola Giulia prendeva tutto con filosofia nonostante i suoi pochi anni, e mi diceva:
-Ma falli parlare!
Per questo nessuno la prendeva in giro, mentre si accanivano su di me.
Un giorno arrivò un cane di grossa taglia.
Qualcuno si mise a urlare:
-Aiuto! Un cane rabbioso!
Io lo vidi ma non sembrava per niente rabbioso, anzi, era uno di quei molossi dall’aspetto minaccioso ma dal carattere mansueto.
In pratica, della categoria “Grossi ma stupidi”.
I più coraggiosi si misero quasi in posizione. Io non mi mossi da dove stavo e il cane era arrivato proprio davanti a me. A un certo punto la piccola Giulia prese la sua paletta e cominciò a minacciare il cane.
-Vattene!
E tutti videro come il “cane rabbioso” mise la coda fra le gambe e uscì dallo spiazzo. Io avevo notato subito che non era un cane rabbioso, anche perché non aveva la bava alla bocca. Gli altri poi scoprirono che non era rabbioso, ma semplicemente spaventato. Perché i cani capiscono molto bene qual è il loro territorio e quale no. E in un luogo a loro estraneo, anche il più feroce dei cani diventa docile.
Quando scoprirono che non aveva per niente la rabbia, cominciarono a spaventarlo con mazze e pietre. Non c’è nessun bisogno di essere coraggiosi per quello, l’aveva capito lo stesso cane.
Quando la bestia corse via, andarono a prendermi in giro.
-Tu sei quello che si è più spaventato! Te la facevi quasi addosso!
-Sì è vero. Mi sono spaventato, ma l'avete fatto anche voi. L'unica coraggiosa è stata Giulia!
-Non ti preoccupare!- disse sorridendo. -Mi sono spaventata anch’io!
E così tutti scoppiarono a ridere e da quel giorno nessuno più mi prese in giro.
Non rividi più Giulia quando dovetti cominciare la scuola, per incontrarla solo molti anni dopo.
Chiacchierammo del più del meno e ricordammo anche questo bellissimo aneddoto.
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Un papà in miniatura
General FictionUn padre racconta un aneddoto della sua vita da piccolo per la figlia malata di covid. Dopo che la narrazione ha avuto un effetto quasi analgesico su di lei, il padre decide di raccontarle altri aneddoti su come è stato lui da piccolo in un periodo...